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 2024  settembre 16 Lunedì calendario

Mosca sparge tra le dittature il virus tecnologico della distruzione di massa

Dall’Atlantico al Pacifico, dal Mediterraneo all’Oceano Indiano, in questi giorni tutta la marina russa è impegnata in un’esercitazione in cui simula combattimenti al fianco della flotta cinese e iraniana. È un’altra occasione per esibire le due tecnologie in cui Mosca ha mantenuto un primato: i missili a lungo raggio e il nucleare. Lo sviluppo in questi campi è stato accelerato per volontà di Vladimir Putin e custodito finora gelosamente, perché doveva restituire la supremazia sull’Occidente e tenere a bada anche la crescita militare dei vicini cinesi. Ma la crisi innescata dall’invasione dell’Ucraina costringe adesso il Cremlino a cedere i suoi gioielli in cambio di armamenti molto poco sofisticati – munizioni d’artiglieria, droni low cost, missili balistici imprecisi – e rischia così di alimentare una lunga era di insicurezza globale.È una situazione che viene paragonata a un’epidemia: quando i progetti che permettono di costruire ordigni ipersonici e testate atomiche cominciano a circolare, è estremamente difficile controllarne la diffusione. Come per i virus, oggi siamo davanti a uno spillover e nelle fabbriche di Teheran si è a un passo dal rendere operativo un missile che vola e compie manovre a ottomila chilometri orari, molto più letale di quello lanciato ieri dallo Yemen e piombato sui dintorni di Tel Aviv in meno di quindici minuti senza che la triplice cupola protettiva di Israele riuscisse a disintegrarlo. I laboratori iraniani non potrebbero mai completarlo senza l’aiuto dei tecnici russi, che da due anni perfezionano i loro ipersonici Kinzhal e Zircon nei bombardamenti delle città ucraine: attualmente né il Pentagono, né gli eserciti europei dispongono di un’arma del genere.Più dei missili però a far paura è la condivisione dei progetti nucleari, che verrebbero messi a disposizione non solo degli ayatollah ma anche di Kim Jong Un: il dittatore nordcoreano pochi giorni fa ha visitato l’impianto di arricchimento dell’uranio mostrando i progressi delle sue strumentazioni e la capacità di moltiplicare presto le sue ogive atomiche. Entrambi i Paesi possono bruciare le tappe grazie ai consigli di Mosca e ottenere nel giro di pochi anni arsenali mostruosi in grado di destabilizzare non solo il Medio e l’Estremo Oriente ma l’intero pianeta. Una minaccia senza precedenti, con una proliferazione di testate in mano a nazioni che disprezzano le convenzioni internazionali.Ancora più inquietanti sono le relazioni con la Cina, che nonostante la sua forza industriale e scientificaha ancora lacune in alcuni settori di rilevanza strategica: ad esempio i sottomarini a propulsione nucleare, rimasti i protagonisti della competizione tra grandi potenze. Possono infatti restare in immersione per un tempo illimitato senza venire avvistati e scagliare all’improvviso missili intercontinentali a testata atomica. Pechino ha investito capitali enormi per mettere in mare i suoi battelli, arretrati e pieni di difetti che provocano incidenti drammatici. Ora sta preparando un nuovo modello, il Type 096, a cui – stando alle informazioni dell’intelligence occidentale – contribuiscono i consiglieri russi della Rubin, che da mezzo secolo disegnano i sottomarini più insidiosi. I loro suggerimenti permetteranno di rendere più silenziosi i motori, in maniera da rimanere invisibili ai sonar, e miniaturizzare gli ordigni balistici da imbarcare nello scafo, rendendo probabilmente i Type 096 pronti all’azione prima dell’ingresso in servizio dei nuovi Columbia statunitensi, previsto per il 2031. L’abbraccio obbligato di Putin a Xi metterà la Cina in grado di schierare una falange atomica moderna e romperà per sempre il monopolio del terrore gestito per 75 anni da Mosca e Washington.Questo aiuta a capire come i russi non siano solo prigionieri dei debiti contratti a causa dell’emergenza sui campi di battaglia ucraini: sono giocatori di scacchi e dietro ogni mossa c’è una visione. L’obiettivo principale resta quello di riscrivere gli accordi globali sulla sicurezza: vogliono dimostrare che senza un patto con loro non sarà possibile la stabilità in Medio Oriente e nell’Indo- Pacifico. In pratica, il Cremlino ritiene di poter diventare l’ago della bilancia di un nuovo ordine mondiale.Non a caso, le tecnologie missilistiche e nucleari vengono offerte pure ai Paesi del “Global South” – i “Non Allineati” del Terzo Millennio – come India, Brasile e Sud Africa: tra pochi giorni sono attesi a Pretoria i bombardieri Tupolev 160, i cavalieri dell’apocalisse atomica che Mosca ha ripreso a produrre. Uno scenario con cui Stati Uniti ed Europa, alle prese con incertezze elettorali e prive di una strategia di lungo termine, non hanno ancora capito come misurarsi. Ma che è destinato a condizionare il futuro dell’intera umanità.