Il Messaggero, 7 settembre 2024
In morte di Sérgio Mendes, re della bossa nova
Era un artista dalle mille vite. Un po’ come la sua canzone più celebre, quella Mas Que Nada che in realtà non era neppure “sua": già, perché il brano fu scritto originariamente da Jorge Ben Jor nel 1963 e Sérgio Mendes lo riprese solo tre anni più tardi, nel 1966. Rendendolo però un classico capace di tornare in classifica a distanza di quarant’anni dalla sua pubblicazione, nel 2006, grazie a una nuova versione hip hop insieme ai Black Eyed Peas, e di spopolare in questi ultimi mesi su TikTok grazie a quella tendenza a riscoprire i ritmi carioca che ha regalato una nuova giovinezza anche a Samba Do Brasil. Fino a ieri ammontavano a 280 milioni le clip con in sottofondo Mas Que Nada pubblicate sull’app preferita dai giovanissimi, che si scatenano con i balletti sulle note delle hit del momento o di classici da riscoprire: un numero destinato certamente ad aumentare grazie ai tanti omaggi che saranno riservati al re della bossa nova, scomparso ieri a 83 anni. Sérgio Mendes, nato Sérgio Santos Mendes a Niterói nel 1941, è morto in un ospedale di Los Angeles.La carriera
Le cause del decesso non sono state rese note: l’artista, che era sparito dalle scene dopo i concerti dello scorso novembre a Parigi, Londra e Barcellona, lottava da mesi contro i sintomi del long Covid. «Si è spento serenamente» accanto alla moglie Gracinha Leporace Mendes, sua partner musicale addirittura da cinquantaquattro anni, si è limitata a far sapere la sua famiglia. Con 55 album incisi e tre tra Grammy e Latin Grammy vinti nel corso di una carriera ultrasessantennale, Mendes è stato uno dei principali ambasciatori della musica brasiliana nel mondo. Pianista, compositore, cantante e arrangiatore, con i suoi lavori ha contribuito a esportare generi come la bossa nova e il samba, facendo scoprire al pubblico statunitense ed europeo il fascino per le sonorità esotiche. Una passione, quella per la musica, che travolse Mendes quando aveva 12 anni: «Merito di un disco jazz di Dave Brubeck. Fu un’epifania». Nel 1963 fu tra i primi musicisti brasiliani ad apparire nel celebre Ed Sullivan Show, dopo aver scelto di lasciare il Brasile e vivere in America: «Me ne andai perché nel mio paese c’era la dittatura e non potevo pensare di vivere sotto un regime». Il successoDopo aver pubblicato due album come l’eponimo Sérgio Mendes e Brasil ’65, che riscossero scarso successo di vendite, con il suo gruppo Brasil ’65 reclutò due cantanti americane, Lani Hall e Bibi Vogel, per cantare in inglese, e ribattezzò la band Brasil ’66. Con questa formazione registrò l’album Sergio Mendes and Brasil ’66, prodotto da Herb Alpert e trainato in classifica proprio da Mas que nada. Ad un certo punto vollero “un pezzettino” di Mendes anche sua maestà Frank Sinatra, oltre che i presidenti statunitensi Lyndon B. Johnson e Richard Nixon (per i quali si esibì): «Nel 1968 mi chiamò insieme a Buddy Rich per far parte della sua orchestra. Fu un’esperienza indimenticabile. Lui, solitamente considerato un burbero, con me si comportava come un padre affettuoso». Da Sinatra a Jovanotti: nel 2009 Mendes collaborò all’album dell’ex Ragazzo fortunato Safari, partecipando come arrangiatore e pianista al brano Punto. Per lui cantò anche Pelé, che nel 1977 incise le sue Meu Mundo É uma Bola ("Il mio mondo è un pallone") e Cidade Grande ("Grande città"), composte per la colonna sonora di un documentario sulla vita del “Rei do Futebol”.