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 2024  settembre 14 Sabato calendario

Intervista a Matteo Salvini sull’accusa di sequestro di persona per la chiusura dei porti ai migranti

Ministro Salvini, ci siamo. Oggi la pubblica accusa farà le sue richieste al processo che la vede imputata a Palermo per sequestro di persona. Cosa si aspetta?
«Mi auguro prevalga il buonsenso, perché la difesa dei confini non è un reato. È imbarazzante dover pensare a questo processo, visto che stiamo affrontando sfide importanti e i dati macroeconomici sono positivi: tasso di occupazione al 62,2%, disoccupazione ai minimi storici al 6,8%».
Quando era ministro dell’Interno ha chiuso i porti all’immigrazione clandestina col risultato di azzerare, o quasi, gli sbarchi e diminuire drasticamente i morti in mare. E come ringraziamento si è trovato a rischiare fino a 15 anni di carcere. Umanamente e politicamente rifarebbe, oggi, quelle scelte?
«Assolutamente sì. Ho rispettato la parola con gli elettori, che chiedevano di fermare gli sbarchi, diminuendo le tragedie nel Mediterraneo. Dal primo agosto 2017 al 31 luglio 2018, con Marco Minniti del Pd al Viminale, gli sbarchi furono 42.700. Dal primo agosto 2018 al 31 luglio 2019, con me al Viminale, gli sbarchi furono 8.691. Dal primo agosto 2019 al 31 luglio 2020, con Luciana Lamorgese al Viminale (gradita al Pd) gli sbarchi furono 21.618. Ecco perché la Lega ha già previsto per i prossimi due fine settimana la mobilitazione in centinaia di città italiane – con tanto di raccolta di firme – per sostenere che il processo di Palermo non è processo al segretario della Lega o all’ex ministro, ma un processo all’Italia e alla coerenza di chi ha fatto quello che aveva promesso».
Considera pericoloso che un giudice possa condannare un ministro della Repubblica che ha mantenuto una promessa elettorale per la quale era stato votato?
«È una responsabilità politica della sinistra, che ha deciso di vendicarsi del sottoscritto mandandomi a processo. Una mossa disperata, di chi non sa vincere nelle urne e allora prova a eliminare i rivali per via giudiziaria. Un film già visto con Silvio Berlusconi e che stiamo vedendo – per certi aspetti – perfino con Donald Trump».
In questi anni, secondo lei, c’è stato un cambiamento dell’Europa nell’affrontare il problema migratorio o tutto è rimasto come prima?
«La commissione von der Leyen è stata fallimentare ma alcuni Paesi europei hanno inasprito le politiche sui rimpatri, penso alla Germania: i fatti ci stanno dando ragione. Aver lasciato sola l’Italia significa aver danneggiato tutta l’Europa. E ora si cerca di correre ai ripari».
Passiamo alla politica. La campagna d’autunno della Lega è iniziata con la battaglia per salvare il motore endotermico dalle follie ambientaliste della Ue. Ieri è stato protagonista di un botta e risposta con Stellantis. Lei ha chiesto di sapere come sono stati spesi i miliardi del governo, loro hanno risposto che i loro stabilimenti sono aperti per una sua visita dove potrà rendersi conto degli investimenti. Ma l’auto
motive italiano piange… Che risponde?
«Anche sul tema dei motori tradizionali, l’Europa ci sta dando ragione: perfino in Germania si dibatte sull’opportunità di cancellare il divieto alla produzione di veicoli a benzina e diesel dal 2035. Per quanto riguarda Stellantis, tutti gli italiani hanno ben chiari gli sforzi dello Stato a colpi di miliardi. A proposito di Stellantis, sono sempre pronto al confronto ma vorrei incontrare prioritariamente operai in cassa integrazione, tecnici e i sindacati».
L’Autonomia sembra andare spedita. È preoccupato per un possibile referendum?
«No, sono preoccupato dalla campagna faziosa e autolesionista di alcune regioni di sinistra che fanno disinformazione. La Sardegna è a statuto speciale ma vorrebbe negare l’autonomia agli altri. L’Emilia-Romagna di Bonaccini e Schlein ha cambiato idea e ora si è innamorata del centralismo. Sono convinto che l’Autonomia migliorerà il Paese, avvicinando i centri decisionali al territorio: quando i cittadini toccheranno con mano alcuni vantaggi, la realtà sarà più forte della propaganda di Pd e M5S. Ne ho parlato anche con Umberto Bossi, pochi giorni fa: intendo tornare a trovarlo anche con i ministri Calderoli e Giorgetti per aggiornarlo».
Recentemente ci sono state un po’ di scintille con Forza Italia. Tutto risolto?
«Sono certo abbiano capito che alcune riforme come lo ius scholae – ovvero la cittadinanza facile – non siano prioritari per un Paese che concedere un numero di cittadinanze tra i più alti in tutto il continente. Piuttosto, la Lega proporrà il ritiro della cittadinanza agli immigrati che commettono reati in Italia. Porte aperte per chi si integra e rispetta le nostre leggi e la nostra cultura, porti chiusi per tutti gli altri. Attenzione però: se la sinistra pensa di spaccare la maggioranza, resterà delusa. Lo dimostrano i tanti provvedimenti a cui stiamo lavorando. Penso anche al ritorno del voto in condotta e dei giudizi a scuola, fino allo stop ai telefonini in classe. E ancora, parlando di sicurezza stradale, al ritiro della patente per chi usa droga e per chi abbandona animali. Fino a targa, casco e assicurazione per chi si muove in monopattino. Settimana prossima, alla Camera, chiederemo l’istituzione di un tavolo sulla castrazione chimica mentre nel ddl sicurezza intendiamo inasprire gli interventi contro le occupazioni abusive e per le donne che usano la gravidanza per commettere illeciti».
Siamo in piena discussione per la legge di Bilancio. Quali sono gli obiettivi “minimi” con i quali la Lega potrà dirsi soddisfatta?
«Tutela delle pensioni, aumento fino a 100 euro netti al mese per chi guadagna fino a 35mila euro all’anno, più fondi alla sanità. La coperta è corta ma siamo responsabili e ragionevoli: sono ottimista».
Il 6 di ottobre ci sarà il consueto appuntamento di Pontida. Qualcuno ha storto il naso per la data e per il richiamo alla battaglia di Lepanto. Ma in fondo la tematica del non cedere all’islamizzazione è uno dei temi storici della Lega, non trova?
«Assolutamente sì, e proprio per ricordare la battaglia dell’Europa a difesa delle proprie radici ebraico cristiane chiameremo a raccolta alleati da tutto il mondo, dall’Europa fino all’America dei repubblicani, per ricordare che i valori dell’Occidente non possono essere messi in discussione. La sinistra critica? Come modelli ha la Salis, la Fornero e la signora Boccia: non mi stupisce più nulla».
Restando a Pontida, lo scorso anno sul palco salì per la prima volta un leader non leghista, la francese Marine Lepen. Quest’anno – Vannacci a parte – state preparando sorprese simili?
«Stiamo pensando ad alcune sorprese...».
Ministro, Toti ha deciso di patteggiare. Questo può danneggiare la campagna di Marco Bucci?
«Non commento le scelte processuali ma sicuramente l’inchiesta genovese ha chiari connotati politici. Ha avuto l’obiettivo e l’effetto di condizionare la politica e la democrazia. Fortunatamente abbiamo trovato un grande uomo come Marco Bucci – stimato da tutti – che nonostante i problemi di salute ha scelto l’amore per la Liguria».
Sta facendo rumore l’incontro a sorpresa tra Marina Berlusconi e Mario Draghi, avvenuto subito dopo la consegna dell’ex premier alla von der Leyen del suo dossier per “salvare” l’Europa...
«Tutti sono liberi di incontrare tutti, se la soluzione di Draghi è ancora “più vincoli e più tasse europee”, non siamo d’accordo. Mediaset? Con Silvio Berlusconi è sempre stata una grande azienda baluardo di libertà, soprattutto rispetto ad altre realtà asservite alla sinistra. Mi auguro che continui ad esserlo perché non voglio credere a certi retroscena».
Ci sono state molte polemiche dopo i fatti di Viareggio dove una signora ha investito e ucciso un uomo che l’aveva derubata...
«Nessuno assolve la signora, che verrà giudicata da chi di dovere, ma se invece di rubare Said Malkoun fosse stato a casa o al lavoro, non avrebbe corso nessun rischio».
Matteo Salvini che bilancio fa dei suoi due anni da ministro?
«In meno di due anni, abbiamo approvato il nuovo codice degli appalti che favorisce la realizzazione delle opere, il nuovo codice della strada è pronto per l’approvazione, il salva casa sta dando grandi risultati e abbiamo fatto investimenti storici per strade, autostrade e ferrovie: i lavori possono aver creato qualche disagio, nelle ultime settimane, soprattutto per i treni. Ma è un dovere intervenire per modernizzare la rete».
Ultima domanda. Secondo lei le elezioni americane di novembre potranno sbloccare la guerra russo-ucraina?
«Confermo che auspico la vittoria di Donald Trump e dei Repubblicani, perché c’è chi ci sta avvicinando alla terza guerra mondiale. Dobbiamo aiutare Kiev, ma sono contrario ad attacchi in territorio russo».