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 2024  settembre 22 Domenica calendario

Sparisce l’obbligo di assicurare casa


ROMA Ogni giorno sembra avere la sua pena per la maggioranza. Dopo la bagarre sugli extraprofitti, mentre Giorgia Meloni vola a New York per l’Assemblea dell’Onu, ci pensa il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, a movimentare il weekend con la sua uscita sull’obbligo per i cittadini di assicurare le proprie case dagli eventi climatici. Poi il ministro di Fratelli d’Italia si corregge: no è facoltativo, resta un obbligo solo per le imprese. Ma intanto la burrasca gli si scatena in casa. La maggioranza si spacca di nuovo per alcune ore, Lega e Forza Italia non condividono affatto, anzi di più. Stroncano sul nascere l’idea.
Matteo Salvini, il leader della Lega, è a Piacenza ospite di Confedilizia e picchia duro, tra gli applausi: «Lo Stato può dare delle indicazioni, questo vale anche per l’assicurazione, può dare un consiglio, però non viviamo in uno Stato etico, dove lo Stato impone, dove lo Stato vieta o obbliga a fare». E non sono le parole solo di un capopartito, sono il pensiero del vicepremier del governo Meloni che è pure ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. Un ministro contro l’altro.
«No a nuove tasse per i cittadini a favore delle compagnie assicuratrici», tuona la Lega. Ma anche Forza Italia, con Renato Schifani, il governatore siciliano, da Siracusa mette le cose in chiaro: «Le polizze? C’è chi può permettersele e chi no. Secondo me, bisogna affrontare queste calamità in chiave strutturale, al di là della capacità dei singoli di potersi consentire una polizza o meno. La responsabilità delle istituzioni deve essere quella di fare in modo che i cittadini siano tutelati a tutto tondo da questi eventi, non in maniera quasi classista».
Così, di fronte a questo fuoco di fila,per giunta fuoco amico, Musumeci, siciliano come Schifani, chiarisce: «L’obbligatorietà della polizza assicurativa contro i rischi naturali è un’iniziativa non mia ma del governo, votata dal Parlamento, si tratta di una norma già inserita nella legge di Bilancio 2024 e riguarda le imprese, escluse quelle agricole. Io ho aggiunto solo che questo processo non può non riguardare i privati e le famiglie, gradualmente. La prevenzione non può essere un obbligo a carico delle istituzioni, deve esserlo anche a carico dei cittadini. Nessuno però ha parlato di obbligo. Può essere una scelta assolutamente volontaria. Per quanto riguarda le famiglie e quindi le abitazioni, si è aperto un ragionamento, per capire intanto se le compagnie di assicurazione sono disponibili».
Un ragionamento, già. E dunque caso chiuso? Macché. Salta fuori pure l’emendamento, nel decreto Omnibus, piazzato da tre senatori di FdI – Paola Ambrogio, Guido Liris e Fausto Orsomarso – per chiedere di prorogare di un anno, al 31 dicembre 2025, il termine entro il quale le imprese, secondo la legge di Bilancio 2024, sono tenute a stipulare le polizze anti calamità.
I conti
Il testo proponeva il rinvio di un anno. La preoccupazione per i conti ha spinto al ritiro
Reazioni? Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (Lega) è letteralmente allibito, pensando ai riflessi del rinvio sui conti. Anche Giorgia Meloni già in viaggio verso Biden è stata avvertita. Insomma l’emendamento, et voilà, viene ritirato in tutta fretta dal fascicolo delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, che da domani inizieranno il voto sulle modifiche. Chiaro il motivo: i tre senatori di FdI sono stati «convinti» in extremis, per scongiurare altre fibrillazioni tra gli alleati.
Perciò, domani, come se nulla fosse accaduto, al Mimit, il ministero delle Imprese e del Made in Italy, il ministro Adolfo Urso (anche lui FdI) potrà illustrare alle associazioni di categoria i contenuti dello schema di decreto attuativo, concordato con Giorgetti, necessario per rendere operativa la norma della legge di Bilancio che prevede entro il 31 dicembre di quest’anno l’assicurazione obbligatoria delle imprese (eccetto quelle agricole) contro gli eventi climatici.
«Non ci sarà nessun rinvio al 2025», tagliano corto dal dicastero di Palazzo Piacentini. La maggioranza così torna compatta. Almeno fino a domani.