Il Messaggero, 8 settembre 2024
Parigi, le proteste anti Macron
Nemmeno il tempo di traslocare a palazzo Matignon. A meno di 24 ore dalla nomina a primo ministro di Michel Barnier, la Francia è già in piazza. Il popolo dei delusi è sceso per le strade ieri per denunciare il «colpo di forza di Macron». Sono gli stessi che il 7 luglio avevano celebrato una doppia vittoria: quella del Nouveau Front Populaire, il blocco delle sinistre arrivato primo in parlamento, e la tenuta del Front Républicain per arginare l’estrema destra di Le Pen. Due mesi dopo, al governo c’è un premier di destra, un gollista doc, la sinistra è all’opposizione, Le Pen è considerata arbitro dei giochi. Centocinquanta i cortei in tutta la Francia hanno risposto all’appello del leader della France Insoumise Jean-Luc Mélenchon. Per ora è lui a guidare la rivolta.L’ATTESAI leader dei socialisti non si sono visti ieri le strade, la gauche “tradizionale” preferisce aspettare che Barnier dica qualcosa di più sul programma, che cominci a mettere insieme la squadra, che chiarisca se proseguirà la politica di Macron sotto mentite spoglie. Ad arringare la folla, su un camion scoperto che ha accompagnato il corteo parigino dalla Bastiglia alla piazza della Nazione, c’era Mélenchon. «La democrazia non è solo l’arte di accettare la vittoria, ma anche l’umiltà di accettare la sconfitta ha gridato nei microfoni Mélenchon Macron ha voluto imporre la legge del più forte, ma in Francia è il popolo il più forte». La giornata di protesta di ieri è stata organizzata dai sindacati studenteschi, molti infatti i giovani e giovanissimi per le strade, e cavalcata poi dalla France Insoumise. Le piazze non si sono riempite. L’abituale valzer della cifre (26 mila persone a Parigi e 110 mila in tutta la Francia secondo la prefettura, 160 mila a Parigi e 300 mila in Francia secondo gli organizzatori) non nasconde che la mobilitazione è ancora tiepida, dopo un’estate di lunghe tergiversazioni politiche e una generale gioia olimpica. Per Barnier, la strada si annuncia comunque in salita. La France Insoumise insiste nell’intenzione di avviare una procedura di destituzione del presidente. Anche gli ecologisti terza forza del Front Populaire annunciano un’opposizione perentoria al futuro governo. «Macron non ci propone una coabitazione (con un primo ministro di opposizione, ndc) ma una provocazione», ha detto la leader dei Verdi Marine Tondelier, presente nel corteo a Lille. Né i socialisti, né i sindacati si sono uniti all’appello. Più che contro Barnier, i cori, gli slogan, i cartelli dei manifestanti erano ieri contro Macron.LA PRESSIONESul neo premier la pressione resta alta. Ieri ha scelto di debuttare nella carica con una visita a un pronto soccorso. Al personale sanitario ha promesso quello che ha promesso a Macron alle forze politiche e ai francesi: di voler «ascoltare». Sul programma che dovrebbe cercare di raccogliere il consenso più vasto in un’Assemblea in cui nessuna forza politica ha la maggioranza, pesa anche una situazione finanziaria precaria e una manovra che si annuncia difficile. Tanto più che Barnier ha assicurato che sarà il suo compito principale «dire la verità ai francesi». Ai medici e sanitari che ha incontrato ha detto che sulla Sanità una delle sue priorità «si potranno fare progressi», ma «non miracoli». I miracoli serviranno probabilmente per non incappare subito in un voto di sfiducia. Soprattutto all’astensione dell’estrema destra. Ieri il presidente del Rassemblement National Jordan Bardella ha ricordato che giudicherà il “fragile” governo Barnier «sui fatti», esigendo che siano presi in considerazione «i temi cari al partito». Dire che da oggi Barnier è un premier sotto sorveglianza», ha detto Bardella «Io sono sotto la sorveglianza solo del popolo francese», ha ribattuto Barnier al leader dei estrema destra, mentre alla sinistra ha rimproverato di parlare di «colpo di forza»: «Non è certo il nostro spirito, quello che vogliamo fare è creare il consenso più ampio possibile attorno a un progetto di azione di governo». Prima ancora bisognerà costruire la squadra ieri Barnier ha proseguito le sue consultazioni, in particolare ha avuto un colloquio con l’ex premier Elisabeth Borne che, dopo l’incontro, ha parlato di un uomo «metodico, solido e con grande esperienza».