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 2024  settembre 13 Venerdì calendario

TORINO – Le vendite di auto elettriche sono ferme. E Stellantis ha deciso un altro stop per le Carrozzerie di Mirafiori: sospensione della produzione della 500e per un mese

TORINO – Le vendite di auto elettriche sono ferme. E Stellantis ha deciso un altro stop per le Carrozzerie di Mirafiori: sospensione della produzione della 500e per un mese. Stop fino all’11 ottobre. «La misura – dice l’azienda – è resa necessaria dall’attuale mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa, che è profondamente in difficoltà per tutti i produttori, soprattutto europei».
Il gruppo guidato da Carlos Tavares dice che garantirà «la continuità di tutti i suoi impianti e delle sue attività» in questa complessa transizione. Confermato l’investimento da 100 milioni per realizzare superbatterie che rendano la 500 full electric più appetibile, mentre tra il 2025 e il 2026 sarà prodotta la nuova ibrida. I sindacati sono preoccupati. «Invecedi annunci di nuove produzioni continuano quelli sulla cassa», dice la Fiom. Per il segretario della Uilm torinese, Luigi Paone, «è urgente incalzare governo e azienda a riprendere il confronto sul futuro di Mirafiori», mentre il segretario della Fim Rocco Cutrì osserva che «ci troviamo in una condizione di alternanza tra poca produzione e nessuna produzione. Si anticipi il lancio della 500 ibrida». Modello che potrebbe tirare: basta vedere la produzione di cambi per ibride a Mirafiori. È in crescita e assorbirà 200 addetti in cassa dalle Carrozzerie.
Mirafiori non è l’unico nodo da sciogliere. Ieri gli addetti delle meccaniche di Termoli hanno manifestato per chiedere che la gigafactory, progetto sospeso da Acc, la joint venture tra Stellantis, TotalEnergies e Mercedes Benz, si faccia. «Basta scontri tra governo e Stellantis», dicono gli operai. «La fabbrica delle batterie s’ha da fare», aggiungono. Il 17 settembre si terrà il vertice al ministero delle Imprese. Il ministro Adolfo Urso ha detto di credere «nell’obiettivo condiviso con Stellantis di tornare a 1 milione di auto prodotte in Italia». Difficile che il 2024 sia l’anno giusto. Urso alza il tiro a livello europeo: «La questione dell’auto non riguarda solo l’Italia e non riguarda solo Stellantis ma l’industria automobilistica europea, come dimostra il fatto che persino Volkswagen ha dovuto annunciare la chiusura di uno stabilimento». Pure Bmw ha rivisto i target. Urso il 25 e 26 settembre, giorni in cui a Bruxelles ci sarà rispettivamente un consiglio dedicato all’auto e uno alla competitività, chiederà di anticipare la revisione del regolamento che prevede dal 2035 lo stop alla vendita di vetture con motore termico.
Al Salone dell’Auto di Torino Dongfeng, uno dei gruppi di Pechino corteggiati da Urso per aprire una fabbrica in Italia, ha presentato due nuove vetture: «Torino è il cuore dell’industria dell’automobile europea e vanta una profonda tradizione nella produzione di auto – dice Ma Lei, general manager Dongfeng ma è troppo presto per parlare di stabilimenti in Europa, prima megliovedere le vendite». Possibile che qualche sito attorno a Torino sia stato visto, ma i manager di Wuhan sono prudenti. D’altronde è in corso un braccio di ferro tra Bruxelles e Pechino sui dazi alle importazioni di auto elettriche. La Eurocommissione dice che i rimedi proposti dal Paese del Dragone sono insufficientiper cambiare la decisione, anche se il negoziato non si è interrotto. E la Spagna, secondo produttore di auto nella Ue, si schiera con la Germania e dice che l’Europa deve far di tutto per evitare i dazi. Pechino apprezza e la prossima settimana il ministro del Commercio cinese, Wang Wentao, sarà a Bruxelles.