Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  settembre 07 Sabato calendario

Nga Wai è la regina maori

È stata acclamata come la «nuova alba», unta con oli sacri e benedetta con la Bibbia usata per incoronare il primo re maori nel 1858: Nga Wai Hono i te Po Paki, 27 anni, terzogenita del sovrano appena defunto, è stata scelta come sua erede da un consiglio di anziani, che l’hanno preferita ai suoi due fratelli maggiori. 
In migliaia si sono riuniti ieri per la cerimonia di investitura, sull’Isola del Nord in Nuova Zelanda. Nell’ultimo giorno di funerale i guerrieri hanno trasportato la bara di re Tuheitia coperta da una pelliccia su una piroga sulle acque del Waikato fino alle pendici del monte Taupiri, luogo della sepoltura. A riva un tripudio di lance e balli haka, la danza resa celebre nel mondo dagli All Blacks. Poi Nga Wai è stata incoronata.
Giovane della generazione Z con un master in cultura maori, un mix di modernità e tradizione: per questo è apprezzata da questa popolazione indigena polinesiana, per lo più under 40. «È una che indossa Gucci e il moko kauae (il tradizionale tatuaggio sul mento, ndr)» ha osservato l’avvocato Waitangi Annette Sykes, che ha dedicato la sua carriera alla lotta per i diritti dei Maori. 
La sua ascesa al trono arriva in un momento di crescente tensione tra i nativi e il governo conservatore che sta revocando i provvedimenti approvati dal precedente esecutivo laburista di Jacinda Ardern per ridurre le disuguaglianze rispetto ai bianchi: l’esecutivo di Christopher Luxon ha già smantellato la loro agenzia sanitaria, intende ridurre al minimo l’uso della loro lingua nel servizio pubblico, e ha promesso di rivedere i principi del Trattato di Waitangi, l’accordo del 1840 tra la Corona britannica e i maori che sostiene le rivendicazioni di sovranità di questo popolo malmesso in fatto di tassi di disoccupazione, povertà, criminalità, salute ed istruzione. «Questo è più di un semplice cambiamento generazionale, sarà il volto del rinnovamento», ha reagito Shane Jones, parlamentare maori del New Zealand First, uno dei partner della coalizione che sta ridimensionando le politiche pro indigeni. Ma che la nuova sovrana sia una leader più «malleabile» non è affatto scontato. A gennaio era al fianco del padre mentre convocava migliaia di maori per contestare i piani del governo. 
In questa ex colonia britannica ancora parte del Commonwealth, quello che per decenni è stato un ruolo cerimoniale sta acquisendo una dimensione politico-sociale nel contesto di tensioni crescenti con l’esecutivo di Wellington. Nel 2022 Nga Wai incontrò l’allora principe Carlo a Londra e raccontò che era stato difficile per lei riflettere sui brutali impatti della colonizzazione sui maori: «Il mio più grande desiderio è che tutta la terra maori ci venga restituita».