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 2024  settembre 12 Giovedì calendario

Intervista a Harry Whittaker

Potrebbe essere un romanzo di Lucinda Riley: il figlio che continua a dar voce alla madre, grande scrittrice scomparsa troppo presto. «È un privilegio potermi occupare della sua eredità letteraria», dice invece Harry Whittaker, il figlio trentenne della regina mondiale del romance, che questa storia commovente la vive davvero.
Oggi in tutto il mondo esce La ragazza nascosta, un romanzo giovanile di Lucinda Riley che Harry, da editor molto speciale, ha aggiornato: la storia di Leah, dalla brughiera alle passerelle, un po’ favola, un po’ giallo con una trascinante love story che come sempre intreccia la grande storia. Riley, 60 milioni di copie vendute, è morta tre anni fa, uccisa da un cancro a 55 anni. Harry, che con lei aveva già scritto a quattro mani cinque libri per l’infanzia, ha raccolto il suo lascito di scrittura, come lei gli aveva chiesto di fare: dopo aver completato Atlas: la storia di Pa Salt,l’ultimo volume dell’amatissima saga Le sette sorelle,ha ripescato La ragazza nascosta, un libro che era stato snobbato quando Lucinda si firmava ancora Edmonds e che la signora del rosa da tempo avrebbe voluto ripubblicare. Di fatto è un inedito. Harry, scrittore e conduttore radiofonico, vive a Londra. Rispondeall’intervista di ritorno dall’ospedale dove ha accompagnato la compagna per un controllo: tra pochi mesi diventerà papà di due gemelli: «Una grande emozione».
Perché leggere “La ragazza nascosta”?
«Per la prima volta ci sono due linee temporali, la caratteristica per la quale è diventata famosa. È anche il libro più oscuro di Lucinda, forse il più accattivante».
Harry, cosa significa scrivere nel nome della madre?
«È un privilegio anche se tecnicamente non scrivo in suo nome, non lo farei mai: nel caso diAtlas ho lavorato sui suoi appunti, e firmato il libro con lei. In questo caso, come editor, ho trasformato un romanzo di Lucinda Edmonds in un romanzo di Lucinda Riley».
Cosa significa da figlio entrare nell’immaginario della scrittrice?
«Lavorare su Atlasè stato incredibilmente utile per affrontare il lutto: mi sembrava che non fosse morta, conversavo con lei ogni giorno nella mia testa. Lavorare suLa ragazza nascosta è stato molto più complicato».
Nell’introduzione dice di aver modernizzato il romanzo senza modificarlo: come ha fatto?
«Una strada difficile da percorrere: aggiornare la sua “voce”, maturata nel corso di 30 anni di carriera. Spero che sembri un romanzo moderno di Riley».
Ha sentito qualche tensione tra preservare la voce di sua madre e affrontare la sensibilità di oggi?
«Ho la responsabilità di assicurarmi che i lettori del 2024 non si imbattano in temi ormai superati: è quello che avrebbe voluto la mamma».
I lettori in questo momento sono più sensibili a certi temi o contenuti?
«No, capita solo che chi è più sensibile abbia la voce più forte. Non sono d’accordo con la modifica di testi consolidati e ampiamente letti, penso a Roald Dahl. Basta una nota dell’editore per contestualizzarli. Penso che mamma sarebbe d’accordo».
Sua madre scriveva d’amore. Ma nei suoi romanzi gli eventi storici sono sempre centrali per la costruzione della trama.
«Era uno dei segreti del suo successo: raccontare storie meno note all’interno di grandi movimenti storici».
In Italia c’è un dibattito acceso sulla narrativa di genere: pensa che ci sia un certo snobismo nei confronti del romance?
«Sulla metropolitana di Londra, alcuni leggono Charles Dickens e altri E.L. James. Ma il lettore di Dickens non guarda dall’alto in basso il lettore di E.L. James! Durante i miei viaggi in Europa per promuovere Atlas,mi è stato chiesto spesso del dibattito sulla letteratura di genere, il che è sconcertante. È una questione europea!».
A proposito di Regno Unito ed Europa, sua madre ha più volte criticato Brexit.
«Entrambi irlandesi siamo stati felici di essere ancora nella Ue. Riguardo a Brexit, non vedo come qualcuno nel Regno Unito possa pensare che sia un male un rapporto più stretto con i nostri vicini in un periodo di incertezza economica e militare».
Sua madre ha sempre sostenuto la parità di genere e si è espressa duramente su Trump: cosa penserebbe oggi della corsa di Kamala Harris?
«Sarebbe felice dell’idea di una presidente Usa donna».
Qual è il suo primo ricordo di lei?
«Uno dei nostri viaggi in spiaggia in Irlanda. Mi raccontava storie di fate che vivevano tra le rocce. Mi mancano la sua infinita saggezza, il suo buon umore e la sua cieca positività. Darei dieci anni della mia vita per avere un’ultima conversazione con lei».
Che rapporto ha con le sue cose, i suoi oggetti?
«Ho i suoi libri e nei suoi romanzi lei è viva e vegeta».
Di recente, un’altra grande scrittrice di romanzi rosa ha annunciato la sua malattia, Sophie Kinsella: l’ha colpita?
«Il mio cuore è con tutti coloro che sono colpiti dal cancro. I miei migliori auguri a Sophie e alla sua famiglia».
Sua madre ha detto: «Il momento è tutto ciò che abbiamo».
«È una frase con la quale cerco (e per lo più fallisco) di vivere».