Corriere della Sera, 23 settembre 2024
La Spd batte per un soffio i nazisti dell’Adf
Berlino Sorpresa nel Brandeburgo. Contro tutti i sondaggi, il partito socialdemocratico del cancelliere Olaf Scholz finisce primo nelle elezioni regionali, con il 30,7%, davanti all’AfD (29,4%). Rispetto all’ultimo voto 4 anni fa, addirittura, recupera quattro punti. E se tutti si aspettavano una vittoria effimera dell’estrema destra di Alternative für Deutschland – senza possibilità di governare, perché nessun partito si vuole alleare con loro – ebbene, questa non c’è stata. La tripletta di settembre (Sassonia e Turingia il 1° settembre, il Brandeburgo ieri) pronosticata nei sondaggi all’AfD è sfumata.
La Cdu (cristiano-democratici) ottiene il 12,1%, superata dalla sinistra populista e nazionalista di Sahra Wagenknecht, Bsw(13,4). Non ce la fanno a entrare nel parlamento i Verdi (4,2) e anche formare una coalizione per governare sarà difficile. Spd-Cdu hanno insieme 44 seggi su 88, non la maggioranza. E resta comunque un dato che le forze populiste e antisistema, l’Afd e l’Unione Sara Wagen-knecht hanno raccolto il 43% del voto popolare.
È comunque un risultato inaspettato, tanto più perché ottenuto dal partito di un cancelliere indebolito e costantemente criticato. Ma i segnali di una riscossa erano visibili da settimane e il primo posto era tra le teoriche possibilità. Due mesi fa la Spd viaggiava al 19%, un mese fa al 22%.
La risalita non viene tanto attribuita a Olaf Scholz quanto al «governatore» Dietmar Woidke, 62 anni, nato nella Ddr, ex agronomo, molto popolare, che governa da 11 anni e sul primo posto aveva scommesso tutto. Non la camicia, ma direttamente il proprio ritiro dalla politica. Se non arrivo primo – aveva annunciato Woidke un mese fa – cederò il passo, anche se la Spd dovesse restare al governo. Poi ha detto che nel Brandeburgo si trattava di questioni regionali e chiesto che il governo restasse lontano dalla sua Potsdam. Incluso Scholz che nella ex città degli scambi di spie della guerra fredda, della corte prussiana e dei monumenti Unesco, ci vive.
Ma forse è ingiusto con il cancelliere pensare che tutto ciò non lo riguardi. Perché anche per Scholz le ultime settimane sono state di rilancio, segnate da un’insolita combattività. Da mesi si diceva che se la Spd fosse stata sconfitta a settembre, se avesse perso l’unico Land nell’Est dove governa, ossia il Brandeburgo – il più ricco, l’entroterra culturale ed economico della capitale, feudo «rosso» dalla caduta del Muro di Berlino – insomma, se anche qui fosse arrivato il tracollo, per il governo Semaforo sarebbe potuta essere la fine. Ma c’è di più. Un cattivo risultato per Scholz avrebbe aperto quasi certamente la lotta interna alla Spd, le rivolte e i tentativi di sostituirlo. Se non come capo del governo, almeno come candidato cancelliere nel 2025. Tutte queste ipotesi ora saranno rimescolate.
Più negativo invece il risultato della Cdu, che tra un anno nelle elezioni nazionali punta a guidare la Germania. Il 12% è un calo di oltre tre punti rispetto a 4 anni fa. Non è un grande inizio per Friedrich Merz, che questa settimana si è candidato a cancelliere. Certo, può sempre fare un scrollata di spalle e dare la colpa al suo candidato in Brandeburgo, Jan Redmann, 44 anni, che qualche settimana fa è stato sorpreso a guidare un monopattino elettrico da ubriaco. Forse, presagendo un contraccolpo dal Brandeburgo, Merz ha voluto anticipare i tempi e scendere prima nell’arena. Ma anche la sua corsa non sarà senza rischi.