il Fatto Quotidiano, 24 settembre 2024
Ora Meloni farà “bruciare” Agnes
Dopo le dimissioni di Enrico Costa da presidente della Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, i riflettori si spostano su Mariastella Gelmini. La senatrice (insieme a Mara Carfagna) ha da poco lasciato Azione, si è spostata nel Misto con l’intenzione di entrare in Noi Moderati. Dall’opposizione alla maggioranza. Ma Gelmini porta con sé un voto pesante in Vigilanza Rai, dove il centrodestra ha bisogno di 28 sì per eleggere la candidata alla presidenza Simona Agnes, in quota FI-Gianni Letta.
Al momento Gelmini non è decisiva: se dovesse votare per Agnes, il centrodestra raggiungerebbe 26 voti, e gliene mancherebbero altri 2. Ma comunque è un tema, visto che Giorgia Meloni, nonostante gli inviti dell’opposizione a ragionare su un presidente di garanzia, ha deciso di insistere con Agnes. In realtà la premier sa bene che non ha i voti e ha provato a convincere Antonio Tajani a ritirarla per ragionare su un altro nome. “Un presidente alto e fuori dai giochi dei partiti”, per dirla come Giuseppe Conte. Tajani però non demorde.
Meloni ne ha preso atto e lascerà che Agnes vada a schiantarsi in Vigilanza, nel caso anche due volte. A quel punto il Mef ritirerà la candidatura e presenterà un altro nome che abbia più chance, col rischio di lasciare FI senza consigliere, con conseguenze pesanti all’interno della maggioranza. Dopo lo psicodramma sugli extraprofitti bancari, si aprirebbe un nuovo fronte tra FdI e i berluscones.
Nel frattempo, occhi puntati sul Parlamento, dove giovedì saranno votati 4 consiglieri, due alla Camera e due al Senato. Qui il dilemma è nel Pd. Perché i dem non hanno ancora deciso se partecipare o salire sull’Aventino, come tutta l’opposizione farà invece in Vigilanza. FdI voterà per Valeria Falcone, la Lega per Antonio Marano e i 5 Stelle confermeranno Alessandro di Majo. Se il Pd sarà della partita, i papabili sono Roberto Natale, Antonio Di Bella e Goffredo De Marchis. Altrimenti quel posto se lo piglierà qualcun altro, con delle chance per l’inaffondabile Giovanni Minoli, che in questi giorni si sta dando un gran da fare per autopromuoversi. E tra centristi di destra e sinistra, renziani e pezzi di FI, l’ex conduttore di Mixer potrebbe pure farcela, dato che porta in dote il fattore età. Minoli ha 79 anni: se Agnes fosse bocciata in Vigilanza e lui eletto in Parlamento, il presidente sarebbe lui. Motivo per cui la Lega sta puntando sull’ex direttore di Rai2 Antonio Marano (68 anni). Oggi Conte ed Elly Schlein si vedranno per decidere cosa fare, ma molti nel Pd sperano che la segretaria cambi idea: va bene l’Aventino in Vigilanza, ma non in Parlamento.
Ieri, intanto, uno sciopero in Rai ha fatto saltare molti programmi, con adesioni tra il 60 e l’85%. “Una mobilitazione così non si vedeva da anni”, il commento del segretario Slc Cgil, Riccardo Saccone.