Corriere della Sera, 15 settembre 2024
Ora anche Spinelli pensa a patteggiare
Aldo Spinelli non ha alcuna intenzione di ritrovarsi sotto i riflettori nella scomodissima posizione di unico imputato nel processo per le corruzioni sulle banchine del porto di Genova. Per evitarlo, dopo l’ex governatore Giovanni Toti e l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Signorini, anche il re della logistica genovese si avvia al patteggiamento con la Procura che gli ha proposto 3 anni e due mesi di reclusione che potrebbe scontare in affidamento ai servizi sociali.
La risposta definitiva i difensori dell’imprenditore, gli avvocati Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza, potrebbero inoltrarla già oggi ai pm guidati da Nicola Piacente dopo un’ultima riunione con Spinelli prima della scadenza dei termini di domani. Anche per lui, specularmente a quanto accaduto per Toti, la Procura ha fatto cadere l’accusa più grave di corruzione propria, prevista per chi dà o promette qualcosa ad un pubblico ufficiale (Toti) per ottenere un atto a cui non ha diritto, e resta la corruzione impropria (atto legittimo) che riduce considerevolmente la pena, ulteriormente scontata fino a un terzo grazie al patteggiamento. L’accusa dice che, tra il 2021 e il 2023, Spinelli ha versato ai comitati elettorali di Toti 74 mila euro rispettando formalmente la legge sul finanziamento dei partiti, ma «comprando» la funzione dell’allora governatore il quale, facendo pressioni su Signorini, lo avrebbe agevolato in alcune pratiche per concessioni portuali, a partire dall’ormai famosa proroga della concessione di 30 anni della banchina Rinfuse. L’imprenditore è accusato anche di aver corrotto direttamente Signorini con molti regali, tra cui 22 fine settimana a Montecarlo a sue spese, comprese le puntate al tavolo verde, e promettendogli un lavoro da 300 mila euro l’anno.
Toti ha chiuso l’accordo con i pm a 2 anni ed un mese di reclusione sostituiti con 1.500 ore da dedicare a lavori di pubblica utilità (comincerà a novembre, sta ricevendo proposte da vari enti). Signorini, da parte sua, ha accettato 3 anni e 5 mesi (destinazione affidamento). Per avere efficacia, gli accordi saranno valutati da un giudice entro ottobre. Se non dovesse accettare la proposta della Procura, Spinelli sarebbe il solo a subire il processo pubblico già fissato per il 5 novembre con il rito immediato. Gli avvocati Vaccaro e Vernazza assicurano di essere pronti ad andare, ma sono anche consapevoli che l’esposizione in aula rischia di danneggiare l’immagine del gruppo della logistica. Ed infatti, assieme al patteggiamento puntano ad evitare anche le conseguenze negative legate alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle imprese che potrebbero arrivare per i finanziamenti versati a Toti, così come vogliono ottenere dai pm l’archiviaizione per Roberto Spinelli che lavora nell’impresa ed è indagato per corruzione con il padre Aldo nel secondo filone d’inchiesta. Nel quale sono coinvolte una trentina di persone (tra cui Toti) per vari reati, come l’unica corruzione propria contestata a Signorini perché consentì a Spinelli di occupare un’area abusivamente. A favore della difesa ci sono due intercettazioni: una in cui Aldo dice che Roberto non vuole dare soldi ai politici, l’altra dove una manager del fondo socio del gruppo afferma che non se ne parla di finanziare la politica. Non è, infine, escluso teoricamente, ma nessuno lo ha fatto, che qualche concorrente del gruppo impugni al Tar gli atti dell’Authority a favore di Spinelli.