Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  settembre 19 Giovedì calendario

Il business di Medjugorje, ogni anno 100 milioni di euro

Città del Vaticano – Si espresse con una posizione equilibrata la Commissione internazionale di inchiesta presieduta dal cardinale Camillo Ruini, incaricata di studiare e approfondire il caso Medjugorje. Lavorò dal 2010 al 2014, sotto gli ultimi due papi, Benedetto XVI e Francesco. Diede parere favorevole al valore della prima fase delle presunte apparizioni della Madonna, sollevando però dubbi sullo sviluppo successivo.Il piccolo villaggio nel sud-ovest della Bosnia Erzegovina è diventato celebre in tutto il pianeta a partire dal 1981, quando sei giovani dichiararono di avere avuto delle visioni della Vergine Maria. Da quel momento, il luogo è divenuto meta di pellegrinaggio per milioni di fedeli cattolici, attratti dalla spiritualità e dalla speranza di un’esperienza mistica. Ogni giorno migliaia di persone raggiungono il santuario che santuario non è: per la Chiesa e il Diritto canonico è semplicemente una parrocchia. Attorno a cui ruota un giro d’affari gigantesco, basato sul turismo religioso. Il villaggio, prima poco sviluppato e povero, è oggi un’area vivace, con hotel, ristoranti, negozi di souvenir e articoli religiosi e servizi per i pellegrini. Medjugorje conta oltre 200 strutture alberghiere, che spaziano dai resort di lusso alle pensioni a gestione familiare.Lo scrittore David Murgia, autore di Processo a Medjugorje (Rubbettino editore), afferma che «fede e business mai vanno d’accordo. Eppure il binomio è sempre più consolidato. I pellegrini non hanno solo bisogno di preghiere e candele, ma anche di hotel, ristoranti, bar». E Medjugorje «non fa eccezione. Il business certo qui è presente anche se – come spiegato dalla Commissione Ruini – con moderazione. Certo non mancano hotel lussuosi o locali a cinque stelle, ma il tutto è giustificato dal fatto che il pellegrino è diventato sempre più esigente. Va bene camminare a piedi scalzi sul Podbro (la collina rocciosa delle presunte apparizioni, ndr), ma poi ci si vuole rilassare in una spa».E così, l’indotto del «fenomeno Medjugorje» oggi vale più di 100 milioni di euro l’anno, come confermano gli studi di Murgia. E una tesi di laurea «conteggiava 11 miliardi di euro in 32 anni. Ma questo non mi scandalizza più di tanto. Certo se questa mattina il Vaticano riconoscesse il fenomeno o ne autorizzasse ufficialmente il culto allora le cifre sarebbero da capogiro. Si dovrebbe costruire un vero e proprio santuario, parcheggi, case per ritiri, conventi, monasteri. Un mucchio di soldi».Ma chi va a pregare la Gospa (il nome in croato con cui viene chiamata la Madonna a Medjugorje)? Lo spiega il sociologo dell’Università Cattolica di Milano Luca Pesenti. La sua ricerca è pubblicata nel volume La mia vita è cambiata a Medjugorje, curato da Gerolamo Fazzini (Edizioni Ares). Il campione è di 1.049 questionari: il 77,4% dalla Lombardia, quasi il 13,3% dal Piemonte. Prevalgono le donne, 68,8%. L’età media è alta: meno del 28% è under 50, mentre il 34% ha più di 65 anni. Il 44% è in pensione. Due su cinque tra chi lavora è imprenditore, dirigente, libero professionista o docente universitario. Con proporzione simile, insegnante, impiegato e artigiano. Perché ci vanno? Il 38% per un conforto spirituale; quasi un quarto per chiedere una grazie per sé o per altri; l’11,7% desidera ringraziare per grazie ricevute; il 17,7% per la volontà di un “contatto” con il sacro. E soltanto il 5% è rientrato a casa con un giudizio deludente, mentre la maggioranza dichiara un cambiamento di vita in meglio. E si modifica in positivo l’opinione sulle apparizioni: la certezza assoluta della partenza, espressa dal 41%, dopo il viaggio è manifestata dal 59%.L’esperienza spirituale è senza dubbi straordinaria e coinvolgente. Perciò «quello che mi disgusta – commenta Murgia – è il malaffare che inquina questo fenomeno. Inchieste giudiziarie ancora in corso, purtroppo, indicano Medjugorje come meta anche di traffico di droga e soprattutto come destinazione spirituale di mogli e compagne di camorristi e mafiosi che pensano di lavarsi la coscienza pregando davanti la Gospa». Mentre altre inchieste hanno accusato alcuni veggenti di avere lucrato sulle presunte apparizioni.cMa la fede e la devozione possono superare queste derive.