Corriere della Sera, 20 settembre 2024
La svolta del Mossad sotto la guida di Yossi Cohen
Gerusalemme – La parlantina brillante, il sorriso lucidato quanto i capelli sempre impomatati, hanno reso Yossi Cohen il più riconosciuto tra i capi del Mossad. Anche troppo. Prima di lui gli israeliani ricordavano a malapena il nome della superspia e fino al 1996 neppure lo sapevano, il direttore dell’Istituto veniva indicato solo con l’iniziale. Pur con la sua fame di telecamere per chi dovrebbe restare nell’ombra a dieta di notorietà, gli analisti riconoscono a Cohen, in carica tra il 2016 e il 2021, di aver re-instillato negli agenti segreti la spavalderia per i piani audaci e soprattutto di aver evitato imbarazzi come quello di una quindicina di anni fa: undici degli agenti nella squadra spedita in un hotel di Dubai a uccidere Mahmoud al Mabhouh, considerato il trafficante d’armi in capo per Hamas, erano stati compromessi dopo l’omicidio dalle telecamere di sorveglianza.
Sotto la guida di Cohen l’agenzia impegnata nello spionaggio e nelle operazioni all’estero mette a segno una serie di colpi in Iran, tutti ordinati per rallentare il programma atomico voluto dagli ayatollah. Dall’assassinio di Mohsen Fakhrizadeh – fisico nucleare e generale dei Pasdaran – fino al raid in un villaggio fuori Teheran per trafugare un intero archivio segreto di 55 mila pagine e 183 Cd-Rom: la squadra di 007 – ha ricostruito il New York Times — aveva 6 ore e 29 minuti per disabilitare gli allarmi del magazzino, attraversare varie porte blindate e fuggire verso il confine con mezza tonnellata di materiale.
È probabile che l’operazione pager sia stata messa in moto quando Cohen era ancora direttore e proseguita dal successore David Barnea, cresciuto nelle missioni clandestine. Al progetto avrebbero partecipato varie unità d’intelligence anche dell’esercito, tra cui la 81 – una delle più segrete – in cui lavorano ingegneri, fisici quantistici, artigiani della tecnologia che sviluppano sistemi di sorveglianza e armi speciali, sono intervenuti pure durante la pandemia da Covid-19 adattando gli apparecchi casalinghi per l’apnea notturna alle esigenze delle corsie d’emergenza. Lo scacco a Hezbollah potrebbe ristabilire in parte la fiducia degli israeliani nelle forze di sicurezza, perduta dopo l’eccidio del 7 ottobre nel Sud del Paese, anche se il Mossad è tra le istituzioni meno coinvolte nel disastro perché la Striscia di Gaza non rientra tra i suoi territori da monitorare. Il resto del mondo sì.
Così sono i suoi agenti a catturare il gerarca nazista Adolf Eichmann in Argentina nel 1960 per portarlo a Gerusalemme, dove sarà condannato a morte. Sono i suoi agenti a dare la caccia ai palestinesi che hanno partecipato al massacro di 11 atleti all’Olimpiade di Monaco del 1972: vendetta sospesa l’anno successivo dopo che un cameriere viene ucciso per errore in Norvegia e ripresa nel 1979 quando Ali Hassan Salameh di Settembre Nero viene ammazzato a Beirut. Sono i suoi informatori a rivelare dove si trovi Fuad Shukr, il comandante militare di Hezbollah, eliminato alla fine di luglio. E sono i suoi operativi a piazzare l’esplosivo nella stanza di Ismail Haniyeh, leader di Hamas, colpito mentre era ospite degli iraniani.