Corriere della Sera, 9 settembre 2024
Il ministro Zangrillo a Cernobbio: «Pensione a 70 anni per gli statali E vogliamo assumere 350 mila giovani»
Il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, si presenta al Forum Teha di Cernobbio, con «la soddisfazione di aver raggiunto l’obiettivo del Pnrr di 200 procedure semplificate quest’anno». Ma la sfida che lancia è un’altra: l’ipotesi di trattenere in servizio un numero (limitato) di dipendenti pubblici fino a 70 anni, su base volontaria, inserendo il provvedimento nella legge di Bilancio. E, allo stesso tempo, «assumere 350 mila giovani entro il 2025, dopo i 173 mila assunti nel 2023».
Ministro Zangrillo, Giorgia Meloni sulla manovra a Cernobbio ha detto che «la situazione economica non è facile e le risorse non sono molte, fa la differenza come vengono usate». Si è parlato di una cifra tra i 20 e i 25 miliardi. Quale sarà l’orientamento di fondo?
«Le scelte del governo contribuiscono al buon andamento della nostra economia, pur in un contesto mondiale in rallentamento anche a causa della delicata situazione internazionale. Proprio come la presidente Meloni e il vicepremier Tajani hanno spiegato a Cernobbio, dobbiamo continuare a puntare sulla crescita, per rafforzare il quadro economico attuale. Intendiamo farlo anche con la prossima manovra, confermando le misure a favore delle famiglie, dei giovani e delle imprese che assumono e che creano posti di lavoro. Anche la Pubblica Amministrazione è un volano di crescita e per questo abbiamo il dovere di semplificare la vita al sistema impresa, liberandolo dal sovraccarico di burocrazia, accumulatosi negli anni, che non produce alcun valore pubblico e frena lo sviluppo. Lo stiamo facendo con la semplificazione amministrativa, e la notizia è che lo facciamo insieme a imprese e associazioni di categoria».
Ad esempio?
«Abbiamo completamente digitalizzato la procedura concorsuale, tagliando i tempi dai 780 giorni di fine 2020 agli attuali 6 mesi. Oggi ci si iscrive ai bandi di concorso attraverso lo smartphone. Grazie all’intelligenza artificiale, con un algoritmo sviluppato in casa, inoltre, stiamo lavorando per avere, a breve, un assistente virtuale che aiuterà le persone a comprendere, a seconda delle caratteristiche individuali e delle proprie aspettative, i corsi più adatti rispetto all’offerta. Il risultato è che nel 2023 abbiamo assunto 173 mila persone. Faremo altrettanto nel 2024 e nel 2025. E continueremo ad assumere, perché da qui al 2030 la PA perderà quasi un milione di persone, che andranno in pensione, dopo il calo di 300 mila dipendenti, che non sono stati sostituiti a causa del blocco del turnover dal 2010 al 2020».
Quanto guadagna un neoassunto?
«La retribuzione di ingresso nelle amministrazioni centrali è di circa 1.500 euro netti al mese per i laureati. Ma dobbiamo essere capaci di promuovere un sistema di gestione delle persone in grado di valorizzare le competenze, i talenti, la capacità di far accadere le cose, che nella Pubblica Amministrazione oggi non esiste. Mi sono preso la briga di vedere la valutazione della performance del 2022 dei dirigenti: sono tutti eccellenti. Significa che il merito non esiste. Dobbiamo introdurre questo valore».
Chi sono i neoassunti?
«Neolaureati, neodiplomati, molti giovani ma anche persone già inserite nel mondo del lavoro. Alla fine del 2021 l’età media dei dipendenti pubblici era di 51 anni e 3 mesi; oggi siamo a 49 anni e mezzo. Nel 2009 l’età media era di 43 anni. Per la prima volta, quindi, vediamo un’inversione di tendenza, è un altro segnale. Ma, come accade alle aziende private, anche noi abbiamo difficoltà a trovare profili nelle discipline STEM. Proprio in virtù del fatto che stiamo assumendo un numero rilevantissimo di persone e tantissimi giovani, ragioniamo su un rinvio del pensionamento».
La retribuzione
Negli uffici centrali la retribuzione di ingresso è di circa 1.500 euro netti al mese per i laureati
Come funzionerebbe?
«Ricordo innanzitutto che i dipendenti del comparto sicurezza e difesa vanno in pensione a 60 anni, mentre tutti gli altri a 65 anni con almeno 42 anni di contributi o a 67 anni. Nel costruire il piano di Bilancio di medio termine settennale, da inserire nella prossima legge di Bilancio, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti stiamo ragionando di approfondire l’opportunità di trattenimento fino a 3 anni in più».
Per chi vale l’opzione?
«Per le amministrazioni, anche quelle decentrate, che considerano una leva gestionale importante la possibilità di trattenere al lavoro fino a 70 anni (nel caso di pensionamento a 67) un numero di dipendenti in percentuale sul turnover. Su base volontaria».
A che percentuale pensa?
«Ho proposto un 10%».
Quale sarebbe il risparmio previdenziale?
«Il Mef sta facendo le simulazioni. La questione non è risparmiare, vediamo innanzitutto se c’è convergenza di vedute