Corriere della Sera, 9 settembre 2024
Lettere al direttore: l’opposizione voti Fitto
Caro direttore,leggo con disappunto che sembrerebbe complicato per il Pd votare in favore di Fitto in Europa. Scherziamo? A parte il fatto che il ministro ha dimostrato all’Italia e all’Europa di essere un politico serio, competente e preparato, cosa abbastanza rara nell’attuale agone politico, possibile che Schlein che cerca fino allo sfinimento l’inclusione per la sua parte politica, non capisca che assai più importante è l’inclusione quando c’è di mezzo l’interesse nazionale? Possibile che i nostri partiti non riescano a rinunciare ai piccoli interessi di bottega anche a costo di sfigurare in Europa? Dai, un po’ di buon senso!Giorgio Tescari Milano
Caro Tescari,La fronda che si è aperta, anche se in modo al momento sotterraneo, nei confronti di un incarico di rilievo nella Commissione per Raffaele Fitto è davvero incomprensibile. Oppure è comprensibile solo in nome di interessi di bottega senza alcun riguardo per quelli dell’Italia. Che nel nuovo esecutivo europeo ci sia un incarico di rilievo per il rappresentante italiano dovremmo augurarcelo tutti. Tanto più che molto del futuro politico, economico e sociale del nostro Paese dipende dall’Europa. Senza dimenticare che Raffaele Fitto incarna nel centrodestra l’anima moderata ed europeista. Nell’occasione della nomina del precedente commissario Paolo Gentiloni, indicato dal centrosinistra, Fitto (l’ha ricordato sul «Corriere» Francesco Verderami), si adoperò, come presidente dei Conservatori, per il voto favorevole. Se andiamo un po’ più indietro negli anni, Silvio Berlusconi propose due personalità, Mario Monti ed Emma Bonino, certamente non organiche al suo mondo, ma rappresentative dell’interesse complessivo dell’Italia e dell’Europa. Ieri abbiamo letto dichiarazioni di Schlein e di altri esponenti del Pd che sembrano consapevoli della questione. Perché non avrebbe senso, per conflitti politici interni, (la questione riguarda anche una parte del gruppo liberale Renew) assestare un colpo alla credibilità e all’interesse dell’Italia.