Corriere della Sera, 7 settembre 2024
Caso Sangiuliano, 12 giorni di vendetta consumata sui social
Comincia con un post su Instagram questa storia. Una storia che ha disarcionato un ministro e fatto fibrillare il governo, di quelle che non finiscono sui libri di storia ma spopolano sui mass media e, purtroppo, non rimangono dentro i nostri confini. Protagonisti: Maria Rosaria Boccia da Pompei e Gennaro Sangiuliano, fino a ieri ministro della Repubblica italiana. Ripercorriamo le tappe, non sono tante. Quello che è stato ribattezzato l’affaire Boccia-Sangiuliano è durato dodici giorni appena. Ma che giorni.
Il primo postIl 26 agosto, un lunedì, una bionda sconosciuta ai più posta sul suo account Instagram la sua foto accanto a Gennaro Sangiuliano e, sotto, lo ringrazia «per la nomina a consigliere del ministro per i Grandi Eventi». I più non lo avrebbero mai letto questo post, di certo non lo avevano notato i giornalisti. Che invece drizzano le antenne quando dallo staff di Sangiuliano parte una smentita, incomprensibile: Maria Rosaria Boccia non ha avuto alcuna nomina a consigliere.
Da sempre nel gergo dei giornali la smentita è una doppia notizia. Ma questa appare senza senso: chi è Maria Rosaria Boccia? Googlare il suo nome non porta molto lontano. Ma sbirciare sul suo Instagram sì: ci sono diverse foto della donna guancia a guancia con il ministro Sangiuliano. Fino a due giorni dalle dimissioni di Sangiuliano, Instagram diventerà l’arma della vendetta. Boccia la userà come una mitraglietta Skorpion, creando ogni giorno post sempre più imbarazzanti. Pericolosi.
Video e telefonateIl 2 settembre è un altro lunedì. Adesso Instagram trabocca di foto di Boccia che svetta di almeno venti centimetri sopra la testa del ministro. Sorridono sempre, tutti e due. Quando ha fatto la smentita Sangiuliano aveva preso le distanze da lei. E lei durante tutta la settimana non ha fatto passare un giorno senza postare sul suo social le foto, le loro foto, ad una ad una. Ma non sarà lei a divulgare quelle più pruriginose. Ci pensa Dagospia, il sito più pettegolo del web: pubblica foto con la zoomata sulla mano sinistra e fa un cerchio sopra l’anulare. Sangiuliano non porta la fede quando è in sua compagnia. Sarebbe potuta finire come uno scandalo da copertine patinate, questa storia. Sangiuliano non sarebbe stato il primo ministro a essere inchiodato da una donna, ci sono illustri esempi anche all’estero, anche oltreoceano. Ma non è questa la natura dell’affaire Sangiuliano-Boccia. Verrà fuori che la vendetta per la mancata nomina era tutto tranne che improvvisata. Boccia ha un archivio dove dice di avere qualsiasi cosa: ore di registrazioni di telefonate di Sangiuliano riservate, filmati ripresi in Parlamento con occhiali spia, documenti del G7. E poi?
La mail del G7Dagospia pubblica una mail che il direttore degli scavi di Pompei ha inviato al ministro e anche a lei. Oggetto: i sopralluoghi per il G7. Davvero? E la sicurezza nazionale? E i soldi pubblici spesi per la trasferta della signora? Sangiuliano va da Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e garantisce: Boccia non ha in mano niente che possa mettere in difficoltà il governo. Lei gli crede. Mercoledì sera Sangiuliano si trova a disposizione quindici minuti di intervista al Tg1 delle 20 per smontare le dichiarazioni della donna. Nega, tutto. Lo Stato non ha speso un euro per le trasferte di Boccia, ha sempre pagato lui con la sua carta di credito. Lei non era a conoscenza di cose riservate, né del G7, né di telefonate ufficiali. Non è vero che ha viaggiato da sola sulla macchina della scorta dei carabinieri. È vero invece che lui aveva proposto la nomina, a titolo gratuito. E tra le lacrime ammette: loro due avevano una relazione sentimentale.
Il ricatto A Boccia giovedì bastano quattro minuti di un video per sferrare il colpo mortale. Dice: Sangiuliano è sotto ricatto. Con la scorta dei carabinieri sono andata persino al concerto dei Coldplay. Ho visto i documenti del G7 e ho registrato telefonate ufficiali. Nessuno l’ha smentita, il ministro si è dimesso. Lei ieri sera a La7 ha detto: «Non sono contenta di queste dimissioni, lui merita quel posto». Sipario. Ma finisce qui? In dodici giorni Boccia ha guadagnato titoloni sulle prime pagine dei quotidiani, macinato follower su Instagram a un ritmo che nemmeno Chiara Ferragni. È contesa per le interviste. Chissà se era qui che voleva arrivare.