Corriere della Sera, 21 settembre 2024
Sulla nuova edizione dei Salotti di Mauro della Porta Raffo
La fotografia che vedete è in qualche modo storica: illustra il momento nel quale Sophia Loren scende da una Mercedes 300 SL «Ali di Gabbiano» davanti al Cinema Impero, accolta con tutti gli onori e da una folla osannante, per intervenire da protagonista alla serata a lei dedicata dal Festival Cinematografico di Varese. Correva il 1955, Sophia era ventunenne.
Sessantanove anni dopo, quella scena potrebbe ripetersi. O meglio, queste sono la speranza e l’augurio di Mauro della Porta Raffo, il Gran Pignolo della tv nonché personaggio molto attivo nella vita culturale della città in cui vive dall’infanzia.
«Il 25 settembre, nel Salone Estense del Comune, riprendo i miei Salotti dopo oltre quattro anni di interruzione, prima a causa dell’emergenza sanitaria e poi della definitiva chiusura dello storico locale nel quale si svolgevano. Ci tenevo a riavviare una tradizione cominciata nel 1999 e che ha visto qualcosa come 250 ospiti di vari mondi, con l’esclusione, per mia scelta, della politica».
Sophia Loren ieri ha compiuto 90 anni: «Mi piacerebbe che tornasse per una giornata a Varese, memore di quella del lontano passato: la tratteremmo come una regina, le faremmo firmare il libro d’oro». È un foglio infilato in una bottiglia consegnata ai flutti di un oceano? «Le ho fatto avere il messaggio per vie traverse — spiega della Porta Raffo —, qui invece glielo dico in modo diretto: dovesse leggere il Corriere della Sera… Di mezzo, comunque, non vedo un oceano: forse è solo un mare. O un lago».
Non è casuale la «voglia» di Loren di MdPR, classe 1944, che nel 1955 era un ragazzotto. Il primo dei Salotti del nuovo corso riguarda infatti una retrospettiva sui tre anni gloriosi, 1953, 1954, 1955, in cui Varese parlava di cinema «e faceva concorrenza addirittura a Venezia». Organizzava Manlio della Porta Raffo, padre di Mauro e presidente di un Ente di promozione turistica che aveva i mezzi per pensare in grande.
«Il Festival di Varese del Cinema creava prima di tutto un collegamento con Cinecittà. Tutti i grandi attori lo frequentarono e la prassi proseguì quando, dal 1956 al 1965, l’iniziativa fu trasferita alla rassegna “Noci d’oro”: agli attori emergenti, ma anche a quelli affermati, davamo il simbolo di un prodotto delle nostre terre».
Tra rassegna del Cinema e Noci d’oro, Varese ebbe una ribalta di primo piano: si tenevano anche incontri e conferenze, non solo proiezioni. «Intervennero registi come Fellini e Rossellini e, tornando alla programmazione del Festival, ricordo che “La Strada”, film proprio di Fellini, fu presentato qui assieme ad altre pellicole diventate famose: tra queste “Marty, vita di un timido”, che vinse l’Oscar e fu Palma d’Oro a Cannes, o “Marcellino pane e vino” di Ladislao Vajda, con protagonista Pablito Calvo, del quale conservo foto dei momenti in cui giocavamo assieme da bambini».
A proposito di immagini, nell’album del Gran Pignolo, in relazione alla rassegna, ci sono pure quelle di Gina Lollobrigida e di Marisa Allasio (famosa per «Susanna tutta panna»): «La Lollo venne nel 1954, la Allasio la ospitammo nel 1956. Assieme a Silvana Mangano, che a Varese però non incontrammo mai, rappresentavano le cosiddette “maggiorate”.
Ecco, il 25 settembre riprendo i Salotti dando spazio alla presentazione del libro a loro dedicato di Federico Vitella, docente di Storia del Cinema all’Università di Messina».
Può essere un modo per rilanciare la vocazione di Varese per la Settima Arte? «Chissà. A volte prima che i quattrini serve avere un’idea. E amministratori che ci credano e la coltivino».