Corriere della Sera, 15 settembre 2024
Salvini chiama i suoi alla piazza. Ma in privato dice: sceglietevi un altro capo, io inizio a essere stanco
La mobilitazione. Con la richiesta di condanna a 6 anni dei pm di Palermo che hanno indagato sull’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini per la vicenda Open Arms, è scattata l’offensiva d’autunno della Lega, inaugurata con il video su sfondo nero profondo del vicepremier. Il processo diventa così l’occasione per chiamare i militanti alla protesta anche di piazza contro i «processi politici».
I tipografi abituali della Lega sono già allertati: a ore riceveranno i file dei volantini, con citazione di frasi della requisitoria dei pm, che saranno distribuiti nelle centinaia di gazebo che il partito sta organizzando per i prossimi fine settimana. Fino al 18 ottobre, quando la legale del segretario leghista – Giulia Bongiorno – terrà a Palermo la sua arringa difensiva. Per quel giorno, Salvini ha precettato i parlamentari: dovranno essere tutti di fronte al Tribunale, sfondo anche di una manifestazione di piazza. Una fragorosa iniziativa che, in un’intervista a Libero, Salvini ha spiegato così: «C’è una responsabilità politica della sinistra, che ha deciso di vendicarsi del sottoscritto mandandomi a processo. Un film già visto con Silvio Berlusconi e che stiamo vedendo – per certi aspetti – perfino con Donald Trump».
Non tutto il partito è d’accordo con una strategia tanto incendiaria, e chissà che cosa ne pensa il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che è stato tutta la vita pm. Ma il vicepremier andrà dritto in questa direzione: «Faremo in modo – ha detto ai suoi uomini più fidati – che questa ingiustizia possa diventare un’occasione di consenso». Anche in vista delle urne che si apriranno tra poche settimane in Emilia-Romagna, Liguria e Umbria. Con una sorta di «tanto peggio, tanto meglio»: la previsione, chissà quanto scaramantica, è infatti quella di essere condannato. Sullo sfondo resta una domanda. Giorgia Meloni ieri ha espresso la sua «totale solidarietà» a Salvini, ma sarà poi dell’idea di avere eventualmente un vice condannato, sia pure in primo grado?
Al vertice
Il congresso che promette entro l’anno sarebbe l’ultimo da candidato segretario
Giulia Bongiorno ieri ha commentato il processo in modo asciutto: «Non c’è una condotta Salvini sul banco degli imputati, c’è una linea politica». Ma chi probabilmente interpreta lo spirito che il segretario vuole infondere ai sostenitori è Rossano Sasso, deputato pugliese e commissario del partito in Calabria, a lui vicinissimo: «In caso di condanna non colpirebbero soltanto Matteo Salvini ma un’intera comunità, migliaia di sindaci, di amministratori, di parlamentari, di militanti». E dunque, «abbiamo il dovere morale di reagire a tutto questo, alle minacce dei giornalisti, alla vigliaccheria dei partiti di sinistra che autorizzarono il processo a un ministro e a un leader che fece semplicemente il suo dovere».
Per il segretario leghista, la campagna è cruciale. E un recupero elettorale alle Regionali ha anche il compito di favorire il congresso federale del partito che Salvini, alla riunione dell’altro giorno con deputati e senatori, è tornato a promettere entro la fine dell’anno. Attenzione: l’ultimo da candidato segretario, se è vero quel che ha detto ai suoi eletti. Qualcosa come: «Tornerò a chiedere il mandato per consolidare il partito e riportare tutti voi e anche altri in Parlamento. Poi, però, nel 2027 sceglierete qualcuno dei tanti giovani in gamba che tra di noi ci sono. Perché io comincio a essere stanco». Il congresso federale entro l’anno non sarà semplice, perché tra il raduno di Pontida del 6 ottobre e la tornata elettorale del 17 e 18 novembre non rimane molto tempo. Soprattutto, ancora mancano congressi fondamentali come quello della Lombardia. Dove, tra l’uscente Fabrizio Cecchetti e il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo (e altri possibili), un candidato unitario al momento non c’è. Ma Romeo, giura chi lo conosce, non ha alcuna intenzione di fare passi indietro.