L’Adige, 9 settembre 2024
Biografia di Patrick Gardner, il 16enne di Varena che ha recitato in "Vermiglio"
Dal red carpet di Venezia al lavoro di muratore il passo è breve per Patrick Gardner, il 16enne di Varena che ha recitato in “Vermiglio”, il film della regista Maura Delpero, solandra di origine, che ha raccolto tanti apprezzamenti tanto da arrivare alla prestigiosa Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Nella giornata di lunedì Patrick ha assistito assieme agli altri attori del cast (alcuni dei quali trentini) alla “prima” del lungometraggio, sfilando sul tappeto rosso dove in quei giorni sono passati anche Brad Pitt e George Clooney, Angelina Jolie e Lady Gaga. Tim Burton e Monica Bellucci. E il giorno dopo, come niente fosse, era tornato in cantiere a lavorare. Nel film Patrick interpreta Dino, uno dei figli della famiglia Graziadei che vive a Vermiglio, in una casetta in mezzo ai campi e alla neve dei lunghi inverni di montagna. Il capofamiglia è un maestro elementare che si sforza di insegnare ai suoi studenti non solo ad esprimersi in un italiano corretto invece del dialetto che tutti (compresi i Graziadei) parlano a casa, ma anche ad aspirare a qualcosa di più bello e più alto della fatica quotidiana. Quando i Graziadei ospitano un soldato siciliano che ha disertato l’esercito si innesca una reazione a catena che l’unità famigliare dovrà gestire, e che si svilupperà lungo le quattro stagioni dell’ultimo anno di guerra.Patrick, come è nata l’opportunità di recitare in “Vermiglio”?«Quando ancora ero all’Istituto agrario di San Michele all’Adige sono venuti a cercare un ragazzo che aveva a che fare con gli animali. Mi sono proposto e, dopo quattro casting, hanno scelto me, anche se non so bene quale sia il motivo».Come ha vissuto la sua prima esperienza davanti alla macchina da presa?«Sono state sensazioni strane, che mai avevo vissuto prima, anche se devo dire che è stato abbastanza divertente».C’è qualcosa che non le è piaciuto?«I tempi delle riprese sono molto lunghi, devi rifare la stessa scena tante volte e questo dà un po’ fastidio. Ogni tanto ho pensato di lasciare tutto, ma ripeto, mi sono divertito e ripeterei un’esperienza del genere».Qual è stato il suo ruolo nel film?«Ho interpretato Dino, un ragazzo che litigava spesso con il papà maestro di scuola elementare, me voleva molto bene alle sorelle e ai suoi fratelli. Nel film ho girato delle scene con un asino e una mucca».Questo perché la sua passione è l’allevamento.«Dopo l’esperienza da muratore di quest’estate, penso tornerò con vacche e pecore. Ancora devo decidere quali delle due bestie seguire: se le mucche in stalla o le pecore in giro per la pianura, come facevo fino a qualche mese fa. Dopo l’estate su una montagna da solo, in inverno andavo in transumanza con il gregge, a piedi da Pergine fino all’aeroporto di Verona».Ha mai avuto problemi con i grandi predatori?«Due o tre volte sì, è successo. Ero con un mio amico in malga e nel recinto ci siamo accorti che mancavano delle pecore, sbranate al lupo. Io penso che il lupo deve pur vivere, e se non trova animali selvatici come caprioli o altro è quasi normale che venga a rompere le scatole a noi allevatori. Il nostro compito è quello di saperci difendere: i cani maremmani che ho sono un buon metodo per prevenire gli attacchi».