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 2024  settembre 12 Giovedì calendario

Periscopio

Non c’è stata partita. Joe Biden.
Penso sia stato il mio miglior dibattito in assoluto. Donald Trump.
Harris ha messo Trump sulla difensiva, e lo ha tenuto lì. nytimes.it.
Tra affondi più o meno efficaci, scivolate (di Donald Trump) e momenti di tensione, il primo e forse unico duello televisivo tra Kamala Harris e l’ex presidente è andato in scena a Filadelfia, città simbolo della democrazia americana e centro dello Stato in bilico più cruciale per la conquista della Casa Bianca. «Non sono né Biden né Trump, sono la leader d’una nuova generazione», ha dichiarato la vicepresidente, che aveva il compito di presentarsi a quei milioni di americani che non la conoscono o che l’associano all’amministrazione attuale. E la candidata s’è «presentata» anche al suo rivale che non sembrava volesse stringerle la mano, avvicinandosi e dicendogli: «Piacere, Kamala Harris». Ansa 1.

Cattive notizie per Trump: Harris non è Biden. washingtonpost.com
Kamala Harris ha parlato del futuro, Donald Trump del passato. Paolo Mastrolilli, repubblica.it.
L’ex presidente ha rilanciato l’accusa ai democratici della Virginia [che ha confuso col West Virginia] d’aver autorizzato l’«uccisione di bambini anche dopo la nascita: un’esecuzione». Uno dei moderatori, la giornalista Linsey Davis, gli ha ricordato come ciò [naturalmente] non sia permesso in nessuno Stato americano. libero.it
Nel complesso Harris è riuscita a mettere all’angolo il suo avversario in diversi momenti, con calma e determinazione ma anche rubandogli alcune delle sue espressioni più colorite e aggressive. Come quando lo ha accusato d’«aver venduto gli Stati Uniti alla Cina» con la sua politica dei chip; o quando lo ha accusato d’essere amico di dittatori come Vladimir Putin e Kim Jong-un, che «tifano per lui perché possono manipolarlo». Col leader nordcoreano «si scriveva lettere d’amore», ha detto sarcastica. E l’amicizia col leader del Cremlino è stato uno dei temi di politica estera sul quale la vicepresidente ha attaccato più duramente. «Se Trump fosse presidente Putin sarebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sull’Europa». Ansa 2.

Trump ha messo a segno un punto [ma va?] quando ha promesso che da presidente telefonerà a uno e all’altro, sia a Putin che a Zelensky, per trovare un accordo. Make Libero Great Again.
Se tu fossi presidente Putin sarebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sull’Europa... Sei amico d’un dittatore che ti si mangerebbe a colazione. Kamala Harris (Gianluca Mercuri, corriere.it).
La strategia di Harris è stata anche quella di ricordare agli americani che il tycoon è già stato presidente con risultati, a suo parere, disastrosi. «Trump ci ha lasciato la disoccupazione più alta dalla Grande Depressione. Quello che abbiamo fatto è stato mettere a posto il pasticcio da lui creato», ha attaccato ricordando le sue politiche fallimentari sul Covid. Ansa 3.
Trump ha tirato fuori la storia dei cani e gatti mangiati dagli immigrati in Ohio, smentita dalle autorità locali, e ha rimproverato a Kamala l’impennata della criminalità, che in realtà secondo l’Fbi è diminuita in tutto il paese. Quindi lei ha contrattaccato così: «È singolare che a parlare di criminalità sia lui, più volte condannato e incriminato». repubblica.it

The Donald da parte sua ha sfoderato i classici della sua retorica: da Harris «marxista che ha distrutto il paese con politiche che sono folli» a Harris anti-Israele che distruggerà lo Stato ebraico entro due anni dal suo insediamento. È sembrato a tratti irritato e nervoso, ha alzato la voce ed è andato in confusione di fronte alla calma olimpica dell’avversaria. (…) Quando poi gli è stato chiesto della questione della «razza» di Harris non è riuscito a fare del tutto un passo indietro liquidandola con un «non me ne potrebbe fregare di meno». Ansa 4.
Il tycoon ha provato a mettere in difficoltà la sua avversaria sul ritiro dall’Afghanistan, nota dolente dell’amministrazione Biden, ma anche in quel caso Harris si è smarcata ricordandogli che fu lui a concludere quell’accordo disastroso invitando persino i talebani a Camp David. Ansa 5.
L’ex presidente americano ha poi ripetuto d’aver battuto Biden alle elezioni del 2020, dicendo che «ci sono così tante prove... tutto quel che dovete fare è guardarle». Ha quindi negato la sua responsabilità nella rivolta contro il Campidoglio del 6 gennaio 2021, dando la colpa a Nancy Pelosi e in generale ai democratici, che avrebbero perfino armato l’attentatore che gli ha sparato a luglio. Giulia Pompili, il foglio.it.

Quand’è finito il dibattito, ognuno è andato via voltando le spalle all’altro. Stavolta, niente stretta di mano. libero.it
Harris attacca Trump con uno spot nel quale appaiono alcuni suoi ex collaboratori – tra cui il vicepresidente Mike Pence, il segretario alla Difesa Mark Esper e il consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton – che esortano a non votare per il tycoon. Ansa 6.
Donald, attaccati al Trump. Dagospia.
Harris cauta: «Siamo ancora underdog, sfavoriti». Kamala Harris.
Ma penso d’aver spiegato cosa c’è in gioco. Kamala Harris.
La requisitoria di Harris contro le panzane di Trump ha evidenziato il conflitto insanabile tra i valori fondativi degli Stati Uniti e la tradizionale reazione delle forze illiberali. Ma ai fini elettorali è più importante la scelta, annunciata a confronto chiuso, di Taylor Swift. Linkiesta.
Da poco ho saputo che sul sito dell’ex presidente è apparsa una «me» creata con l’intelligenza artificiale che appoggiava la corsa presidenziale di Trump. Questo mi ha portato alla conclusione che devo essere molto trasparente riguardo alle mie intenzioni di voto. Il modo più semplice per combattere la disinformazione è la verità. [Questa:] Voterò per Kamala Harris e Tim Walz. Voto per @kamalaharris perché lotta per i diritti e perché credo ci sia bisogno d’un guerriero che li difenda. corriere.it

Di complotti dell’opposizione, di biondone che danno buca alle dirette televisive, d’Elly Schlein che parla alla festa dell’Unit*, d’api tricolori uccise da scarafoni orientali sul tetto del ministero dell’agricoltura, di Grilli e di Conti, parleremo (purtroppo ci tocca) un’altra volta. ItaliaOggi.
I miei sogni nel cassetto sono diventati incubi. Roberto Gervaso.