Corriere della Sera, 15 settembre 2024
Enrico Brizzi ha scritto il seguito di Jack Frusciante
Trent’anni dopo, come un nastro che parte da dove s’era fermato, ritorna una storia che in tanti conosciamo, quella di Alex e della «soave Adelaide detta Aidi», i due protagonisti di Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Tutto inizia con un invito ai lettori: «Ascoltate, gente, lasciatevi invadere dalla musica, ché la nostra canzone suona ancora per noi e per tutti». Si apre così Due (HarperCollins Italia), il nuovo atteso romanzo di Enrico Brizzi, in libreria da martedì 17, mentre l’autore quarantanovenne sta girando l’Italia con un reading-concerto dedicato al suo esordio. Più di trecento pagine, il doppio del primo volume, per capire cosa accade in quell’anno di distacco tra Aidi, partita per studiare in Pennsylvania, e Alex D., rimasto solo a Bologna nel «tardo giugno dell’anno domini uno nove nove due» con l’ultimo anno di liceo da iniziare a settembre nelle aule del Liceo Caimani (nella realtà il Galvani) e la maggiore età da raggiungere.
È chiaro fin dalla prime pagine che: «È precisamente una storia di ragazzi, questa, ambientata al tramonto del Ventesimo secolo, e se non vi garba il genere nessuno vi costringe». Un’ambientazione che oggi suona vintage, ma che al tempo dell’esordio, nel 1994, era immersa nel presente. Quell’attualità, grazie a una verve stilistica rara e al racconto dell’amore tra due adolescenti intriso di voglia di sentirsi unici, musica e letteratura, lo rese un eccezionale romanzo generazionale. Il fenomeno Brizzi, allora diciannovenne, iniziò con 200 copie stampate dalla marchigiana Transeuropa, che già aveva accolto le antologie legate al progetto «Under 25» di Pier Vittorio Tondelli, fondamentale laboratorio per giovani esordienti. Il passaparola iniziò a farlo vendere a un ritmo impressionante: 30 mila copie con il primo editore e 280 mila con il passaggio a Baldini & Castoldi nel 1995. Nel 2016 il romanzo è entrato negli Oscar Mondadori e dalla sua pubblicazione ha venduto oltre un milione e mezzo di copie ed è stato tradotto in 25 Paesi. Così, da Brizzi in poi, i termini «esordiente» e «giovane autore» hanno avuto un altro peso nel marketing editoriale, con esiti alterni. In tanti, editori e lettori, dopo il primo successo avevano chiesto un seguito, ma al tempo l’autore virò verso il nichilista e «cannibale» Bastogne (Baldini & Castoldi, 1996), negando per anni di avere intenzione di proseguire quella storia. Invece, verso fine marzo l’annuncio a sorpresa, in un’intervista con Massimo Gramellini a In altre parole su La7: quei personaggi e toni erano tornati nelle sue corde. Accompagnati, come sempre, dalla musica: su Spotify l’omonima playlist curata dall’autore raccoglie cinque ore di punk, rock e non solo per entrare nell’atmosfera del libro.
Il sequel inizia là dove s’era fermato il primo, con Alex distrutto per la partenza di lei e chiuso in casa: «Bastava l’accenno subliminale a un refrain di Battisti per spedirlo alla deriva nello Stige della paranoia». Nei quaranta capitoli del libro, diviso in quattro parti precedute da una «Intro» e chiuse da una «Coda», le vicende scorrono a tre voci: il narratore onnisciente che si rivolge confidenzialmente al lettore, le confessioni in prima persona del protagonista trascritte «Dall’archivio magnetico del signor Alex D.», presenti anche nell’esordio, e le parole di Aidi, vera novità, scritte nel suo diario americano. I due ragazzi sono lontani e Brizzi rende perfettamente l’ansia di un tempo in cui per sapere qualcosa dell’altro non c’erano internet o smartphone. Il desiderio doveva vedersela con l’attesa non di una notifica, ma di una lettera scritta a mano che impiegava anche settimane per arrivare. Questo, anche perché in casa di Alex il padre «Cancelliere» e la madre «Mutter» vietano le chiamate internazionali. Passano così mesi, tra tanti dubbi e domande, prima che uno dei due prenda in mano carta e penna. È Aidi a farlo e intanto Alex è a suo modo risorto grazie agli amici. L’occasione del riscatto è l’Interrail, il giro in treno dell’Europa con zaini in spalla, pochi soldi e tanti ostelli. Le avventure del gruppo, con Depression Tony e Helios Nardini detto «Acca Enne», sono tanto sgangherate quanto i soggetti coinvolti: dalla gita in Danimarca per «procurarsi cento corone di skunk fotonica» ai Paesi del Nord, a Londra, Berlino e Parigi dove incrociano Manu Chao sperando di collaborare con lui.
La prima missiva di Aidi scritta a metà luglio arriva così mentre Alex è all’estero e la raccoglie il fratello minore, «il Frère», ma: «Il giovanissimo aveva occultato la lettera in un luogo segretissimo. Peccato che il campo scout gli avesse formattato la memoria». Al rientro sarà un’impresa ritrovarla e un’emozione leggerla, anche perché Aidi è in fondo più adulta di Alex: «Ti devo scrivere i versi che, negli ultimi giorni, mi ballano in testa: “Vieni come sei, come eri, come voglio che tu sia”. Li riconosci, vero? E non capita anche a te di pensare che ognuno di noi ha immaginato l’altro esattamente come voleva che fosse?». Sono versi del «dottor Cobain» tratti da Come As You Aredei Nirvana, gruppo dominante nel secondo romanzo. È difficile però rimanere uguali all’idea che ciascuno si fa dell’altro. Tra i due ricomincia un dialogo, anche se entrambi hanno segreti che non rivelano. Ciascuno, a proprio modo, cresce e fa le proprie esperienze e intanto l’ultimo anno di scuola trascorre segnato all’orizzonte dalla maturità.
Lo stile di Brizzi funziona e mantiene il suo caratteristico «tiro» tra gergo giovanile, neologismi, perifrasi spericolate, all’ombra di Tondelli, cui era dedicato l’esordio. Una scelta coerente con il fatto di tornare agli anni Novanta, considerando poi la successiva evoluzione stilistica dell’autore. Dopo un anno ad aspettare per i personaggi, al lettore non resta infine che scoprire sotto quale luce e se avverrà il loro incontro dato che: «Lui e Aidi erano diversi. Si erano cercati con tanta forza perché si erano riconosciuti da subito come depositari di un dono, o una maledizione». L’amore tra quei due adolescenti, a ritmo di rock, troverà allora una risposta, nuovamente indimenticabile