la Repubblica, 22 settembre 2024
Tutti vogliono bene a Lillo
Tutti vogliono bene a Lillo Petrolo e tutti ne vogliono anche di più ad Amazon Prime Video. Per cui è appena arrivata la seconda stagione della serie Sono Lillo: per chi ignora l’antefatto, una rapida sintesi. Lillo, comico benemerito, partecipa a Lol e vi porta il personaggio di Posaman. Si capisce subito che il supereroe «che si spara le pose» è una di quelle invenzioni che riescono poche volte e diventano popolarissime (e dire che avrebbe meritato di più NormalMan, il supereroe di tempi andati, quello che era cento volte cretino ma con i nuovi superpoteri diventa uno normale: quella era quasi letteratura). Posaman diventa la gag obbligata per Lillo e lui alla riconoscente Prime Video decide di dedicare una serie comica incentrata proprio sul suo essere diventato prigioniero di quel personaggio. E chiamando il suo gruppo di amici e complici, che annovera nomi da prima fila della comedy di casa nostra. A partire da Corrado Guzzanti per proseguire con Pietro Sermonti, Marco Marzocca, Katia Follesa, Paolo Calabresi etc. La storia, anche e soprattutto in questa seconda stagione, è esile e fatua – Lillo si ritrova costretto a girare una serie tv per un gruppo di produttori camorristi – e risente moltissimo dell’adorazione del protagonista per fumetti ed evoluzione fantasy dei medesimi. Avendo il nostro eroe superato i sessanta da un po’, diciamo che ormai non ha senso chiedergli di smetterla. Certo, a veder sfilare i Guzzanti e Sermonti di cui sopra, verrebbe da desiderare di giocare un po’ agli adulti, in futuro – con quella gente e un testo ben scritto e destinato ai più grandicelli si rilancerebbe tutto un genere, magari). Ma probabilmente dovrebbe arrivare a chiederlo Jeff Bezos in persona. E quindi va bene così, tra una mezza risata e un’altra e godendosi la simpatia di tutti quanti: in più, stavolta, guest star di prima categoria che giocano agli stand up comedian o in altri cameo, da Nino Frassica ad Anna Bonaiuto, a Maccio Capatonda e tanti altri.
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