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 2024  settembre 16 Lunedì calendario

La corsa alla Casa Bianca più avvelenata di sempre

La sparatoria nei dintorni del Golf Club di Donald Trump a Palm Beach, in Florida, con un sospetto fermato dagli agenti del Servizio Segreto per tentato omicidio, aggrava, a meno di 50 giorni dal voto per la Casa Bianca, la stagione tragica dell’odio in America. Dopo l’attentato del 13 luglio, in Pennsylvania, cui l’ex presidente repubblicano sfuggì d’un soffio, la campagna elettorale resta definita dallo scontro frontale tra due nazioni irriducibili all’intesa. Gli esperti della guerra psicologica, all’Fbi come alla Cia, si affannano a rispondere alla domanda “Chi può sparare ai candidati?”, per prevenire nuovi attacchi, ma le risposte eludono gli esperti, in una nazione armata fino ai denti e con estremisti organizzati di ogni risma. Thomas Crooks, il ventenne che mirò contro Trump a colpo sicuro il 13 luglio, fermato dalle pallottole del Secret Service, non aveva un’affiliazione politica, mettendo nel mirino anche il presidente Joe Biden, con un profilo più simile allo sterminatore di massa che al killer politico.È come se il Paese intero temesse di perdere l’equilibrio nervoso, da Trump che dai social media tuona «Io odio Taylor Swift», solo perché la popolare cantante dichiara il proprio voto per la vicepresidente democratica Kamala Harris, al suo candidato vicepresidente J,D. Vance che insulta in diretta la giornalista veterana di Cnn,Dana Bash – «sei disgustosa» – per una domanda sgradita. E quando i siti cominciano a battere le notizie sulla sparatoria al club di Trump, i troll di sinistra incalzano: «Tornano a sparare per non parlare del dibattito vinto da Harris», «lo sapete che nell’area di Palm Beach dove sorge il circolo di Trump le sparatorie sono frequenti?». Il presidente Biden e la vicepresidente Harris si sgolano per diffondere la calma, annunciando di monitorare la situazione e, da Washington, provano a emanare un clima di unità nazionale. Non funzionerà, la rete della disinformazione di destra chiede solerte “una sicurezza privataper difendere Trump, il Secret Service è corrotto” mentre all’interno del team Trump le voci dissentono.Il senatore repubblicano Lindsey Graham, dapprima ostile a Trump, poi fedele vassallo, racconta di avere parlato con il candidato – «è sempre pronto a salvare il paese» – ma l’atto di servilismo non basta a nascondere le faide. Laura Loomer, 31 anni, attivista di destra persuasa che le Torri Gemelle siano state abbattute nel 2001 da «un gruppo di americani», non da Osama bin Laden, ha rapito l’attenzione di Donald Trump, viaggia con lui in aereo, lo isola dai consiglieri, pubblica a ogni istante selfie con il candidato, con micidiale strategia mediatica la cui efficacia abbiamo riscontrato negli scandali italiani di questi giorni. Loomer investe Harris con post razzisti per la sua origine Indiana, Graham, consapevole del disastro che l’estremismo può indurre alle urne, la bacchetta e lei, feroce, lo denuncia come omosessuale nascosto, invitandolo a buttare la maschera.Questo è il clima e in questa assurda violenza verbale, ogni deriva è possibile. Fbi e Servizio segreto hanno confermato nel pomeriggio l’attacco diretto a Trump, «tentato assassinio», vedremo nelle prossime ore motivazioni politiche o di terrorismo del sospettato, ma poco conta: la caccia all’avversario infuria già online. Il presidente John F. Kennedy fu ucciso da Lee Oswald il 22 novembre del 1963 eppure, Debunk-Bot, algoritmo di Intelligenza Artificiale appena creato per combattere la disinformazione, riscontra con uno studio sulla rivista Science che le false notizie sulla sua morte dominano la scena.Se, 61 anni dopo, gli americani non riescono ad accordarsi sulla morte del carismatico presidente J.F.K, come vogliamo trovino armonia nello scontro Harris-Trump? I killer dei candidati presidenti, con le loro armi da guerra, possono non essere, vedi Crooks, militanti politici alla Ygal Amir, assassino del leader israeliano Yitzhak Rabin nel 1995, o le Br contro Aldo Moro a Roma nel 1978, con una feroce agenda di terrorismo. Possono magari venir reclutati fra gli sbandati in armi, balordi che il rumore di fondo del web assorda al parossismo e che la frenesia delle news 24 ore al giorno spinge all’azione senza senso, assurda, come gli omicidi di Raskolnikov in “Delitto e Castigo” di Dostoevskij o Mersault ne “Lo straniero di Camus”.Se Trump affidasse la campagna alle follie di Loomer la misura sarebbe colma, perduto ogni discorso razionale, come i repubblicani seri ammoniscono. Ma l’assurdo dominerà comunque i 50 giorni più lunghi verso la presidenza. Qualunque spiegazione logica sull’episodio di Palm Beach, sarà dispersa in breve dalla sordida cantilena web, armando, in una cantina, un garage, uno scantinato muffito la mano di disadatti, professionisti, maniaci, le tante, diverse, tragiche milizie dell’Armata dell’Odio.