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 2024  settembre 14 Sabato calendario

Biografia di Sophia Loren

Le dive non hanno età. Ma hanno storie, vissuti, dolori e felicità che nei compleanni importanti siripresentano come amici ormai irrinunciabili, che uno li ami o no, che li si voglia o no: e si aggrovigliano, si rincorrono, o si piantano lì a occupare giornate e pensieri e forse l’unica cosa da fare è lasciarli andare. E lasciare magari che ti celebrino, nonostante la fatica di un mare di auguri, come sarà per Sofia, la Loren ormai mitica, (che per me resta la ragazza col suo nome d’origine, anche se tutto il mondo da sempre ha applaudito e sognato Sophia, quella con la “h”).
A Roma, venerdì prossimo, Sofia sarà festeggiata dai suoi adorati figli e dalla grande famiglia dei suoi affetti, da un continente all’altro. È una donna sempre bellissima e tenace, Sofia. E la sua voce è tuttora la prima a non arrendersi, ha dentro un’impazienza e una voglia di correre nonostante tutto, e con lei non bisogna mai perdere tempo, né posso darle del lei dopo le mille, mille parole e anche emozioni che ci siamo raccontate, negli anni. Quindi viene da chiederle subito come le sembra questo tempo, com’è il mondo, ora che si affaccia ai novanta.
Sofia, dall’Europa all’America, da von der Leyen alla corsa di Kamala, la storia sembrerebbe delle donne, ma poi non è davvero così. Tu ci credi, sei fiduciosa o vedi ancora troppi ostacoli?
«Sì, è vero, gli ostacoli ci sono e io ricordo quanti ne siano sorti intorno a me per impedirmi di essere felice.
Io ogni cosa l’ho combattuta fino a quando me ne sono liberata. Eppure dalla mia giovinezza a oggi le donne sono andate molto avanti, quasi in cima. Kamala Harris in America e von der Leyen in Europa sono esempi di donne che non solo vivono secondo le loro visioni di progresso e uguaglianza, ma la loro missione è trasformare queste battaglie in realtà per il beneficio di tutte le donne. Sono donne straordinarie, la candidata e vicepresidente Kamala e la presidente von der Leyen, a cui mi piace guardare per cercare di capire come sono arrivate dove sono, a essere a capo dell’Europa e forse, chissà, prima presidente degli Stati Uniti».
Tu hai fatto, più di qualsiasi attrice, un numero immenso di film: almeno un centinaio. Se dovessi metterne uno nel santuario, al massimo due, quale preferiresti ? E per quali motivi?
«La ciociara eUna giornata particolare,sì, metterei quelli. Sono due film di cui sono estremamente orgogliosa, poiché rappresentano nel senso più profondo il mio lavoro come attrice. Sono così orgogliosa dei momenti che ho creato in questi film, insieme ai registi naturalmente, momenti che hanno toccato i cuori delle persone in tutto il mondo, ma che hanno anche parlato alle donne in modo molto diretto. Non posso però non aggiungere a questa risposta anche il mio ultimo film La vita davanti a sé.È un film di cui sono particolarmente orgogliosa non solo perché io e mio figlio abbiamo collaborato insieme, ma anche perché mi ha presentato, insieme al mio lavoro, a una nuova generazione di persone. La risposta, le reazioni che ho avuto per questo film sono state davvero incredibili».
Ma c’è un’opera cinematografica che avresti fatto volentieri, non tua? O a cui avevi detto no?
«Sai, io non rimpiango mai ciò che mi è sfuggito, preferisco pensare che domani troverò qualcosa di meglio, chissà, magari un nuovo capolavoro come se avessi vent’anni...».
Scusa se mi provochi questa domanda: ma ti capita di pensare al dopo ?
«Al “dopo” cosa ?».
Non ti capita di pensare a
quando non ci saremo più? Alla morte?
(Ride, di gusto, è proprio la risata dei suoi venti anni )«Ma io a tutto penso, tranne che alla morte!».
Torniamo allora al cinema: Edoardo tuo figlio sta lavorando a un nuovo film, tu ci sarai o sei disposta anche solo ad applaudirlo e a motivare tutta la squadra, un ruolo fondamentale, di cui lui ci ha già raccontato?
«Edoardo ed io abbiamo voglia di lavorare ancora insieme, ricordandomi certo che l’età della bellezza e dei trent’anni se n’è andata. Ma io credo che qualcosa del tempo passato ci resta sempre.
Insieme ci stiamo lavorando. Si vedrà, ma io resto decisamente napoletana, sono superstiziosa: e così preferisco non parlarne. Ma una cosa è certa: non smetto di cercare, di pensare che da qualche parte c’è un ruolo che non mi farà dormire la notte».
Hai dimostrato che si può fare una strada leggendaria senza avere niente alle spalle, e senza accontentarsi del talento o della bellezza ma studiando, imparando. E cosa pensi di queste splendide ragazze, dette influencer, a cui basta vendere dei prodotti e farsi fotografare senza imparare granché, a cui basta in fondo solo questo: essere ricche?
«Non conosco quel mondo, o meglio: questo pezzo di mondo nuovo, per cui non ho interesse. Se mi ricordo, noi dovevamo saper farequalcosa per diventare visibili. Io, lo so, ero anche gradevole, bella va’, e tutto è diventato grande, inimmaginabile. Erano anche tempi speciali, la fine della guerra, la povertà: oggi posso dire che questo nuovo mondo non lo conosco per dare un commento obiettivo, quindi me ne sto zitta».
Oggi sono rari gli attori che fanno più di qualche film, anche se sono molto bravi. Come mai?
«Io ho fatto un centinaio di film perché quello era il modo di essere attori di successo. Correvamo da un film all’altro, soprattutto in America, e infatti non sono stati quelli a darmi la celebrità, ma i nostri, gli italiani, i cineasti di formidabile valore, i magnifici autori. Adesso mi sembra che gli attori italiani siano di nuovo molto bravi. Poi è vero anche quello che dici: i molto bravi di film ne fanno pochi».
Delle cose che vedi so che hai molto apprezzato “The Crown”. Ci sono dei film che in tempi recenti ti hanno emozionata, oppure le serie ormai sono fatte meglio o più avvincenti?
«Di sera a letto, guardo anche io le serie e ce ne sono di belle, sì, è vero, ho amato l’inglese The Crown che ha raccontato la storia anche bruttina dell’attuale monarchia. Però io preferisco i film e mi è molto piaciuto quello di Paola Cortellesi C’è ancora domani.Mi ha davvero commosso vedere come maturava quel finale, con le donne che alla fine della guerra perduta possono finalmente andare a votare, nel ’46. Mi ha fatto pensare a cosa io ero in quel periodo,una ragazzetta di dodici anni magra e spaventata. Cortellesi è una vera poetessa».
La fede, ce l’hai sempre? È importante per te?
«Sì, la fede non mi ha mai abbandonata, e io non ho mai abbandonato lei. Ci tengo molto alla mia religione, al mio Dio».
E per cosa preghi, adesso?
«Prego per la serenità nella mia vita e nella vita degli altri. Dio è stato gentile e generoso con me, e spero che sarà altrettanto gentile e generoso con gli altri».
Si è chiusa da poco la Mostra del Cinema, che pure ha raggiunto i suoi 81 anni. L’hanno aperta con il restauro de “L’oro di Napoli”, in omaggio a De Sica e a te. C’è un ricordo speciale legato a quel film che è rimasto nel nostroimmaginario?
«Quando io e Vittorio ci siamo incontrati per la prima volta a Cinecittà, stavo uscendo dall’ennesimo provino che avevo fallito. Abbiamo iniziato a conversare e ci siamo subito trovati in sintonia. Quando mi ha offerto il ruolo nell’episodio deL’oro di Napoli,l’ho avvertito che sarei stata un’orribile candidata per un provino. Mi ha guardato con gli occhi pieni di tenerezza e comprensione e mi ha detto che non avevo bisogno di fare quel provino. La nostra conversazione era stata sufficiente per convincerlo che ero perfetta per il ruolo. È stata la prima volta nella mia vita che qualcuno ha creduto in me e ha scommesso su di me. Non lo dimenticherò mai. E poi mi sono ricordata di una cosa...».
Dilla.
«Mi ricordo che quando iniziammo a girare, mia madre, la cui morte mi ha riempito di dolore, era una grande cuoca e all’ora dei pasti mi raggiungeva sul set con le sue leccornie, i peperoni arrosto, gli involtini di vitello, la pasta alla genovese, con quelle cipolle diventate come una crema, scura e saporita. Da lei e dalla mia nonna ho imparato a cucinare e a farne dei libri...».
A pochi giorni dal tuo compleanno, Mastroianni, ben più grande di te, avrebbe compiuto cento anni. Voi due siete stati amici veri nella vita, e una coppia di magistrali interpreti. Vorrei il ricordo speciale, il più vero e segreto, di lui.
«Più che un ricordo, è una scintilla.
La scintilla nei suoi occhi quando sorrideva, è quella che mi porto impressa nel cuore. Questa scintilla mi riempiva di rassicurazione, di affetto, ispirazione. Io e Marcello eravamo legatissimi, in un tempo di allegria. E a proposito di cucina, di legami forti e di cose semplici, Marcello era una gran forchetta, un golosone. Il piatto che voleva da me era robusto e glielo preparavo col cuore: fagioli con le cotiche. Penso che i nostri film funzionavano tanto anche perché dentro c’era la nostra amicizia, che era profonda, sincera, piena di gioco. Eravamo fratello e sorella. Che devo dire: Marcello mi accompagna, nei miei pensieri e nella mia vita. È per questo che non lo ricordo con dolore, solo col rimpianto di quei momenti infantili, felici».