Corriere della Sera, 10 settembre 2024
Truffe on line, Riondino ci è caduto
Ogni mattina, nella savana digitale, un furbacchione si sveglia e accende il telefono con l’idea di fregare una gazzella di sessant’anni o più. Le gazzelle attempate sono un discreto bocconcino: hanno qualche soldo da parte e nutrono un timore reverenziale per la tecnologia. Tradotto: non ci capiamo quasi niente, ma ci vergogniamo ad ammetterlo. Quando l’attore David Riondino, 72 anni, ha ricevuto dalla piattaforma dei pagamenti online un sms che gli notificava l’acquisto di uno smartphone che non aveva comprato, ha cercato l’operatore indicato nel messaggio per cancellare l’ordine. Il falso operatore, fingendo di aiutarlo a bloccare il pagamento, lo ha indotto a fargli un bonifico. E poiché sul telefono appariva la scritta «transazione negata», al povero David è stato suggerito di ripetere l’operazione altre ventidue volte. Immagino che intorno alla quindicesima qualche dubbio gli sia venuto, ma il complesso di inferiorità che sempre ci pervade quando parliamo di tecnologia digitale con un esperto (per esempio, mia nipote di 12 anni) lo avrà portato ad affidarsi docilmente al suo carnefice. Salvo scoprire, qualche ora dopo, un buco di 11.422 euro sul conto corrente.
Ogni mattina, nella savana digitale, una gazzella di sessant’anni o più si sveglia e accende il telefono con l’idea che un furbacchione cercherà di fregarla. Solo che adesso non è più un’idea, è una certezza. Perciò vale il consiglio che una volta si dava ai bambini: non parlate mai con gli sconosciuti