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 2024  settembre 19 Giovedì calendario

Il bello dei talk


Ora che su La7 ha riaperto i battenti dimartedì possiamo dire che è iniziata la nuova stagione dei talk show, un rito sciamanico che si ripete di anno in anno, un tipo di spettacolo senza rete protetto dal grande ombrello dell’informazione: «un sottogenere artistico che non osa dire il proprio nome» (Walter Siti).
La sorridente determinazione del conducator Giovanni Floris ci aiuta molto a capire il rituale di questa messinscena. Si parte, tanto per gradire, con un numero comico affidato a Luca e Paolo, le cui sferzanti battute devono far ridere ma anche pensare.
Poi, immancabilmente, arriva Pier Luigi Bersani, una figura che si colloca a metà strada fra Il vecchietto delle favole di Gigi Proietti e il comunista di una volta, quello che se i comunisti fossero tutti così... Dopo una bella infornata di buon senso emiliano comincia il turnover della compagnia di giro: Lucia Annunziata, Francesco Storace, Roberto Saviano, Ascanio Celestini, Maurizio Landini, Elsa Fornero... (mi fermo qui perché riempirei la rubrica di nomi).
Tra i piaceri perversi del talk show c’è quello di aver sempre molta gente sempre a disposizione, anche dopo mezzanotte.
Un tempo, la tecnica del talk show era quella di puntare al pareggio delle opinioni, così ci sarebbe stato spazio per la rivincita nelle puntate successive.
Da quando i retequattristi sono diventati più meloniani della Meloni, gli altri talk sentono il bisogno di bilanciare le opinioni in circolo. E poi dicono che uno si butta a sinistra.
Il talk show ha ormai una durata che nessun altro spettacolo può permettersi, sia per i costi, sia per il cast. A dimartedì, come in tutti gli altri talk, gli invitati recitano la loro parte, in modo tale da sfiorare tutti i generi con lo spirito del neofita: si va dal dramma al varietà, dal reality al factual, dall’infotainment alla televendita.
Il bello del talk, dove l’emotività prevale sempre sul raziocinio, è che l’esito non è mai scontato, il copione è aperto e ognuno si aggrappa come può alla sua cattiva stella.