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 2024  settembre 22 Domenica calendario

Unicredit e CommerzBank, l’invito del ministro a Orcel per comprare, poi il passo indietro

Il governo tedesco avvierà un’indagine per capire come sia stato possibile che l’italiana Unicredit abbia acquisito per intero la quota del 4,5% di Commerzbank messa in vendita. Dalla cancelleria è filtrata fin da subito «sorpresa» per l’operazione, conclusa l’11 settembre, che vede ora la banca italiana quale secondo azionista dell’istituto con il 9% del capitale. Ma se l’indagine andrà avanti, ancora più sorprendente per Berlino sarà il risultato: è stato lo stesso governo tedesco a invitare Unicredit a presentare un’offerta per il 4,5% di Commerzbank. Nessun altro. La ricostruzione di quella giornata e il confronto con alcuni operatori non lasciano molti dubbi: l’iniziativa non è partita da Unicredit, ma dal ministero delle Finanze tedesco, il quale era stato messo al corrente che l’istituto italiano aveva già raccolto sul mercato un altro 4,5% di Commerz. Quest’ultimo punto sembra confermato dallo stesso amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, quando giorni fa ha detto a Bloomberg Tv che Berlino era “ben consapevole” che la sua banca aveva già una quota del 4,5% del secondo istituto tedesco. Orcel ha aggiunto che l’acquisto di un ulteriore 4,5% dal ministero delle Finanze non poteva «sorprendere nessuno», perché Unicredit era stata trasparente «da tempo» sulle intenzioni. Si arriva così alla tarda mattinata di quell’11 settembre, quando parte il collocamento accelerato della prima quota in mano allo Stato federale. I consulenti del ministero delle Finanze di Berlino invitano vari potenziali investitori istituzionali a presentare offerte. Fra questi c’è Unicredit. Dalla banca milanese si manifesta interesse per l’acquisto dell’intera quota e si inserisce un ordine nel book che, a fine asta, risulterà vincente. Non emergono di forzature o di un’azione che non sia stata coordinata con il ministero delle Finanze di Berlino. Non solo. La stessa reazione di una parte dell’establishment tedesco è tutt’altro che ostile. Il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, si limita a dire che i regolatori «guarderanno molto da vicino» all’operazione, ma nel merito: Nagel sottolinea che a contare è la complementarietà fra Commerz e Unicredit e la nascita, da un’eventuale fusione, di un’azienda «competitiva». Non è certo un muro, anche perché HVB è controllata da Milano da un quindicennio e sostiene da tempo sia i grandi gruppi che il Mittelstand tedesco. Dal mondo delle imprese non si levano voci contrarie a Unicredit. Dal mondo politico di Monaco di Baviera, sede di HVB, neanche. Si inalbera invece Olaf Scholz, messo subito sotto pressione dai sindacati di Commerz che temono licenziamenti. Il cancelliere socialdemocratico vuole provare a tamponare l’emorragia di consensi che lo ha già profondamente indebolito. Tanto gli basta per agire all’opposto delle raccomandazioni del recente rapporto di Mario Draghi di creare un mercato unico dei capitali in Europa: lo stesso che Scholz ha appena finito di applaudire.
L’indagine
L’avvio dell’indagine sulla vendita del 4,5% al gruppo di Piazza Gae Aulenti