Corriere della Sera, 23 settembre 2024
Marella e il libro «corretto» dai legali
È la primavera 2014 e mancano pochi mesi all’uscita del libro «Ho coltivato il mio giardino» scritto da Marella Caracciolo Agnelli insieme alla nipote Chia. Ma prima di consegnarlo alle stampe la bozza deve essere riletta con attenzione, non dalle autrici ma dai legali della famiglia. E sarebbero proprio quest’ultimi a sottolineare la necessità di integrare alcune pagine affinché traspaia con maggiore chiarezza la residenza svizzera della vedova dell’Avvocato: non più a Saint Moritz, ma nello chalet «Icy», a Lauenen. Il carteggio – che ha come protagonisti la segretaria Paola Montaldo, John Elkann e l’avvocato Peter Hafter (lo stesso che ha curato i testamenti di donna Marella) – è tra gli elementi indicati dal gip Antonio Borretta per mettere in luce l’esistenza di «un’articolata strategia» per radicare fittiziamente la residenza elvetica di donna Marella. Presupposto, quest’ultimo, dei reati di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato che i pm (il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i sostituti Giulia Marchetti e Mario Bendoni) contestano a vario titolo ai fratelli Elkann – John, Lapo e Ginevra —, al commercialista Gianluca Ferrero e al notaio svizzero Urs Robert von Grueningen.
La prima email è del 3 marzo 2014. È Hafter a scrivere a Montaldo: la ringrazia per la bozza e sottolinea la bellezza delle fotografie che illustrano il libro. Poi segnala che sarebbe meglio aggiungere qualche passaggio quando si parla della casa a Lauenen, vicino a Gstaad. Il suggerimento del legale è chiaro: rimarcare che la scelta di Marella di lasciare il cottage di Saint Moritz è legata all’alta quota, incompatibile con i suoi problemi di salute, ma che ha trovato una nuova casa in una bellissima zona e vicino agli amici. La risposta della segretaria non si fa attendere: spiega di essere d’accordo e di averne parlato con John Elkann, che condivide l’editing. Una settimana più tardi è la nipote Chia a scrivere all’ad di Exor (la società è estranea all’inchiesta), gli invia alcune pagine del libro con le modifiche suggerite per lo chalet «Icy». Nel decreto con il quale è stato disposto il sequestro di 74,8 milioni di euro (l’equivalente di quanto non sarebbe stato versato al Fisco tra il 2015 e il 2019 ed eseguito martedì dagli uomini del nucleo economico e finanziario della guardia di finanza) si sottolinea il «fitto» scambio di conversazioni per «presidiare» la residenza svizzera della vedova dell’Avvocato. Dalle mail emergerebbe come ogni parola concernente le case elvetiche venga soppesata e valutata, perché da un lato deve emergere «in modo chiaro» e diretto la volontà di Marella di vivere in Svizzera, dove risiede già da 40 anni, ma allo stesso tempo vanno evitati passaggi smaccatamente falsi. Ad aprile Montaldo trasmette il testo definitivo a Elkann perché possa consegnarlo a Chia. Il gip fa notare che quanto riportato in questa ultima mail trova corrispondenza nel libro edito nell’ottobre 2014: in un passaggio donna Marella parla dello chalet «Icy», dove si trasferirà a lavori di ristrutturazione ultimati.