ItaliaOggi, 7 settembre 2024
Periscopio
[Avanzano in Germania] due partiti russofili, l’AfD d’estrema destra e la Bsw d’estrema sinistra. [Ciò] può preludere a uno spostamento della Germania su posizioni più putiniane. [Se] da un lato è impossibile dire come finirà il conflitto militare, anche se i rapporti di forze rimangono favorevoli alla Russia e le restrizioni imposte dai Paesi Nato penalizzano l’Ucraina, d’altro lato è difficile prevedere quale determinazione avrà la Nato in futuro. Sulla compattezza atlantica grava l’incognita delle elezioni americane. Federico Rampini, Corriere della Sera.
L’uso delle armi italiane sul territorio russo resta un tabù [anche] per il Pd. Alessandro Di Matteo, La Stampa.
Votando no all’uso in territorio russo delle armi occidentali [non solo italiane: occidentali, alè!] il Pd ha fatto un passo in avanti significativo. Marco Tarquinio, ex direttore dell’Avvenire.
Le critiche meschine a Zelensky (…) raccontano come i rampolli del comunismo ancora oggi detestino democratici, liberali, riformisti e tutto l’Occidente. Linkiesta.
Primi dubbi su Zelensky: non sarà un autocrate? La Veritasky.
Putin: «Voglio il Donbass».La Stampa.
Putin si beffa di Biden: «Sosterremo Harris». il Fattosky quotidiano.
Usa contro Hamas: «Ostacola l’impresa». Corriere 1.
Gaza, Biden contro Netanyahu. Corriere 2.
Una grande azione del Profeta dell’Islam, che ha un valore edificante per i fedeli: la razzia (ghazoua) da lui condotta contro gli ebrei che vivevano nell’oasi di Khaibar (150 chilometri a nord di Medina) datata all’anno 7 dell’Egira (628). Durante questo evento di esplicita crudeltà, che consisteva in una punizione esemplare dei nemici di Dio, gli uomini furono torturati e passati per la spada, le donne furono catturate e distribuite negli harem dei vincitori e i bambini furono ridotti in schiavitù, al grido di «O tu, il Vittorioso, dai la morte, dai la morte» (Ya mansûr! Amit, amit!). Il 7 ottobre ha voluto emulare questa impresa della storia sacra con l’implacabile massacro di ebrei, il rapimento di donne e bambini nei kibbutz di confine e tra i partecipanti al festival Nova Tribe. I video che hanno fatto il giro del web mostrano prigionieri picchiati, fatti sfilare come trofei sulle jeep, donne sventurate denudate sui pianali dei pick-up, appollaiate sulle moto per essere trasportate nei tunnel di Gaza, proprio come i prigionieri di Khaibar sui cammelli d’un tempo. Questa epopea viene ritualmente invocata durante le operazioni antisraeliane contemporanee condotte dagli Hezbollah libanesi, da vari gruppi islamisti palestinesi e da altri, cantando lo slogan in rima (in arabo): «Khaibar, Khaibar, ehi ebrei (va yahûd), l’esercito di Maometto è tornato» (jayshu Muhammad sa ya’ûd). Gilles Kepel, Olocausti, Feltrinelli 2024.
Cominciamo male: troppi imbarazzati silenzi intorno alla manifestazione nazionale preannunciata a Roma, il 5 del mese prossimo, da parte dei giovani palestinesi, con l’esplicito obiettivo di celebrare la strage degli ebrei avvenuta l’anno scorso: «Il 7 ottobre 2023 è la data d’una rivoluzione», si legge nell’orrido volantino di convocazione. [Sono] meritoriamente intervenuti, per condannare preventivamente l’iniziativa, esponenti dell’intero centrodestra e d’Italia Viva, nel silenzio assoluto di Pd, Cinquestelle e Verdi -sinistra. Daniele Capezzone, Libero.
Nei giorni scorsi il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha comunicato con entusiasmo la sperimentazione d’una nuova linea di autobus che collegherà due zone della città densamente abitate da ebrei. Un provvedimento per rendere più spedito lo spostamento da un punto all’altro? Macché. Serve a limitare il pericolo che, lungo le tappe del tragitto, i passeggeri ebrei siano esposti ad aggressioni. Iuri Maria Prado, il Riformista.
Con una persona con la quale si ha una relazione si possono scambiare anche messaggi piccanti. Lei, Maria Rosaria Boccia.
Una torbida storia di fesso estremo. Ellekappa, Repubblica.
Non sono ricattabile. Lui, trattenendo le lacrime.
Una voce: «Ora tu vai al Tg e vuoti il sacco». Sangiuliano: «Ma sembrerò un coglione...ahio!» La voce: «Ce vai o te devo da’ n’artra crocca in testa?» Sangiuliano: «Vado, Giorgia, vado». Makkox, il Foglio.
Nelle mani esperte e meloniane di Gian Marco Chiocci, direttore del Tg1, Sangiuliano sembrava la parodia del vecchio indimenticabile Ciao Pussycat, gran storia di baci e tette giganti dentro una confessione del primo, esordiente Woody Allen: «Odiavo tutti e tutti mi odiavano». Francesco Merlo, Repubblica.
Chiedo scusa a mia moglie e alla premier. Gennaro Sangiuliano, ministro della cultura e del reality show.
S’intrufola, crea dossier e va in tv a rovinare Sangiuliano. [Bravissimo, aggiungerei, anche a rovinarsi da solo].Libero.
La chiamavano Boccia di Rosa. il Foglio.
Cose così soltanto in Italia, il paese di Pulcinella, Beppe Grillo e Berlusconi. Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
Cominciano gridando che gli altri sono tutti uguali, tutti farabutti, tutti bugiardi, che loro sono diversi (…) e quando alla prima occasione dimostrano di comportarsi assai peggio dei predecessori, la reazione è sempre la stessa: ma che volete da me? Così fan tutti. Colti sul fatto e messi alle strette, dopo avere negato, inventato, provato a buttare la palla in tribuna e cambiato versione una decina di volte, esaurita ogni altra possibile via di fuga, tornano sempre lì: e quelli di prima, allora? La linea di Francesco Cundari.
Meno Stato e più mercato. Slogan diffuso (dal web).
Mercato? Ma esiste un mercato dei turaccioli buchi, dei busti di Garibaldi, delle grattugie usate, delle pipe con via il bocchino, dei sellini di bicicletta maceri, delle chiavi di cui non si ricorda più l’uscio, dei clackson senza la pera? Chi vende e chi compera le pere da clistere del 1912, gli sgabelli spagliati, le trombe di grammofono in stile Liberty, ma senza il grammofono, intendiamoci, e un unico fermaglio di ghisa in forma di lucertola? Carlo Emilio Gadda, Verso la Certosa, Adelphi 2013.
La rinuncia al superfluo (…) ci arricchisce. Roberto Gervaso.