Corriere della Sera, 15 settembre 2024
A che gioco sta giocando Marina Berlusconi?
Marina Berlusconi è la figlia che sostituisce il padre e che dopo aver preso il comando dell’impero si incarica di esserne anche l’ambasciatrice. E se l’incontro con Mario Draghi ha destato grande stupore, bisognerà che il Palazzo inizi a farci l’abitudine. Perché la presidente di Fininvest intende inserire in agenda colloqui con altre personalità dell’establishment e dei poteri forti, pur consapevole che lei stessa rappresenta un potere: economico, industriale, mediatico, culturale. E politico. E anche di politica si occuperà, senza voler scendere in campo e senza voler invadere quel campo. Pur essendo l’azionista di maggioranza di Forza Italia, il suo interesse sarà esclusivamente legato agli interessi della famiglia di cui è punto di riferimento.
E non c’è dubbio che «la prima» con l’ex presidente della Bce sia stata clamorosa. Il colloquio, organizzato da Gianni Letta e di cui Antonio Tajani non era a conoscenza, è stato un modo per addentrarsi nelle questioni europee, per scambiare qualche opinione sulle dinamiche nazionali e per sorridere su certe spigolature romane che da Milano non si colgono. Un incontro definito dalla padrona di casa «molto cordiale e gradevole» con un ospite «a cui daresti venti anni di meno». E per quanto l’appuntamento non avesse alcun rilievo politico, per il fatto stesso di essere stato reso noto ha messo in moto la politica. Con tutta una ridda di voci su chi abbia spifferato la notizia.
Dentro FdI sono tutti convinti che sia stato «Gianni», di cui si racconta «la solita grande vitalità», se possibile accentuata in questi giorni «per le nomine in Rai», dove è a rischio la figura della presidenza «a cui tiene tanto». Ma l’attivismo di Letta spazierebbe anche nell’ambito politico: perché «Gianni» – secondo autorevoli fonti istituzionali – starebbe lavorando su «una serie di parlamentari che stanno con Calenda» e che sarebbero stati «portati a colloquio da Marina». Tutto questo tramestio alimenta il nervosismo di Palazzo Chigi. E non è dato sapere se la presidente di Fininvest – solita a scambiarsi messaggi con Meloni – abbia dovuto ribadire alla presidente del Consiglio che «non dev’esserci alcun motivo di preoccupazione».«Perché io – ripete spesso la figlia del Cavaliere – a cambiar lavoro non ci penso proprio».
Per quanto i rapporti tra «Giorgia» e «Marina» siano definiti «buoni», si avverte – per usare un eufemismo – un filo di tensione. A parte le voci giunte alla premier su una serie di sondaggi che Pier Silvio Berlusconi avrebbe commissionato su sé stesso, questa estate si sono registrati picchi molto alti di temperatura: si va dalla «vicinanza alla sinistra» sui diritti civili, alla sortita di Forza Italia sullo ius scholae, fino all’intervista (non fatta) su Rete4 a Maria Rosaria Boccia, nel pieno dello scandalo che ha costretto il ministro Sangiuliano alle dimissioni.
Schermaglie a confronto con il «vero momento critico» – come lo definisce uno dei maggiorenti di FdI – nel rapporto tra Meloni e la famiglia Berlusconi. E che sarebbe coinciso con la discussione nel governo di un possibile aumento della pubblicità sulle reti Rai. Un tema sensibile. Perché da una parte c’è la difesa del core business del Biscione e dall’altra «lo stile novecentesco» della premier, allergica alle influenze sulle scelte politiche. Tutto il resto è il fisiologico confronto nella maggioranza di governo sui provvedimenti da adottare, come la contrarietà di Tajani alla tassa per gli extraprofitti. Oppure è il frutto della calura estiva, come il dibattito mediatico sulla possibilità che Forza Italia si stacchi dal centrodestra, di cui Silvio Berlusconi è stato il fondatore.
Giusto una settimana dopo l’incontro con la presidente di Fininvest, l’ex presidente della Bce sarà ricevuto dalla presidente del Consiglio. Considerando che tanto Meloni quanto Draghi sono romani inclini alla battuta, mercoledì sarà interessante sapere se e in che modo accenneranno all’evento che doveva restare riservato. E che invece «superMario», suo malgrado, si è ritrovato sulla stampa.