La Stampa, 16 settembre 2024
Con Dart Fener a bere caffè sotto la Mole
Finora era stata ducato, principato, regno, mai un impero. Eppure, per un giorno, Torino si è scoperta capitale del Nuovo Ordine, l’impero galattico di “Guerre Stellari”. Ieri i personaggi della saga fantascientifica più celebre del cinema sono spuntati dalla Mole Antonelliana come fosse il ventre della Morte Nera, riversandosi per le strade del centro. Un’invasione pacifica, organizzata dal Museo del Cinema a supporto di Movie Icons, la mostra di oggetti cinematografici di scena che in tre mesi e mezzo è riuscita a chiamare a raccolta 300mila visitatori.Scandendo con passo solenne le note della Marcia Imperiale, sfilano in via Montebello il viso avvizzito dell’imperatore Palpatine, la lucida livrea nera del generale Dart Fener, le bianche armature degli stormtrooper armati. A impersonarli i cosplayer della 501th Italica Garrison, divisione nostrana dell’organizzazione di fan formatasi negli Stati Uniti 27 anni fa. Quei costumi se li sono creati da soli, pezzo per pezzo, e per poterli indossare in via ufficiale hanno prima dovuto ottenere l’imprimatur della Lucasfilm. La gente accorsa è tanta, tantissima, una quantità che supera ogni logica aspettativa. Numeri non lontani da quelli che Tim Burton aveva messo insieme lo scorso ottobre, durante il suo tappeto rosso (anzi, viola) alla Mole Antonelliana.Via Montebello trabocca, far procedere le guardie è un’impresa. Faticosamente la sfilata piega in via Po, trascinandosi dietro il pubblico, saturandosi in un attimo. Da via Carlo Aberto sbucano auto che si ritrovano bloccate da cavalieri Jedi che brandiscono spade laser ma soprattutto giovani e meno giovani, nerd e famiglie con il passeggino. Arrivata fin quasi in piazza Castello, la comitiva piega a sinistra sotto i portici, per evitare di cozzare con l’altra massa umana, quella del pubblico del Salone dell’Auto. Alla fine i personaggi di Lucas si infilano da Baratti & Milano e lì tirano il fiato, trangugiando bicchieroni d’acqua. Scoprono il viso, pregandoci di non fotografarli.Sotto l’armatura della guardia imperiale c’è Simone, 30 anni, comasco che vive a Bergamo. Alberto, 57 anni di Milano, indossa la divisa da pilota degli X-Wings. L’ultimo a mostrare il viso è Dart Fener, ovvero Maurizio, 52 anni, anche lui di Milano. Prima incuteva timore, con il casco addosso e l’ansimare metallico, ora è solo un ragazzone sorridente. «Qui sotto si muore» sbuffa, indicando la calotta che regge in mano. Dentro, piccoli display luminosi mostrano l’autonomia della batteria e la temperatura. «Quant’è costato creare questa armatura? Diciamo che con quei soldi ci avrei comprato una buona auto».I membri della 501esima sono volontari, impegnati in giro per l’Italia in una cinquantina di appuntamenti l’anno. «Quelli che amo di più sono le visite agli ospedali infantili. Domenica saremo qui al Regina Margherita, a girare fra le corsie. Il ricordo più bello? In un ospedale tedesco, quando un piccolo malato ci chiese di diventare uno Jedi. Credo di non aver mai visto un bambino più felice di così».