la Repubblica, 15 settembre 2024
I silenzi della Chiesa sull’Abbé Pierre
Lo shock provato da milioni di francesi è stato forte quanto la stima e l’ammirazione per l’Abbé Pierre, un sacerdote che, all’inizio degli anni Cinquanta, in pieno inverno, lanciò un appello che lasciò un’impronta indelebile su tutti, denunciando l’estrema povertà e il disagio in cui vivevano migliaia di famiglie. L’appello fu così straziante, così potente, che commosse l’intera Francia, a partire dai politici dell’epoca. Questo piccolo uomo, il cui vero nome era Henri Grouès, emanava gentilezza e generosità. Aveva creato un’associazione chiamata Emmaüs, che riceveva donazioni di vestiti, mobili e qualsiasi altra cosa potesse aiutare i poveri.Per molti anni, l’Abbé Pierre fu l’uomo più amato di Francia. Era al primo posto e tutti pensavano che fosse normale e meritato. Ma nessuno poteva immaginare che questo sacerdote, che attraversava le regioni per combattere la povertà e che, di conseguenza, era diventato immensamente mediatico, nessuno poteva immaginare che quest’uomo fosse in realtà un predatore, uno stupratore di donne in difficoltà e persino di bambine che accompagnavano le loromadri quando si rivolgevano a lui per chiedere aiuto. L’aiuto, ovviamente, era possibile, ma non era mai gratuito.Tante donne avevano dovuto accettare i suoi tocchi, i suoi odiosi ricatti, avevano dovuto sopportare la sua sessualità perversa e tacere. Perché nessuno avrebbe creduto loro se avessero detto ciò che questo “santo” aveva fatto loro. Ci sono voluti quasi quindici anni dopo la sua morte perché le lingue si sciogliessero e le vittime iniziassero a parlare. Va detto che il movimento MeToo ha accelerato il processo. Ciò che hanno iniziato a rendere pubblico è orribile.Sì, quest’uomo di Dio, quest’uomo in mantello nero, con gli occhialini e il bastone – il suo stile era stato studiato per raggiungere i suoi scopi – quest’uomo era un mostro. Assecondava i suoi desideri clandestinamente e proibiva alle sue vittime di parlare. Non si trattava di un uomo comune che, di tanto in tanto, andava a letto con una donna consenziente, ma di qualcuno che approfittava del suo status di sacerdote irreprensibile per costringere donne in difficoltà e in miseria a pratiche sadiche.Questa è la battuta finale. Il rumore che ha fatto e continua a fare, scuotendo i ricordi, è assordante. Tutta la stampa ne parla. La Chiesa cattolica è sulla soglia. E ora apprendiamo che il Vaticano sapeva tutto. Durante un viaggio negli Stati Uniti, venne isolato dai funzionari della Chiesa per evitare lo scandalo, perché anche lì aveva molestato sessualmente delle donne. Lo stesso accadde in Canada. Questo accadeva alla fine degli anni Cinquanta. Ma in silenzio. Un silenzio assoluto. Su di lui e sulla sua associazione sono stati scritti libri agiografici. In Francia sono stati girati due film sulla sua vita e sono stati dati come esempio di bontà e di santità esemplare: Les Chiffoniers d’Emmaüs di Robert Darène (1954) e Hiver 54 di Denis Amar (1989), con l’Abbé Pierre interpretato da Lambert Wilson.Oggi le scuole e i licei che portano il suo nome sono stati rinominati; i cartelli stradali con il suo nome sono stati rimossi. Non sappiamo più cosa fare per incassare il colpo e far dimenticare il grande, immenso errore, quello di un bastardo che ha infangato per sempre la Chiesa che diceva di servire. Ogni giorno vengono pubblicate sempre più testimonianze. Le vittime raccontano le loro storie e le loro testimonianze confermano che l’Abbé Pierre era un predatore sessuale, un uomo miserabile e orribile.È in questa stessa Francia che lo scorso maggio abbiamo appreso che un gruppo di uomini più che rispettabili si riuniva in un lussuoso appartamento di rue du Bac a Parigi per assecondare i propri desideri sadici nei confronti di bambini, bambine e ragazzi. Uno di questi illustri personaggi era Jean-François Revel, membro dell’Académie Française, sociologo con un grande seguito mediatico e professore i cui libri facevano notizia. Era ospite fisso del famoso programma letterario Apostrophes di Bernard Pivot. C’era anche un grande giornalista, Claude Imbert, un uomo discreto che creò la rivista Le Point. I suoi editoriali erano molto attesi ogni giovedì. Un grande osservatore della vita politica e sociale francese. Ma dietro questa rispettabilità, c’erano dei pervertiti che si divertivano con le vite dei bambini portati da uno di loro. Tra questi c’erano anche un famoso avvocato e lo scrittore Gabriel Matzneff, che ha sempre confessato pubblicamente di amare le ragazze sotto i sedici anni e che ha scritto nel suo diario dei suoi viaggi sessuali in Thailandia, dove ha dormito con dei bambini.Matzneff ha scritto una rubrica per il quotidiano Le Monde negli anni Ottanta. All’inizio del 2020 è stato denunciato in un libro scritto da una delle sue ex vittime, l’editrice Vanessa Springora. È stato interrogato dalla polizia, ma è rimasto in libertà. Nel 2021, c’è stato il caso del professore di scienze politiche Olivier Duhamel, denunciato per incesto e violenza sessuale in un libro scioccante intitolato La Familia grande.Quest’uomo, assiduo frequentatore della televisione, è scomparso dopo l’annuncio di questo scandalo familiare.In questi giorni si sta svolgendo un processo pubblico, quello di una donna il cui marito l’ha drogata e offerta a più uomini per violentarla. Cinquanta uomini sono ora sotto processo per rispondere delle loro azioni. Questa storia affascina e disgusta la Francia. Tanta perversione, tanti orrori sono stati rivelati. La donna, di 71 anni, ha voluto questo processo e ha rifiutato che si svolgesse a porte chiuse. Voleva che le cose fossero dette e che le famiglie sentissero ciò che ha sopportato per diversi anni.A questo quadro va aggiunto il caso della star del giornalismo, conduttore del telegiornale delle 20 per oltre trent’anni, il giornalista e scrittore Patrick Poivre-D’Arvor, accusato da una ventina di donne che ha molestato sessualmente. Nel febbraio 2024, otto donne – di cui sette apertamente – hanno parlato sul quotidiano Libération di stupri, aggressioni e molestie sessuali da parte dell’uomo che le famiglie francesi consideravano il genero ideale. Ogni settimana, se non ogni giorno, le vittime denunciano la perversità di cui sono state vittime. Il movimento MeToo ha aperto le porte alla libertà di parola. Da allora, nessuno è più rimasto in silenzio.