La Stampa, 9 settembre 2024
Il governo e gli incarichi agli amici
«La mia idea su come una donna debba guadagnarsi il suo spazio nella società è opposto a quello di questa persona» ha spiegato la premier Giorgia Meloni al Forum Ambrosetti rispondendo a una domanda sulla nota vicenda che ha riguardato l’oramai ex-Ministro Gennaro Sangiuliano e la sua mancata consigliera Maria Rosaria Boccia.
Con questa affermazione Meloni riporta il dibattito che, in questi giorni (troppi) ha occupato le prime pagine dei giornali, sul terreno del “come” un giovane/una giovane debba guadagnarsi il proprio spazio, in particolare nella pubblica amministrazione. La risposta – in teoria – dovrebbe essere semplice: ciò che conta è la competenza. E, invece, le attuali procedure non sembrano andare in questa direzione. Lo dimostra il caso Sangiuliano: è stato lui a selezionare la candidata. La discrezionalità è stata davvero ampia. La nomina di Boccia, infatti, sembrerebbe essere stata bloccata da considerazioni di tipo personali e non dalla valutazione di una commissione composta da esperti indipendenti. In linea generale, il processo di scelta è – in molti casi – poco trasparente. Quali sono i criteri di selezione? Chi esamina la competenza del candidato/a?Ciò che emerge da diverse vicende, non solo quella attuale, è l’assenza di rendicontazione e di trasparenza. Stando così le cose, è inutile prendersela sul “come” le persone si fanno avanti nelle nostre istituzioni: la responsabilità è piuttosto di chi tollera l’esistenza di enormi margini di libertà a disposizione dei membri del governo. È compito della politica adottare regole e norme per selezionare la classe dirigente: solo con procedure chiare lo “spazio” verrà dato a chi lo merita. Del resto, questo è ciò che ci si aspetta da un governo – come quello attuale – che che ha persino messo il “merito” nel nome del Ministero dell’Istruzione. Altrimenti il rischio è quello di far prevalere la fedeltà e l’amichettism