la Repubblica, 17 settembre 2024
Piantedosi porta i ministri del G7 sulle colline di casa sua
MIRABELLA ECLANO (AVELLINO) – «Tira, tiraaaaa». La sommità dell’obelisco, dall’alto dei suoi 25 metri, oscilla pericolosamente mentre sei coppie di buoi trascinano il carro giù per la stretta discesa del corso e gli uomini delle contrade tirano le grosse funi che lo tengono in equilibrio. Facendosi largo tra la folla festante il sindaco Giancarlo Ruggiero, appena rieletto, indica l’uomo che si affaccia sul balconcino a metà dell’obelisco: «Lui è Giotto Faugno, l’artigiano della famiglia che da 155 anni realizza questa meraviglia tutta in paglia. I ministri dell’Interno dei Grandi faranno la foto opportunity sotto il nostro carro, che è il simbolo del G7, il nome di Mirabella Eclano farà il giro del mondo».Eccola la Nusco di Piantedosi come qualcuno (rievocando le origini di Ciriaco De Mita) ha ribattezzato Mirabella Eclano, 8.000 abitanti in un piccolo centro sconosciuto ai più, sperduto nel nulla della Valle dell’Ufita, a 20 chilometri di strade da incubo da Pietrastornina, paese d’origine di MatteoPiantedosi. È qui, a casa sua, che Piantedosi ha deciso di portare i ministri del G7 Interno che si riuniranno dal 2 al 4 ottobre per discutere di strategie di contrasto al traffico di migranti, cybersicurezza, intelligenza artificiale. Nessun legame con queste terre abbandonate dove invece la gente rivendica servizi, trasporti, sanità, diritti di fatto negati in zone dove l’organizzazione di un G7 non può contare su strutture e infrastrutture adeguate agli standard richiesti. E infatti, a Mirabella Eclano, di questo G7 nessuno vedrà nulla. Perché i ministri, i loro staff, gli oltre cento giornalisti internazionali, resteranno blindati a Villa Orsini, proprietà di uno dei più noti possidenti d’Irpinia, dove si svolgeranno i lavori, e nel resort di lusso, Mastro Berardino campo da golf e famosa cantina dove si produce l’aglianico.Unico piccolo centro tra le sedi scelte per lo svolgimento dei G7 di settore in Italia, Piantedosi ha ammantato la sua scelta con «la grande opportunità per presentare l’Irpinia e le aree interne del nostro paese che meriterebbero considerazioni che vanno oltre occasioni come questa». Ma a Mirabella del G7 resterà praticamente nulla. «Speravamo dipoter organizzare manifestazioni collaterali, di poter mettere in mostra i prodotti del nostro territorio, ma ci hanno detto no a tutto. Indirettamente sono arrivati due milioni di euro, 500 li impiegheremo nell’impianto di videosorveglianza, il resto per mettere a posto qualche strada. Ma il nome di Mirabella Eclano avrà una vetrina internazionale che non ha mai avuto», dice il sindaco Giancarlo Ruggero, che il suo ritorno dal G7 l’ha già avuto: rieletto poche settimane fa alla guida di una giunta civica di centrodestra per soli 600 votispinto anche dal rapporto diretto con Piantedosi di cui dice: «Il ministro ha un forte appeal sul territorio, forse proprio perché non viene dai partiti, nell’ultimo anno è stato molto presente. Ancora venerdì ha smentito, ma dobbiamo aspettare le strategie, se alla fine dovesse candidarsi alla guida della regione Campania avrebbe un forte seguito».«Solo un’operazione di forza di demitiana memoria senza averne l’influenza e la statura. L’unico interesse di Piantedosi è costruire un sistema di relazioni di potere nell’Irpinia che fu di De Mita e Mancino. La falsamission del G7 volano del territorio non esiste, è uno specchietto per le allodole su cui sta costruendo il suo ritorno politico ed elettorale», dice Davide Perrotta di Arci Avellino che, insieme ad Acli, Cgil e a decine di altre sigle, sta organizzando il Social Forum, un contro G7 sui temi della pace, del ruolo dell’Italia sullo scenario internazionale, dell’immigrazione. Anche questo lontano da Mirabella Eclano. «Non ci hanno dato l’autorizzazione – spiega Francesca Pesce, di Arci – ci troveremo tra Grottaminarda ed Avellino». Qui sarebbe stato complicato pure far venire le persone, non esiste trasporto pubblico, non c’è mobilità tra questi paesi arroccati e la valle. I ministri li porteranno in elicottero, ma la gente qui tutti giorni è alle prese con l’isolamento, Avellino non ha neanche una stazione ferroviaria. «Se Piantedosi voleva portare l’Irpinia in vetrina avrebbe dovuto rendere protagonista il territorio. L’isolamento produce purtroppo anche rassegnazione e indifferenza – aggiunge Francesca Pesce –. Da questa terra sono partite battaglie come quella di Don Vitaliano al G8 di Genova. Oggi qui del G7 non importa niente a nessuno, i ministri andranno via e qui non sposterà nulla. Conta molto di più la Tirata del Carro».