il Fatto Quotidiano, 24 settembre 2024
Gilmour, sei live maestosi ma senza “l’eco” di Roger
Il terapista non cavava un ragno dal buco. Lui e David passavano la seduta scrutandosi in silenzio, finché il musicista non decise che quel sofà fosse inutile. E che l’unica cura restasse la chitarra. L’analisi? Un flop, il demone era la cocaina. Doveva proteggere se stesso, senza eludersi. E se ha tenuto i pezzi dell’anima incollati fino ad oggi, Gilmour lo deve al suo incommensurabile talento. Un uomo tormentato, dietro l’apparenza del countryman britannico così “calm, cool and collected”. Per l’epitaffio, in un futuro lontano, valuta sentenze come: ‘io non verso lacrime, ma la mia chitarra sa piangere’. Che le sue dita possano far scaturire l’emozione incontenibile del pubblico lo dimostrerà a Roma (27-28-29 settembre, 1-2-3 ottobre) in quel Circo Massimo dove il nemico Waters ha già celebrato i propri fasti imperiali. Dave punterà su una dimensione “teatrale”, in qualche misura più intima. La capitale funge da start (unica location dell’Europa continentale, biglietti da cercare col lanternino) del tour mondiale per il nuovo album Luck and Strange, severa e illuminata riflessione blues-rock sull’ars longa vita brevis, tema cardine della poetica di Gilmour e dei Pink Floyd. Su certi pezzi, David si apre come non era riuscito a fare dallo psicanalista: in The Piper’s call esorcizza la seduzione della droga; A single spark gli serve per una sotterranea citazione di Nabokov sulla linea retta dell’esistenza; Yes, I have ghosts è il richiamo ad adorati spettri come Leonard Cohen e Rick Wright (nella title-track spuntano le sue tastiere). Ma la vera missione per il Nostro, in questa infilata di maestosi live, sarà rinnegare solo una parte di sé, quella più legata alle imprese dell’odiato Roger. Così, non eseguirà Money o Another brick in the wall, dove il basso di Waters era stato ancor più di una firma. E neppure la sua Run Like Hell: Gilmour ha spiegato che sebbene ne ami la musica, il testo angoscioso lo terrorizza, visto il mondo che fa. Però nella scaletta non mancheranno altri classici floydiani: ampie sezioni di Dark Side of the Moon e The division bell, l’assolo del millennio in Comfortabiy numb, il giro di Wish you were here, forse l’arpeggio di Shine on you crazy diamond. Nel frattempo, potrebbe andare a buon fine la trattativa con la Sony per la cessione del catalogo della band in cambio di mezzo miliardo di dollari. Gilmour è impaziente: non per i soldi (sostiene lui), bensì per mettere fine alle controversie legali con Waters. Sarebbe pace? No, solo un furente armistizio.