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 2024  settembre 11 Mercoledì calendario

Lo ius scholae piace al 60% degli italiani. Anche Fratelli d’Italia ormai si è spostata al centro, su posizioni più moderate, non a caso il 45% del suo elettorato è favorevole alla riforma. Invece solo il 20 per cento dei leghisti sarebbe d’accordo. Così Rado Fonda, analista, direttore di ricerca Swg

Ius scholae, la riforma piacerebbe a 6 italiani su dieci. Con consensi anche nel campo del centrodestra, dove i più contrari sono ormai rimasti solo i leghisti. «L’elettorato della Lega è il più intransigente, solo due elettori su 10 vedrebbero di buon occhio una legge che consente di dare la cittadinanza in base al numero di anni di studio in Italia», dice Rado Fonda, analista e direttore di ricerca di Swg, «infatti anche Fratelli d’Italia ormai si è spostata al centro, su posizioni più moderate: il 45 per cento del suo elettorato è favorevole allo Ius scholae». Pienamente in linea con la maggioranza degli italiani invece Forza Italia, che la riforma l’ha proposta, con il 60 per cento di elettori a favore. Aggiunge Rado Fonda: «Nel centrodestra è in atto una mutazione, complice anche il fatto che l’Italia, a differenza di altri paesi come Francia e Germania, non ha subito attentati di matrice terroristica, le problematiche legate all’immigrazione sono meno accentuate e nel frattempo sono diminuiti gli sbarchi. La sensazione è che chi risiede e studia in Italia possa considerarsi cittadino senza troppi problemi. Anche se», precisa Fonda, «va sottolineato che sulla materia non vi è molta conoscenza e spesso a domanda l’italiano medio intervistato risponde di pancia».
 
Lo ius scholae proposto da Antonio Tajani al momento pare accantonato nell’agenda politica del governo. Tema divisivo?
«Certamente lo è per lo schieramento di centrodestra, dove nessuno dei partiti di maggioranza è disposto ad andare a una crisi sulla cittadinanza agli stranieri. Molto meno divisivo invece per i cittadini: 6 italiani su dieci in linea astratta sarebbero favorevoli alla riforma».
Con che percentuali tra elettori di centrodestra e centrosinistra?
«Nel csx la riforma sbanca: favorevole il 94 per cento degli elettori di Sinistra e Verdi e l’84 per cento di quelli del Pd, l’82 per cento dei 5stelle. In piena sintonia con la maggioranza degli italiani è Forza Italia, con il 61 per cento dei favorevoli. I più contrari sono i leghisti: solo due elettori su 10 vedrebbero di buon occhio una legge che consente di dare la cittadinanza in base al numero di anni di studio in Italia».
E Fratelli d’Italia?
«Un po’ a sorpresa, il 45 per cento dell’elettorato di Giorgia Meloni sarebbe d’accordo».
Come si spiega?
«Fratelli d’Italia ormai si è spostata al centro, su posizioni più moderate, a interpretare il radicalismo del partito di destra è rimasto il Carroccio di Matteo Salvini. Che però ha davanti a sé su questo tema un campo molto ampio di potenziali consensi: se infatti 6 elettori su 10 sono d’accordo a utilizzare il criterio del percorso scolastico, sono contrari i restanti 4».
Eppure in paesi come Francia e Germania le riforme vanno in senso opposto rispetto a quanto lascia prefigurare lo Ius scholae.
«Nell’elettorato di centrodestra è in atto una mutazione complice anche il fatto che l’Italia, a differenza di altri paesi come appunto Francia e Germania, non ha subito attentati di matrice terroristica, le problematiche legate all’immigrazione sono meno accentuate e nel frattempo sono diminuiti gli sbarchi. La sensazione è che chi risiede e studia in Italia possa considerarsi cittadino senza troppi problemi, le preoccupazioni riguardano piuttosto i nuovi arrivi».
Bastano 5 anni di studio?
«Su questo l’elettorato è diviso, tra quanti sono favorevoli, c’è chi chiede 5 anni, chi 10. Nel leggere i dati va sottolineato che sulla materia non vi è molta conoscenza e spesso a domanda l’italiano medio intervistato risponde di pancia, senza ragionarci molto».
Quanto è prioritaria questa riforma per l’italiano medio?
«Non lo è o lo è molto poco per il 65 per cento, può andare in coda insomma ad altre emergenze. Il che spiega anche perché nessuno nella maggioranza di governo potrebbe mettere a rischio la coalizione».
Allentare dunque gli attuali criteri per la concessione della cittadinanza, che prevedono almeno 10 anni di residenza sul suolo italiano e avere almeno un genitore che sia regolare in Italia, sarebbe fattibile?
«Questa è un’altra domanda che abbiamo fatto al nostro campione. È favorevole la quasi unanimità di quanti votano per Sinistra e Verdi e il 57 per cento di chi vota per il partito di Elly Schlein. Per il 53 per cento degli elettori di Fdi e quasi il 70 per cento della Lega servono invece criteri più stringenti».
E non è una risposta contraddittoria rispetto a quella sullo Ius scholae?
Come dicevo molti elettori rispondono di pancia, e sulla riforma e la sua portata non vi è stato un dibattito vero.
Lo Ius scholae rafforza elettoralmente chi?
«Nell’ultimo sondaggio non c’è traccia di un cambio di posizionamenti: Fi e Lega oscillano tra l’8 per cento e l’8,5 per cento, Fratelli d’Italia è sopra quota 30 per cento, Pd tra il 22 e il 23 per cento, M5s a poco più dell’11 per cento.»
E il gradimento del governo?
«Resta buono, prima delle elezioni europee era al 33 per cento, dopo le elezioni era balzato al 38 per cento, ora è ad agosto era al 36 per cento. Sopra la media dello scorso anno. Merito anche del controllo degli sbarchi e dell’idea di una solidità stabilità che agli elettori di centrodestra piace».
 
 
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