Il Messaggero, 9 settembre 2024
Europa, una sfida per le opposizioni
Questione di giorni e il gioco al massacro dell’estate volgerà fatalmente al termine. La politica-avanspettacolo, che tutti deplorano moralisticamente ma nella quale siamo immersi con grande godimento pubblico e personale, funziona infatti così: raggiunto l’acme (e l’obiettivo) si passa ad altro e si dimentica ogni cosa, come nel Truman Show. Volge lentamente al termine anche perché, numeri alla mano, il gioco in questione è servito politicamente a poco a chi l’ha cavalcato oltre ogni misura. Giorgia Meloni ha perso un ministro (danno grave) ma, stando ai sondaggi, nemmeno lo 0,5% di consensi (danno minimo). Ciò significa che per mettere in crisi questo governo diciamo ogni governo che abbia una minima base di sostegno popolare l’indignazione moralistica, specie se manifestamente a comando e a senso unico, serve a poco. Per atterrare un esecutivo ci vogliono motivazioni politiche, e alternative praticabili, che al momento ancora mancano. Eppure c’è chi non si arrende. Uscito inevitabilmente di scena Gennaro Sangiuliano, i critici della politica trasformata da alcuni suoi maldestri protagonisti in commedia all’italiana segretamente sperano che la commedia in realtà continui. Le prossime settimane le si vorrebbe dunque occupate, come è stato in questi giorni, dai botta e risposta tra la Presidente del Consiglio e Maria Rosaria Boccia, nel frattempo trasformata quale capolavoro politico-mediatico! nella più accreditata e credibile oppositrice extraparlamentare della leader del centrodestra.Ma è chiaro che l’interlocutrice di Giorgia Meloni non può essere, come qualcuno vorrebbe con l’idea recondita ma chiara di screditarne immagine e ruolo, la Boccia. La politica, per fortuna, è spesso più seria e al tempo stesso più lineare e prosaica di coloro che la commentano usando come metro di giudizio le proprie personali (per quanto legittime) antipatie.Le interlocutrici al femminile della Meloni, con tutto il rispetto per la mancata consigliera culturale, arrivata grosso modo al quattordicesimo minuto dei quindici di gloria effimera cui proverbialmente tutti abbiamo diritto, saranno nei giorni a venire piuttosto Ursula von der Leyen e, in subordine, Elly Schlein. La prima sta per decidere quale ruolo assegnare all’Italia nella sua nuova Commissione. La seconda deve decidere cosa fare dopo che la prima avrà deciso: la capo-fazione o la statista in pectore? Saranno passaggi importanti e delicati. Per l’Italia, per il governo, per l’opposizione....