Corriere della Sera, 11 settembre 2024
Quanto inciderà il taglio del cuneo fiscale
1 Su cosa punta il governo per la prossima manovra economica?
Il cantiere della prossima manovra economica è aperto. Si avvicina il 20 settembre, termine di invio al Parlamento (e poi alla Commissione europea) del Piano strutturale di Bilancio (Psb) a medio termine come previsto dalle nuove regole Ue. Le priorità per il governo sono famiglie, lavoro, fisco e imprese. Ci saranno meno bonus e più assunzioni, le pensioni (minime) saranno da rivedere, l’assegno unico rimodulato. Ma la coperta è molto corta e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è da giorni al lavoro per trovare risorse aggiuntive, magari da fondi rimasti inutilizzati (da un primo conteggio si riuscirebbero a recuperare fino a 3 miliardi di euro) e alle richieste dei partiti di maggioranza ripete: «Le risorse sono limitate».
2 Sono previsti nuovi interventi?
La linea di governo e maggioranza per ora è quella di rinnovare misure della scorsa manovra il cui costo è di circa 15 miliardi sui 23-25 miliardi complessivi, per «confermare quanto di buono è stato fatto».
3 Cosa verrà confermato?
Le novità
Ci saranno meno bonus e più assunzioni, l’assegno unico
sarà rimodulato
Tra le conferme c’è sicuramente il taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi. Valido solo per il 2024, la premier Giorgia Meloni intende rinnovarlo anche per il 2025: di 7 punti per i redditi lordi fino a 25 mila euro; di 6 punti per quelli fino a 35 mila. La misura costerebbe oltre 9 miliardi e riguarda circa 14 milioni di lavoratori che in questo anno si sono visti arrivare fino a 100 euro al mese in più in busta paga. Conferma anche per il taglio dell’Irpef con le aliquote passate da 4 a 3, anche questa misura prevista solo per il 2024. L’idea è di ritoccare anche percentuali e tetti delle aliquote, riducendo la seconda dal 35% al 33% e alzando il tetto fino ai 60 mila euro di reddito (come chiesto dalla Lega). Forza Italia vorrebbe una zona «zero tasse» fino ai 12 mila euro.
4 Che succede con le pensioni?
Sarebbe invece definitivamente tramontata, per mancanza di fondi, Quota 41, la possibilità tanto cara alla Lega di lasciare in anticipo il lavoro con il solo requisito di avere 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età. Misura troppo costosa. Ma il governo lavora su Quota 103 (in pensione a 62 anni con 41 di contributi, in scadenza il 31 dicembre prossimo). L’ipotesi sarebbe di prolungare le finestre di uscita e 6-7 mesi dagli attuali 3 con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) a prescindere dall’età anagrafica. C’è poi la novità annunciata dal ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo di trattenere al lavoro i dipendenti Pa fino a 70 anni. Sarebbe su base volontaria e con funzioni di tutoraggio o affiancamento per i nuovi assunti. La misura sarebbe applicabile nel limite del 10% delle facoltà assunzionali. E però Zangrillo ha promesso anche un piano da 350 mila assunzioni di giovani entro il 2025. I sindacati già annunciano battaglia. Anche quest’anno Forza Italia spinge per la rivalutazione delle pensioni minime, da 615 a 650 euro, «con l’obiettivo di arrivare a mille euro entro la fine della legislatura».
5 Arriveranno nuovi bonus?
Finita la stagione dei bonus, come sottolineato dalla premier Meloni, per imprese e famiglie si studiano aiuti più mirati. Per le imprese c’è il problema del costo dell’energia, ancora un pesante fardello, e quello della competitività. Intanto, potrebbe scendere al 5% la tassazione dei premi di produzione fino a 3 mila euro e potrebbero salire a 1.500 euro per tutti senza distinzione (genitori o no) i fringe benefit. Per le famiglie si va verso una rimodulazione dell’assegno unico (ridotto per i redditi più alti), mentre il bonus mamme con lo stop ai contributi per le lavoratrici con 2 figli fino a 10 anni potrebbe concludersi a fine anno.