La Stampa, 20 settembre 2024
Giuli accoglie gli ospiti del G7 parlando in latino
Napoli – Si è aperto il G7 della Cultura, i tre giorni in cui attorno a palazzo Reale a Napoli si ritroveranno i rappresentanti delle più importanti potenze mondiali per discutere del futuro della cultura. Avrebbe dovuto essere il grande palcoscenico di Gennaro Sangiuliano, la tribuna attraverso la quale consolidare il suo progetto di un futuro politico alla guida della Campania a cui ha lavorato con tenacia fin dal primo istante in cui ha messo piede al ministero della Cultura. Ad accogliere le delegazioni e a fare gli onori di casa è stato invece Alessandro Giuli, catapultato alla guida del ministero due settimane fa quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha capito che salvare Sangiuliano dalla serie di accuse sparate a raffica da Maria Rosaria Boccia non era più possibile.Da quel momento, dimenticare Sangiuliano è stato l’obiettivo di governanti nazionali e locali. Gennaro Sangiuliano però non ha resistito alla tentazione di far esplodere anche lui un suo petardo in questa gara di fuochi d’artificio in cui si è trasformato il G7 della Cultura a partire dalla fine di agosto. Ha denunciato Boccia alla vigilia dell’inaugurazione del grande evento, riconquistando un pezzo di scena mediatica nei giorni che avrebbero dovuto vederlo protagonista assoluto.Dimenticare Sangiuliano è il mantra che si ripete nelle stanze del ministero della Cultura, dove Giuli sta passando al setaccio le decisioni dell’ex ministro. Una settimana fa, durante il suo primo intervento alla Camera come ministro, rispondendo a un’interrogazione di Italia viva, aveva annunciato che la commissione di esperti del cinema nominata in tutta fretta da Sangiuliano prima di andare via è oggetto di un’attenta «verifica e revisione» e che punterà innanzitutto a garantire l’equilibrio di genere che il suo predecessore non aveva rispettato. Cancellata anche la decisione di spostare la Soprintendenza per il patrimonio culturale subacqueo da Taranto a Napoli. Era un altro tassello della rete che l’ex ministro stava tessendo per rafforzare il suo potere in Campania, Giuli due giorni fa ha annunciato che la competenza sul patrimonio subacqueo resterà a Taranto.Dimenticare Sangiuliano è anche l’obiettivo del sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio. Per giorni è stato in bilico l’evento previsto per oggi, la visita agli scavi delle delegazioni del G7, seguita dal concerto diretto da Beatrice Venezi e da una cena. Era l’evento a cui Maria Rosaria Boccia ha sostenuto di aver lavorato accedendo a informazioni riservate. Alla fine la visita è stata confermata e il sindaco avrebbe voluto che la conferma bastasse a mettere fine alle polemiche: «Ormai l’ informazione è stata data, il ministro alla fine correttamente ha rassegnato le dimissioni, la cosa bisognava chiuderla lì».Nessuno chiude nulla e nessuno dimentica, invece. Soprattutto a Pompei, dove l’opposizione in consiglio comunale ha ricostruito con cura quella che viene definita la «triade Sangiuliano-Boccia-Lo Sapio», ognuno con il suo obiettivo da raggiungere. «Il sindaco si muove come se la casa comunale fosse sua, privatamente ha gestito il rapporto con Boccia e con Sangiuliano», accusa Domenico Di Casola, che insieme agli altri consiglieri di opposizione ha presentato una settimana fa un dossier di 40 pagine sulla vicenda. Maria Rosaria Boccia è stata «usata e scaricata», sottolinea Di Casola. Mentre Marino Veglia, anche lui consigliere di opposizione, mette in fila gli episodi dell’intreccio di riconoscimenti, premi e chiavi d’oro che ha portato la «triade» a sostenersi a vicenda. «L’obiettivo del sindaco era crearsi una rete per sostenere la candidatura di Pompei a capitale della cultura del 2027», spiega Di Casola. «Noi siamo felici che si lavori a questo obiettivo ma non siamo d’accordo con il metodo usato», aggiunge. Di rete in rete e di sostegno in sostegno, si è finiti con le dimissioni di Sangiuliano e con Alessandro Giuli che ieri ha dato il benvenuto ai delegati del G7 e oggi coordinerà i lavori che si concentreranno sui rapporti con le economie emergenti e le nazioni in via di sviluppo, sulla cultura come «architrave identitario di un popolo», la protezione del patrimonio culturale ucraino, le sfide dell’intelligenza artificiale nel settore creativo e l’impatto dei cambiamenti climatici sui beni culturali.Accogliendo gli ospiti, Giuli ha citato il latino che tanto ama: «Fecisti patriam diversis gentibus unam, Hai dato una patria ai popoli dispersi in cento luoghi. In questo solo la cultura può riuscire. E oggi, ai nostri illustri ospiti del G7, diciamo: benvenuti a casa vostra».Come si dice in latino: dimentichiamo Sangiuliano?