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 2024  settembre 16 Lunedì calendario

La Russa - Tajani, scintille sulle banche

La strada verso la definizione della manovra di bilancio è costellata di interrogativi e variabili. Se la cifra complessiva necessaria al governo sarà di circa 25 miliardi, restano da definire nel dettaglio le priorità.
Di certo una parte importante di questo budget servirà per confermare le misure sul cuneo fiscale (si punta alla proroga del taglio fino a 35mila euro, con l’obiettivo di ampliare il provvedimento in misura ridotta fino a 55-60mila euro), taglio Irpef, aiuti alle mamme lavoratrici e sconti alle aziende che assumono. L’esecutivo, per definire le poste di bilancio, attende l’uscita di alcuni indicatori. Domani il governo esaminerà il Piano di bilancio settennale destinato a Bruxelles, sette giorni dopo l’Istat aggiornerà i dati sui conti pubblici. Il governo spera in una revisione al rialzo del Pil che potrebbe facilitare il reperimento delle risorse, in primis per confermare l’esonero contributivo destinato alle mamme, estendendolo, se possibile, anche alle lavoratrici autonome. Tutto però dipenderà dalle risorse disponibili.
In questo senso, anche in vista dell’«esame preventivo» da affrontare con Bruxelles si torna a parlare della possibilità di tassare gli extraprofitti delle banche. Una possibilità che Antonio Tajani boccia senza appello. «A me non risulta. Giorgetti ha negato anche recentemente di voler fare un intervento di questo tipo e non mi ha mai detto di aver cambiato idea. Non voteremo mai un provvedimento come quello presentato e poi modificato nell’estate del 2023 il sistema bancario ora è sano ma vanno tutelati i piccoli istituti». Un affondo sul quale Ignazio Russa risponde non senza accendere qualche scintilla. «Non c’è bisogno di inalberarsi prima ancora che il tema sia posto», sottolinea la seconda carica dello Stato. «Forse devi fare piacere a qualche banca? Penso di no, perché Tajani non lo farebbe mai, e allora stiamo attenti anche noi a quello che diciamo».
Gli altri interventi a cui sta lavorando l’esecutivo riguardano la revisione verso l’alto dell’assegno unico, che prevede un bonus da 2.100 a 600 euro per il primo figlio minorenne, e variabile tra 1.020 e 180 euro per quelli successivi.
Il desiderio sarebbe di concentrarsi sulla classe media, come spiega il viceministro all’Economia Maurizio Leo al Messaggero. «Una misura che si sta valutando è l’anticipo del bonus befana. «Non è del tutto da escludere che questa misura – un’erogazione a gennaio di 100 euro per le famiglie – possa
essere rivista e anticipata nel 2024 implementando le tredicesime. Vogliamo aiutare le famiglie in un momento particolare dell’anno».
Ci sono poi misure a cui lavora la ministra del Lavoro Marina Calderone. In primis l’allungamento dell’età pensionabile su base volontaria nel settore pubblico e un nuovo semestre di silenzio-assenso per trasferire il Tfr sui fondi pensione e più in generale armonizzare meglio previdenza pubblica obbligata e complementare. E mentre appaiono sempre più in bilico alcuni bonus – in particolare il bonus mobili, il bonus verde, il bonus decoder, il bonus psicologo e le carte cultura – resta alto il pressing della Lega per estendere la flat tax per le Partite Iva oltre la soglia degli 85mila euro. Il Carroccio sa che le risorse sono limitate, ma vuole proseguire il percorso. Per questo sta lavorando a un allargamento della soglia fino ai 90mila euro quest’anno per arrivare il prossimo a 100mila euro, obiettivo che Matteo Salvini reputa imprescindibile: «Dobbiamo osare e allargare la platea»