Libero, 20 settembre 2024
In Russia mancano i poliziotti: sono al fronte
In Russia mancano agenti di polizia perché preferiscono arruolarsi nelle forze armate e lottare in Ucraina. L’emorragia che affligge la polizia russa è confermata da Meduza. Il ministro degli Interni Vladimir Kolokoltsev lamenta che già nell’autunno 2022 mancavano all’appello 90.000 posti di lavoro nella polizia e nella primavera 2024 si è arrivati a 152.000 posti vacanti. Ciò riguarda la polizia e la guardia penitenziaria, il che significa che molte carceri sono sguarnite.
Nell’enorme paese manca il 19% dei poliziotti necessari e si sale al 25% in regioni come Primorsky e Magadan. Stipendi bassi spingono molti giovani a preferire lavori meno rischiosi e meglio pagati, facendo rivivere alla polizia la “crisi di vocazioni” degli anni Novanta. Quelli che vogliono rischiare scelgono l’esercito, si tratti di reclute volontarie o poliziotti che decidono di cambiare lavoro. Il salario base di un agente è di 25.000 rubli al mese, 272 dollari, mentre un soldato a contratto parte da 160.000 rubli al mese, ben 1800 dollari.
Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato ieri la sfida al piano ucraino da 1 milione di droni, fra grandi e piccoli, annunciando che la Russia s’appresta a decuplicare la sua produzione di velivoli senza pilota. Lo “zar” ha notato che nel 2023 le forze russe hanno ricevuto ben 140.000 droni, dai grossi modelli a lunga autonomia ai piccoli ordigni usati dalla fanteria come telecamere volanti e «munizioni circuitanti». Ha dichiarato che «nel prossimo anno la loro produzione aumenterà in modo significativo, di quasi 10 volte». Putin parlava a una commissione industrial-militare, spronandola a supportare le piccole aziende in grado di produrre droni, fra i quali saranno scelti i modelli migliori. Del piano fa parte il potenziamento della fabbrica di Yelabuga, nel Tatarstan, dove i russi producono su licenza droni iraniani Shahed. Era prevista, a luglio 2023, una produzione di 6.000 droni in due anni, entro l’estate 2025, ma già ad aprile 2024 era arrivata a 4.500 unità e si sta assestando su 6.000 all’anno.
Il presidente ucraino Volodymir Zelensky, galvanizzato dal bombardamento che ha distrutto un deposito di missili russi, ha dichiarato «pronto il piano della vittoria». Sarà in America il 26 settembre per vedere Joe Biden, Kamala Harris e, forse, Donald Trump. Nella regione russa di Kursk, l’incursione ucraina avanza nell’area di Glushkovo, ma è arginata in altri settori. Nel Donetsk, i russi hanno preso Gheorghievka e sono avanzati nell’est di Toretsk. Mosca afferma d’aver distrutto finora «due terzi dei carri armati americani M1 Abrams forniti a Kiev», cioè circa 20 su 31 totali.