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 2024  settembre 14 Sabato calendario

Centrodestra stabile, il Pd cala (-1%)

L’agosto appena trascorso è stato, per la politica italiana, un mese denso e nervoso. Denso, perché si sono affrontati, tra gli altri, temi di rilievo e di difficile soluzione come la manovra finanziaria e temi di alto impatto come lo ius scholae. Nervoso, perché sono arrivate notizie non confermate che pure hanno tenuto banco (l’indagine fantasma su Arianna Meloni), oppure controverse, come quella, di qualche giorno fa, relativa all’allontanamento dei poliziotti di guardia al piano di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, smentita dalla presidente del Consiglio, ma ribadita dai sindacati di polizia. Per finire con il caso che ha largamente dominato le cronache, la vicenda Boccia-Sangiuliano, con aspetti anche mortificanti, come l’intervista del ministro al Tg1, cui sono seguite le dimissioni. L’opposizione è stata meno visibile, ma anche qui ci sono diversi elementi da evidenziare, dal conflitto aperto in seno al Movimento 5 Stelle con la contrapposizione Grillo-Conte, al travaglio di Italia viva, con il leader che si sposta verso il centrosinistra dichiarando finita l’esperienza centrista, ed esponenti di primo piano che prendono le distanze fino a dar vita a una nuova formazione. La presenza di Renzi crea resistenze importanti che vanno dai veti del Movimento 5 Stelle e di Azione, sino ai malumori presenti a sinistra e anche all’interno del Pd. La costruzione del campo largo rimane difficile, e la vocazione coalizionale del Pd, l’ostinazione della segretaria nel cercare di costruire un fronte comune, non sembra produrre per ora risultati concreti.
Ma anche questa volta le ricadute sugli orientamenti dei cittadini, forse complice anche la pausa estiva che induce a prendere le distanze dalla cronaca, sono quasi inesistenti.
Partiamo dalle valutazioni dell’esecutivo e della premier. Oggi il governo ha un indice di approvazione (voti positivi sul totale di chi si esprime, esclusi quindi i non sa) di 44, era di 43 a luglio. In questa piccola crescita forse hanno inciso anche alcune ipotesi di lavoro per la finanziaria che si orientano a sostegno dei ceti deboli. Stabilissima anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con un indice esattamente pari a quello del governo: 44. L’allineamento della premier al governo, cominciato da alcuni mesi, sembra compiuto. Come se la spinta propulsiva di Giorgia Meloni si sia appannata. D’altronde, per stare all’ultimo mese, alcuni atteggiamenti forse eccessivamente polemici, le vicende prima accennate e da ultimo le difficoltà che si intravedono in Europa rispetto al ruolo del ministro Fitto, non hanno deposto a favore.
Anche per quel che riguarda le intenzioni di voto pochi elementi da sottolineare. Nel centrodestra le differenze rispetto alla rilevazione di luglio sono inconsistenti, dell’ordine di pochissimi decimali. Quindi Fratelli d’Italia si conferma in prima posizione con il 27,5%, seguita da Forza Italia al 9%, la Lega all’8,2%, Noi moderati all’1%. Qualche differenza più rilevante per il centrosinistra. Il Partito democratico è oggi stimato al 21,6%, un punto in meno rispetto a luglio. Le difficoltà del percorso di costruzione della coalizione, con le accennate resistenze nei confronti di Renzi, unitamente a una presenza mediatica meno consistente, sembrano essere le cause di questa relativa contrazione. Il Movimento 5 Stelle evidenzia invece una piccola crescita, di poco meno di un punto, collocandosi al 13,9%, con una progressione che comincia a riavvicinarlo ai risultati delle Politiche del 2022. Sicuramente il protagonismo di Conte e probabilmente la netta polemica con Grillo hanno favorito questo risultato. Restano naturalmente da vedere i risultati dell’Assemblea costituente prevista a ottobre e del conflitto Grillo-Conte. Gli altri partiti di opposizione sono stabili: Avs è stimata al 6%, Italia viva e Azione entrambe al 2,5%, +Europa al 2%.
Rimane da dire dei leader. In questo caso l’unico piccolo cambiamento riguarda Elly Schlein, che perde due punti rispetto a luglio. Piccolo segnale che però, unito alla relativa contrazione del consenso per il partito, sembra chiamare a un assestamento della linea comunicativa e della presenza mediatica. Per il resto la graduatoria conferma ai primi posti Antonio Tajani con un indice di 32 e Giuseppe Conte (che supera Schlein) con il 30, seguiti da Elly Schlein al 29. Dietro tutti gli altri da Salvini (24) fino a Renzi (13).
Pochi cambiamenti anche alla ripresa dopo le vacanze, quindi. Ma si tratterà di capire a breve almeno due cose: se i segnali che vengono dal centrosinistra si consolideranno, rendendo ulteriormente difficile la costruzione della coalizione, e se l’ipotizzato (e probabilmente necessario) rimpasto di governo renderà ancora più tesi i rapporti tra i componenti della coalizione di governo.