il Giornale, 16 settembre 2024
Open Arms, Salvini racconta la sua versione dei fatti
U na nave spagnola di una ong spagnola si dirige verso un punto preciso del Mediterraneo, davanti alle coste libiche, per intercettare un barcone carico di immigrati. L’operazione viene filmata casualmente (...)
(...) da un sottomarino della Marina Italiana, che documenta come non ci fosse pericolo imminente. Eppure gli spagnoli agiscono di tutta fretta e si allontanano, senza aspettare le autorità, dicendo no a tutte le opzioni di sbarco. Dalla Tunisia a Malta, fino alla Spagna. Portano a bordo altre persone, restano giorni e giorni in navigazione pur di far rotta verso la Sicilia, rifiutano l’aiuto di Madrid e de La Valletta. Vogliono l’Italia, solo l’Italia, fortissimamente l’Italia. Ecco la storia del processo a mio carico. All’epoca ero Vicepremier e Ministro dell’Interno. Dal primo agosto 2017 al 31 luglio 2018, con Marco Minniti del Pd al Viminale, gli sbarchi furono 42.700. Dal primo agosto 2018 al 31 luglio 2019, con me al Viminale, gli sbarchi furono 8.691. Dal primo agosto 2019 al 31 luglio 2020, con Luciana Lamorgese al Viminale (prefetto gradito al Pd) gli sbarchi furono 21.618. Ovviamente, meno sbarchi significano anche meno morti e meno dispersi nel Mediterraneo. Con me al Viminale, rispettivamente -95% e -55% rispetto all’era Minniti. Numeri che mi rendono orgoglioso. Da italiano, da politico e da padre di famiglia.
Vi racconto questa storia incredibile. Il processo, è bene ricordarlo, è iniziato per il voto del Parlamento. Dopo la crisi di governo che aveva provocato la rottura della Lega con il Movimento 5 Stelle, proprio M5S si era unito alla sinistra (Renzi compreso) per darmi in pasto alla magistratura. Un ministro alla sbarra, non per aver rubato, ma per aver rispettato il programma elettorale col quale avevamo vinto le elezioni del 2018. È il 14 agosto del 2019, quando la nave della Ong Open Arms, con 164 migranti a bordo, si posiziona davanti al porto di Lampedusa dopo aver bruciato intere giornate nel bel mezzo del Mediterraneo, rifiutando ogni soluzione alternativa. Niente Tunisia, no a Malta, mai in Spagna. Solo in Italia! A quel punto inizia il braccio di ferro con l’Unione Europea e con l’allora premier Giuseppe Conte, a cui proprio negli stessi giorni la Lega aveva revocato la fiducia per le gravi inadempienze nell’agenda economica e di sviluppo infrastrutturale.
Mi pare doveroso ricordare quanto successo nell’aulabunker dell’Ucciardone di Palermo, quando il mio avvocato Giulia Bongiorno ha formulato domande aMarc Reig Creus, comandante della Open Arms. Il 29
luglio 2019 Open Arms parte da Siracusa, salvo poi cancellare dal diario di bordo la destinazione dirigendosi al largo della Libia senza annunciarlo alle autorità. «Perché?», domanda l’avvocato Bongiorno. «Perché così ci aveva ordinato l’armatore», risponde il comandante. Poco dopo, ecco che viene intercettato proprio in quella zona un barchino in difficoltà. Un caso o un appuntamento? Secondo Creus, ovviamente un caso... Il comandante assicura di aver voluto seguire le regole: eppure il primo di agosto il governo italiano gli aveva notificato un divieto di ingresso nelle acque territoriali. Open Arms rifiuta di fare rotta verso la Libia... Resta, per quattordici giorni, nel cuore del Mediterraneo. Tanto che La Valletta in una mail ufficiale la accuserà di «bighellonare». Perde tempo anziché fare rotta verso la Spagna, accusa Malta... Il primo intervento della Open Arms è del primo agosto; la nave resterà nel Mediterraneo fino al 20 agosto, e nei giorni precedenti aveva rifiutato di aiutare un’altra Ong che chiedeva di poter trasferire a bordo della nave spagnola alcuni immigrati... Riassumendo: il primo agosto c’è il primo intervento in acque Sar (Search and Rescue) libiche. Madrid suggerisce di contattare la Tunisia. Open Arms non accetta. Il 2 agosto Open Arms prende a bordo altre 69 persone al confine tra le acque Sar libiche e maltesi. Ma il porto sicuro lo chiede all’Italia, che già le aveva espressamente vietato l’ingresso. Il 4 agosto, resta in mare senza dirigersi verso la Spagna. Idem il 5 agosto, il 6 agosto, il 7 agosto, l’8 agosto, il 9 agosto. Ma in quest’ultima data, fa capolino la star internazionale Gere, con tanto di telecamere e fotografi al seguito. Il 10 agosto, dopo un ulteriore intervento, Open Arms prende a bordo altri 39 migranti. Malta si offre di accoglierli, ma il comandante rifiuta di farli scendere per paura di scontri a bordo così racconta e si avvicina invece a Lampedusa. Ci rimane il 10 agosto. E anche l’11, il 12, il 13. Dal 14 agosto, nonostante nel frattempo Madrid maturi la decisione di dare un porto sicuro, scatta l’accusa di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per Salvini. Lo sbarco avviene solo il 20 agosto. Ovviamente in Italia...
(...) Nell’udienza del dicembre 2022 è emerso un fatto completamente nuovo. Si scopre che le procure siciliane, la procura di Roma e la procura militare sapevano che la Ong spagnola Open Arms era riuscita a intercettare il barcone di immigrati in acque libiche grazie a una soffiata... Era uno scafista? Il dubbio è lecito e i dati oggettivi fanno rabbrividire. Perché con tre anni di ritardo siamo venuti a conoscenza che esistevano foto, video e registrazioni della Ong, immortalata da un sottomarino della Marina
italiana. La sua esistenza era emersa... grazie alle dichiarazioni del dirigente del Viminale Fabrizio Mancini. Egli aveva confermato la presenza del sommergibile Venuti della Marina. Il primo agosto 2019 l’unità subacquea aveva ripreso, fotografato e registrato Open Arms e il barcone carico di 50 migranti... Il fascicolo è rimasto chiuso in qualche cassetto nonostante fosse stato segnalato alle procure di Catania, Siracusa, Ragusa, Messina, Palermo, Agrigento, Sciacca e Roma. Eppure né il Tar, né la mia difesa, né il Gup, né il Parlamento che poi decise di mandarmi a processo! hanno potuto visionare e conoscere un materiale così rilevante e che può riscrivere la storia di un processo. Un episodio gravissimo... Il tutto senza dimenticare gli intendimenti di alcuni importanti magistrati italiani: mi riferisco a quanto emerso e riportato dai media con riferimento al procedimento pendente a Perugia a carico del dottor Luca Palamara... Durante il governo Conte 1, emergerà in seguito e l’ho già rammentato, l’allora capo dell’Anm Luca Palamara intratteneva conversazioni telefoniche con alcuni colleghi in cui attaccava pesantemente il sottoscritto e, a proposito degli sbarchi, arrivava a dire: «Salvini ha ragione, ma va attaccato»...
(...) Il 25 agosto del 2018. Molo di Catania. Al largo delle coste siciliane galleggiava la nave Diciotti che a bordo aveva alcuni immigrati. I centri sociali si erano mobilitati per insultare la polizia. Tra loro, nelle prime file, c’era il giudice Iolanda Apostolico, diventata famosa alla fine del 2023 per aver bocciato il decreto Cutro con l’effetto di rimettere in circolazione alcuni immigrati clandestini, clandestini che il governo Meloni aveva deciso di trattenere nei centri per le espulsioni. Ditemi voi: un giudice apertamente ostile alla linea sull’immigrazione del centrodestra, può giudicare serenamente un provvedimento del centrodestra sull’immigrazione?
Sono certo che a Palermo i giudici saranno certamente più equilibrati della collega Apostolico. D’altronde, per un caso analogo a quello Open Arms, sono già stato assolto a Catania...
Io amo ricordare l’articolo 52 della Costituzione. «La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino».
L’ho fatto e lo rifarei.