Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  settembre 17 Martedì calendario

Biografia di Ryan Wesley Routh, l’uomo che voleva uccidere Trump (pure lui)

 In uniforme carceraria e manette, è apparso ieri in tribunale in Florida il 58enne Ryan Wesley Routh, sospettato in quello che sembrerebbe un tentativo di assassinare Donald Trump nel suo campo da golf. I primi capi di imputazione riguardano il possesso illegale di un’arma nonostante i precedenti penali. Le altre accuse arriveranno nell’udienza del 23 settembre. 
In poche ore si sa già tanto di Routh, anche perché era attivissimo online: dai 500 post su X, da altri su Facebook, LinkedIn e da un suo libro emerge il profilo di un uomo di mezza età colmo di indignazione. Proprietario di una piccola impresa edile, dalla North Carolina si era trasferito alle Hawaii e raccontava di costruire case per i senza fissa dimora. Si diceva «pronto a combattere e morire» per l’Ucraina. Nel 2016 aveva votato per Trump ma in un libro autopubblicato nel 2023, «Ukraine’s unwinnable war» (la guerra impossibile da vincere), arrivava a invitare l’Iran a uccidere l’ex presidente («Siete liberi di assassinare Trump») che riteneva responsabile dell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 e dell’«enorme abbaglio» di aver abbandonato l’accordo sul nucleare con Teheran. In un post di aprile su X, scriveva: «La democrazia è in ballo in questa elezione», una frase ripetutamente usata dal partito democratico contro Trump. Per questo Trump e i suoi sostenitori accusano Biden e Kamala Harris di aver fomentato una retorica violenta contro il rivale. 
Routh era stato intervistato dal New York Times e da altri media, poiché si era recato a Kiev nell’estate 2022 per combattere come foreign fighter. Falliti i suoi piani per via dell’età e della mancanza di esperienza militare, aveva deciso di farsi portavoce per l’Ucraina, partecipando a manifestazioni, recandosi al Congresso di Washington e attraverso i social. Quando un altro foreign fighter americano lo aveva criticato su Facebook, Routh aveva dichiarato che «bisognava sparargli». Le forze armate di Kiev hanno preso le distanze, dichiarando che non ha mai combattuto con loro ma che contattava spesso la Legione internazionale dell’Ucraina per proporre «idee senza senso e deliranti». Proponeva di reclutare soldati afghani che lottarono contro i talebani per portarli in Ucraina, in alcuni casi illegalmente dal Pakistan e dall’Iran, a combattere contro la Russia. In un post, chiese a Musk di vendergli un missile per «montarvi sopra una testata da usare contro il bunker di Putin sul Mar Nero ed eliminarlo definitivamente. Per favore puoi dirmi il prezzo?». 
Era stato arrestato otto volte: nel 2002, fermato per strada dalla polizia, era fuggito e si era barricato per tre ore nella sua azienda di costruzioni a Greensboro, in North Carolina, dove aveva una mitragliatrice. Suo figlio Oren, che però non lo vedeva abitualmente, lo ha definito «una persona gentile, un onesto lavoratore, che non avrebbe fatto nulla di folle o violento». Ma ha aggiunto che suo padre odia Trump «come ogni persona di buon senso». 
In un messaggio social a Trump, Routh scriveva nel 2020: «Io e il mondo speravamo che il presidente Trump sarebbe stato un candidato diverso e migliore, ma siamo stati fortemente delusi e sembra che tu stia peggiorando, sei ritardato. Sarò felice quando non ci sarai più». Affermava anche che chi come lui aveva votato per Trump avesse parte della colpa per «il bambino che abbiamo eletto presidente e che si è dimostrato senza cervello». Nel libro scrive: «Sono stanco di sentirmi chiedere se sono democratico o repubblicano, rifiuto di essere inserito in queste categorie». Dal 2019 al 2020 ha fatto 19 donazioni per un totale di 140 dollari a candidati democratici nelle primarie (Tulsi Gabbard, Elizabeth Warren, Andrew Yang). Nel 2024 ha espresso il suo sostegno per Joe Biden e Kamala Harris, mentre al contempo incoraggiava i rivali di Trump nelle primarie repubblicane. 
In un post diretto a Biden in aprile gli consigliava di condurre una campagna elettorale basata sull’America «democratica e libera». Il 16 luglio, giorno del primo attentato a Trump, scrisse a Biden e a Harris di far visita ai feriti e di recarsi al funerale del pompiere rimasto ucciso. «Trump non lo farebbe mai. Mostrate al mondo che cosa fanno i veri leader»