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 2024  settembre 08 Domenica calendario

Quel che resta dei night club di Milano

Donnine e champagne. Ma i night che si contendevano il binomio, sono ormai quasi estinti. Dopo la pausa estiva, hanno alzato la saracinesca lo Shilling, nato sulle ceneri de El Maroco, in via Paolo da Cannobio, il Venus, ex mitico Aretusa di via Giardino e il William’s,. Solo tre night vicini e tutti in pieno centro. Gli altri? Un lento declino e per molti la fine. E pensare che negli anni ’70, ’80, ce n’erano più di trenta. Anche in periferia, come l’Antony di via Valvassori Peroni. Nell’ultimo decennio, hanno dovuto arrendersi persino i più rinomati Porta D’oro, Astoria, Gatto Verde, Maxim, Rayto de Oro, Top Town, Pussy Cat, Ciao Ciao, Carminati, Caprice, Moulin Rouge, Beau Gest.
«Bisogna però partire da lontano – spiega Gianni Peschiera, patron storico del glorioso William’s fin dai tempi in cui era ubicato in Largo Cairoli, di fianco a Viel, proprio quello dei frullati che negli anni Settanta era uno dei luoghi più affollati e caratteristici della città. Quando c’erano più donne pronte a spogliarsi e sempre meno artisti e soubrette. Poi anche la televisione ci ha messo del suo proponendo ad ogni ora seni al vento di belle figliole. Infine, i costi per i gestori sono diventati proibitivi: affitti alle stelle e stipendi non indifferenti per i lavoratori. Chi resiste ha perlomeno 25, 30 perone tra camerieri, barman, direttore, guardarobiera e ragazze di sala. Lo stipendio di un cameriere si aggira sui 1.800 euro al mese. Mentre una donna guadagna 80 euro per sera, più la percentuale sulle bottiglie che stappa con i clienti. I conti sono presto fatti. Ormai i veri padroni delle notti proibite sono i portieri d’albergo. Loro hanno in mano tutto: dai taxi che vi portano il cliente, alle escort pronta consegna, scelta sul menù».
Dunque, l’antico night-club che, soltanto a nominarlo, diffondeva un sentore di peccato, è solo un ricordo del tempo che fu. Pupe e bollicine. Anche se le donne, spesso fasciate nel lamé, non vedevano l’ora di tornarsene a casa per congedare la baby-sitter. E lo sciupafemmine di turno si ritrovava da solo, con il portafoglio vuoto e la testa pesante. Nei night ci andava una Milano un po’ provinciale, single di mezza età con il vestito della domenica, rampanti dal ciuffo alla Elvis, industrialotti, commenda e turisti in cerca di approcci peccaminosi. Balordi? Qualcuno. Loro avevano altri giri, meno in vista, fatta eccezione per chi in vista voleva proprio mettersi, come quel «Faccia d’angelo» di Turatello alle prime armi e a seguire il bel René, Renato Vallanzasca. Turatello, già incontrastato boss della mala milanese, occupava spesso, con i suoi uomini, una saletta riservata. E ordinava champagne millesimato. Al suo tavolo il direttore mandava sempre le ragazze più avvenenti. E Faccia d’angelo dispensava mance da capogiro. Era il night targato anni ’60, ’70. Che è poi continuato fino ai giorni nostri. Con modifiche, chiusure e riaperture. Qualcuno, per evitare di abbassare la saracinesca per sempre ha dovuto liberarsi dello show utilizzando come attrazione solo ragazze di sala (già entraineuse), il dj, un cantate che spesso si esibisce in playback e, una tantum, una ballerina in veste di attrazione. Per soddisfare una clientela prevalentemente di turisti. Recita una pubblicità del Venus: «Location storica, insuperabile, ottima musica e drinks buonissimi. Champagne delle annate più prestigiose e il caviale Beluga e Osetra, è sempre freschissimo. Sceicchi, gente dello spettacolo, sportivi, imprenditori e tantissimi turisti, fanno tappa al Venus ogni volta che si trovano a Milano». «È stato un mondo fuori dal mondo – ricorda Oreste Palmieri, una vita a shakerare intrugli nei night della città ed ora in pensione – tra rampolli danarosi, imprenditori col portafoglio a mantice. Soubrette con boa di struzzo e spogliarelliste dalle misure esplosive, per la gioia non solo dell’habitué. Difficile ripetersi. Magari il night, che resiste a fatica, dovrebbe trovare formule più adeguate ai nostri tempi».
E sì, i tempi son cambiati. Adesso non c’è bisogno di andare al night per sentirsi un conquistatore. Basta accedere a Internet e digitare la parolina Escort a Milano, e ci trovi di tutto e di più, con tanto di foto e tariffa. Ma certi incontri osé li fai anche in alcuni ristoranti alla moda, dove il menù a base di pesce passa in secondo piano difronte a sguardi insistenti ed inequivocabili di ragazze giovani e di bella presenza. Per non parlare poi dei molteplici siti di incontri gratuiti.