La Stampa, 20 settembre 2024
Bambolotti sulle statue inglesi per la paternità
Vogliono stare a casa quando nasce un figlio. Chiedono gli stessi diritti delle madri. Vogliono fare i padri insomma. E hanno messo in piedi una protesta gioiosa, colorata e intelligente per attirare l’attenzione sul problema. Cioè hanno attaccato alle statue di uomini famosi dei bambolotti di neonati a grandezza naturale, fasciati nei porta bebè. Hanno scelto uomini tutto d’un pezzo (di bronzo) che non ti immagini con un bebè in braccio. L’ingegnere vittoriano Isambard Kingdom Brunel, che ha firmato la rete ferroviaria inglese, il primo tunnel sotto il Tamigi e altri famosi ponti ancora oggi in piedi. C’è l’attore Laurence Olivier, famoso tombeur de famme. C’è Gene Kelly. Ci sono anche i calciatori Thierry Henry e Tony Adams. E così le piazze di Londra e di altre città inglesi e della Scozia grazie agli attivisti di Dad Shift, che significa appunto «Il turno dei padri» (fondato da George Gabriele e Alex Lloyd Hunter), si sono colorate di fasce colorate e bambolotti.Perché la legge prevede sì il congedo parentale per gli uomini, ma poi tutti sanno come va a finire. Un po’ ovunque. Le donne stanno a casa, gli uomini no. In Inghilterra inoltre sono solo due settimane e con una copertura finanziaria a dir poco ridicola: 184, 03 sterline a settimana, più o meno 210 euro. Anche in Italia sono solo dieci giorni, ma almeno lo stipendio è al cento per cento. E comunque da noi per mentalità, tradizione e retaggio culturale sono in pochi a chiedere quei giorni. Dura a morire l’idea che occuparsi dei figli sia una cosa che sminuisce e la figura del «mammo» è ancora lì, sempre in agguato, pronta a uscire dall’armadio della nonna, con tutto il suo portato retrogrado. Le donne fanno i figli e li curano, gli uomini sono i cacciatori che escono al mattino e portano a casa la pagnotta. I «bread winners» come dicono gli inglesi per rendere concreta l’idea di pagnotta.Nel mondo al contrario che farebbe venire l’orticaria a Vannacci e ai suoi accoliti invece le cose potrebbero funzionare in maniera diversa e sicuramente meglio, soprattutto quando l’Occidente ha un chiaro problema di denatalità. Se passasse questo semplice concetto che i figli sono di entrambi i genitori e non solo delle madri, le donne forse (e dico forse, perché ci sono tanti altri elementi in ballo) farebbero figli più allegramente e a cuor leggero. La maternità è ancora considerata il discrimine: la carriera delle donne si ferma, iniziano a guadagnare meno, finché al secondo figlio una su due lascia il lavoro (questo in Italia).Uno pensa che in Gran Bretagna, paese nordico, patria del welfare, paese woke e liberale, gli uomini stiano a casa a fasciare il bebè e non al pub a giocare ai cavalli e a tirare freccette. Invece no. Anche in Inghilterra il carico famigliare è sulle donne e meno male ci sono dei giovani padri che rivendicano il proprio turno. Il sondaggio condotto da Dad Shift per il lancio della campagna rivela che il 90 per cento dei padri dice di voler partecipare maggiormente alla vita dei propri figli. E perché no, dopo tante chiacchiere sulla parità di genere? Gli attivisti hanno scritto una lettera aperta la primo ministro laburista Keir Starmer, dove si legge: «Un congedo parentale adeguato è un bene per le madri, per i bambini, per i padri e anche per la società. I Paesi con un congedo di paternità di sei o più settimane hanno un divario retributivo di genere inferiore del 4 per cento e un divario di partecipazione alla forza lavoro inferiore del 3,7 per cento, il che significa che il cambiamento può contribuire a far crescere l’economia aiutando le famiglie britanniche». Invece, vista l’esiguità della retribuzione durante il congedo, solo i ricchi possono permetterselo. Un’altra ricerca dice infatti che nel Regno Unito solo un padre su tre ha usufruito del congedo di paternità. Il partito laburista ha promesso nel suo manifesto che il suo governo avrebbe «rivisto il sistema di congedo parentale, in modo da sostenere al meglio le famiglie che lavorano, entro il suo primo anno di governo».Intanto è bello vedere le statue con i bambolotti al collo, anche perché i cambiamenti vengono sempre quando scatta qualcosa nella testa della gente. E per ora la rappresentazione del padre e della madre sono ancorate al passato. Basta pensare che alle donne si domanda spesso del proprio ruolo di madri o di mogli, mentre agli uomini mai. Gli attivisti di Dad Shift vogliono che sia il loro turno anche per la domanda: come fa a far tutto? Non vorremo mai negargli questa gioia.