Il Messaggero, 11 settembre 2024
Guerra, un sondaggio allarma Kiev
Due anni e mezzo di guerra iniziano a farsi sentire. Dolore, frustrazione e stanchezza piegherebbero chiunque. Anche una popolazione come quella ucraina, che dal febbraio del 2022 resiste all’invasione russa e spera di rovesciare le sorti del conflitto. Kiev non demorde. Volodymyr Zelensky prova in tutti i modi a tenere alto il morale, tra accordi con l’Occidente, blitz in casa del nemico, attacchi fino al cuore della Federazione. Ma tra le reclute e l’opinione pubblica le cose iniziano a essere molto diverse rispetto ai primi mesi di guerra. Quando Vladimir Putin ha scatenato l’invasione, i giovani ucraini si offrivano volontari per andare in prima linea, le donne si organizzavano per addestrarsi all’uso delle armi. E dall’estero migliaia di combattenti erano pronti a imbracciare il fucile per aiutare Kiev. Ma adesso che la guerra è diventata una realtà logorante, senza controffensive convincenti, con un Paese devastato dai missili russi e aiuti che arrivano col contagocce, nelle trincee e nelle città inizia a serpeggiare un altro nemico: la sfiducia. Un problema serio per Zelensky, che non può non tenere conto anche di questo fattore.LA FATICA«C’è stanchezza nella società occidentale e certamente in quella ucraina», ha detto al Wall Street Journal il colonnello Andriy Biletskiy, alla guida di una delle più importanti brigate dell’esercito. Ma la sensazione è che soprattutto i giovani siano stanchi. Secondo un sondaggio pubblicato dal Wsj, un terzo degli intervistati tra i 18 e i 35 anni è a favore di un accordo con Mosca, anche se nessuno si fida di Putin. Una cifra che scende drasticamente tra i soldati, che combattono ogni giorno con i russi e che non vorrebbero avere visto morire invano i loro amici. Ma l’impressione di molti osservatori è che specialmente nelle grandi città si inizi a vivere una realtà parallela rispetto a quella della prima linea del fronte. Con una società che rischia di dividersi tra chi vuole continuare a combattere e chi inizia a desiderare molto di più la pace. Anche a costo di dolorose concessioni.La preoccupazione c’è, e lo dimostra anche quanto scritto in questi giorni dalla Cnn. Dal fronte del Donbass, dove la Russia ieri ha annunciato la conquista di altri quattro villaggi, diversi comandanti hanno raccontato all’emittente americana dell’aumento delle diserzioni e di truppe sempre più demoralizzate. Le reclute non sono più i volontari che si sono offerti spontaneamente all’inizio dell’invasione, ma ragazzi arrivati al fronte dopo la mobilitazione e l’abbassamento dell’età per l’arruolamento. Solo nei primi mesi del 2024, le autorità di Kiev hanno attivato 19 mila procedimenti penali tra accuse di diserzione e abbandono del proprio luogo di servizio. E tra le trincee, le basi e i villaggi assediati, i soldati aspettano aiuti militari dall’Occidente che non sembrano arrivare né in tempo né nelle quantità necessarie. I missili (e ora anche iraniani) continuano a colpire le centrali elettriche. E lo stesso premier, Denis Shmiga, ieri ha ammesso che il prossimo inverno potrebbe essere “il più difficile”. Dopo i “no” all’uso delle armi occidentali in territorio russo e le sanzioni a Teheran per le forniture di armi a Mosca, il segretario di Stato Antony Blinken è atteso a Kiev insieme all’omologo britannico David Lammy per ribadire il sostegno all’Ucraina. Ma il tempo scorre. E il logorio della guerra pesa su un popolo orgoglioso ma sempre più stanco.