Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  settembre 08 Domenica calendario

Zelens’kyj a Cernobbio illustra il su piano per la pace

Al forum Ambrosetti di Cernobbio, ieri, l’intervista tra il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelens’kyj, e i direttori dei giornali. C’erano il direttore de La Stampa Andrea Malaguti, il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, il direttore di Sky Tg24 Giuseppe De Bellis, il vicedirettore del Corriere della Sera Federico Fubini, il capo della redazione Esteri del Tg1 Oliviero Bergamini. A moderare, la conduttrice di NewsRoom Monica Maggioni.
«Ho preparato un piano e voglio condividerlo con il presidente in carica degli Stati Uniti perché ci sono alcuni punti che dipendono dall’America. Spero che avrò occasione di farlo vedere a Biden e ai potenziali candidati per la presidenza Usa, Harris e Trump, e avere un loro riscontro. Noi vogliamo garanzie». Dal forum di Cernobbio, Volodymyr Zelensky, in un’intervista con sei testate italiane tra cui La Stampa, consegna un messaggio chiaro: «Siamo più vicini alla fine della guerra rispetto alla situazione in cui ci eravamo trovati all’inizio», dice il presidente ucraino, ed è ora di pensare «ad accordi concreti per la ricostruzione».
Presidente Zelensky, ha avuto un bilaterale con Giorgia Meloni, un incontro importante perché questi sono giorni in cui si stanno decidendo molte cose sull’Ucraina. Che cosa vi siete detti?«Abbiamo parlato dei preparativi per la conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina che si terrà nel 2025 a Roma: ci sono alcuni dettagli che dobbiamo preparare in modo molto serio. Ieri ho visto alcuni dei principali amministratori delegati italiani, puntiamo a contenuti concreti, che portino ad accordi reciproci, proficui e vantaggiosi».
L’Ucraina è protagonista di un’offensiva in territorio russo, nel Kursk. Il segretario generale uscente della Nato ha espresso sostegno, così come altri alleati, inclusi gli Stati Uniti. In Italia, invece, alcuni ministri sono contrari. Questo incrina o mette in difficoltà il suo rapporto con il nostro Paese?«A oggi non abbiamo problemi nelle relazioni con l’Italia. L’intelligence americana e di altri Paesi occidentali ci avevano avvisati che la Russia stava cercando di occupare la regione di Kharkiv e Sumy, per creare una zona cuscinetto nel Nord ucraino. A Kharkiv li abbiamo fermati, per Sumy abbiamo fatto un’azione preventiva. Tutto il mondo ha visto che nel Kursk nessun soldato ucraino ha ucciso un civile russo. Noi, a differenza dei russi, non uccidiamo i civili.
Zelensky in pressing sugli alleati: “Dobbiamo usare le armi in Russia”dal nostro inviato giuseppe botteroDa poco ha sostituito i vertici delle forze armate e alcuni elementi importanti del suo governo, come il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba. Perché?«Il rimpasto è dovuto anche al fatto che la guerra continua e le persone, anche quelle di grande professionalità, si stancano. Ma abbiamo il compito di difendere lo Stato, non possiamo stancarci, non possiamo permetterci di riposare e di dormire quando il popolo non dorme a causa degli attacchi, dei bombardamenti. Avevo già anticipato l’intenzione di fare un cambio all’intero sistema e ho cominciato con il comandante delle forze armate (Zaluzhny, ndr) e ora siamo arrivati al governo. Questo ci permetterà di avere nuove forze, nuove energie. La professionalità dei ministri che lasciano non è mai stata in discussione. Dobbiamo essere più veloci, reagire più velocemente, abbiamo dovuto cambiare quando abbiamo cominciato a essere più lenti rispetto a prima e quando la nostra diplomazia ha rallentato, mentre la Russia ha accelerato. Non dobbiamo rincorrerli, ma precederl