la Repubblica, 20 settembre 2024
Allarme nascite basse in Asia
Corea del Sud, Taiwan, Singapore, Hong Kong, le tigri asiatiche. Siamo abituati a considerarli paesi avveniristici. Ultradinamici. Con alle spalle un periodo intensissimo di crescita economica, che li ha fatti volare in vetta alle classifiche per aumento del pil. Che hanno conosciuto grandi trasformazioni in un periodo concentrato di tempo. Eppure guardate cosa li accomuna: una fecondità bassissima, più bassa della nostra, meno di un figlio per donna, come la Sardegna.0,7 figli per donna La Corea del Sud e Hong Kong, 0,86 Taiwan e 0,97 Singapore. Il dato tra il 2000 e il 2005 vedeva solo Taiwan con 2 figli. Singapore e Corea del Sud erano già a 1,4 e Hong Kong a 1. È una bassa fecondità che si è protratta nel tempo e che quindi sta lasciando un segno indelebile sul futuro della popolazione, in modo più accentuato che nel nostro Paese. Si è innescato il circolo vizioso. Se il numero di nati è molto più basso di 20 anni fa, e ciò è avvenuto per tanti anni di seguito, tra 20 anni ciò comporterà una forte riduzione delle donne in età feconda che possono avere figli. Quelle donne dovrebbero avere un numero di figli molto più alto delle generazioni nate 20 anni prima, per garantire lo stesso numero di nati della fase precedente. Cosa realisticamente non credibile, perché gli stili di vita cambiano, il modo di vivere delle donne pure e anche perché sono pochi i paesi che intervengono in tempo con politiche adeguate sistemiche ad ampio spettro che affrontino insieme tutti gli aspetti che incidono sul rinvio o rinuncia ad avere figli: il costo dei figli, lo sviluppo dei nidi e dei servizi dell’infanzia, congedi parentali adeguatamente retribuiti, numero di giorni di congedo di paternità paritario con le madri, un clima lavorativo friendly e attento alla qualità del lavoro, in termini di ore lavorate e stress da lavoro. Quale è il problema che sta emergendo? Il numero di ore lavorate è molto elevato, la competizione sul lavoro è molto forte. Le donne sono cresciute fortemente nel loro livello di istruzione evogliono realizzarsi sul lavoro. La Corea del Sud ha la percentuale più alta di laureate tra le giovani, il 75%. Ma pur essendo così avanti nell’istruzione le donne si scontrano con ambienti di lavoro rigidi, competitivi e allo stesso tempo aspettative molto tradizionali di divisione dei ruoli della coppia da parte di uomini e generazioni precedenti. Un quadro così rigido già in sè induce alla rinuncia anche a sposarsi. A Hong Kong le donne con figli hanno un tasso di occupazione sotto al 50% e quella senza figli sopra al 60%. Le ricerche condotte lì sulle intenzioni di avere figli evidenziano che l’intenzione c’è, laddove la divisione dei ruoli nella coppia è più simmetrica. L’avere un figlio entra direttamente in competizione sulla possibile realizzazione sul lavoro. A ciò vanno aggiunti i costi esorbitanti delle abitazioni soprattutto in grandi città come Seul dove il numero di figli per donna è 0,5. A Singapore si discute se è colpa delle donne un numero di figli così basso e c’è chi contesta il tasso di fecondità.E i governi sono preoccupati perché stanno spendendo molto su politiche di sviluppo dei servizi o sul costo dei figli, ma la situazione non cambia. E ciò anche perché sono arrivati in ritardo a scegliere questa strada. I governi fanno bene a preoccuparsi perché sanno che potranno pagare anche in termini di sviluppo economico tutto ciò.Dovranno probabilmente rivedere le loro politiche migratorie e aprirsi di più all’arrivo dei lavoratori stranieri.E pensare seriamente a un ridisegno delle prospettive di sviluppo, ad avviare una grande rivoluzione culturale, un grande cambiamento nella visione del lavoro, della sua qualità e della divisione dei ruoli di genere nella famiglia, nella società. Qualità della vita, non sfruttamento sul lavoro, gender gap nei salari. Se non lo faranno, se non si reinventerranno, avranno seri problemi anche in termini di sviluppo. È curioso che si possa pensare che serviranno allo scopo le app di incontri, offerte dal governo coreano, o i sussidi per invertire una vasectomia e per slegare le tube.