Corriere della Sera, 7 settembre 2024
Caso Sangiuliano, con questo editoriale in prima pagina il Corriere della Sera plaude alle dimissioni
La decisione del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano di dimettersi libera il governo e l’Italia da un imbarazzo durato due settimane. La scelta di un rappresentante del governo costretto a lasciare il proprio incarico non è mai una buona notizia. Perché vuol dire che si è rotto il rapporto di fiducia con il suo presidente del Consiglio. Ma vuol dire, soprattutto, che si è rotto il rapporto di fiducia con i cittadini. E dunque è il Paese a pagarne le conseguenze. L’affaire che ha coinvolto Sangiuliano ha mescolato il privato con il pubblico, ha esposto le istituzioni a una fibrillazione continua, ha provocato un danno grave all’Italia perché tra dieci giorni si svolgerà in Campania un summit importantissimo come il G7 Cultura e l’attenzione internazionale è stata invece monopolizzata da quanto stava accadendo tra lo stesso Sangiuliano e la donna che lui aveva scelto come consigliera per l’organizzazione degli eventi.
Il passo indietro del ministro è apparso dunque inevitabile anche alla premier Giorgia Meloni che negli ultimi giorni aveva provato a difenderlo, costringendolo comunque ad andare in tv per spiegare e cercare di chiarire definitivamente la vicenda. In realtà ottenendo l’effetto di un’umiliazione pubblica.
«Chiedo scusa alla presidente Giorgia Meloni e al governo per l’imbarazzo che ho causato»: aveva detto mercoledì sera Sangiuliano intervistato dal Tg1 convinto che sarebbe bastato. E invece con il trascorrere delle ore il caso si è arricchito di nuovi dettagli, particolari che riguardano il suo ruolo al ministero e quello di Maria Rosaria Boccia, la donna che aveva deciso di nominare consigliera per i grandi eventi. Elementi di vita pubblica che mostrano l’uso privato della funzione (i viaggi con l’auto di servizio, l’utilizzo della segreteria per la programmazione di trasferte per una persona esterna) ma soprattutto la partecipazione di Boccia all’organizzazione di summit strategici come il G7 Cultura quando non aveva alcun ruolo per esserci. E, circostanza certamente ancora più grave, aver consentito alla donna di ascoltare conversazioni con altri componenti del governo.
«Ho interrotto la relazione quando ho capito che lei registrava i colloqui», aveva ammesso il ministro. Troppo tardi, viene da dire adesso. Ma quello che è già successo e quello che poteva accadere sono bastati a comprendere che proprio per interrompere questa situazione di rischio per il governo e dunque per l’Italia il ministro aveva una sola cosa da fare: lasciare l’incarico. Ricattabilità non vuol dire soltanto essere esposti al rischio che un’altra persona possa denunciarti o rivelare segreti. Ricattabilità, per chi riveste un ruolo pubblico, vuol dire anche essere esposti a situazioni inopportune ed è stato lo stesso ministro ad ammettere che questa lo è.
Oggi c’è la cerimonia di chiusura del Festival di Venezia, una tra le manifestazioni culturali più importanti per il nostro Paese. Sangiuliano aveva fatto sapere che non sarebbe stato presente. Tra dieci giorni comincia il G7 Cultura, uno degli appuntamenti principali sulla scena internazionale visto che siamo sempre stati considerati la culla della cultura. Era davvero impensabile credere che Sangiuliano avrebbe potuto gestirlo serenamente. Alla fine è stato proprio questo ad imprimere una sterzata alla linea che Palazzo Chigi aveva scelto: difesa almeno fino a che non emergeranno fatti penalmente rilevanti o comunque imbarazzanti. Anche perché Maria Rosaria Boccia aveva confermato di aver ascoltato, e presumibilmente registrato, conversazioni del ministro con altri esponenti di governo, aveva raccontato di aver partecipato a riunioni riservate sulla pianificazione degli eventi. E nei giorni scorsi aveva postato sul proprio profilo social video, audio e documenti di cui era in possesso. Nessuno può escludere che, di fronte a un caso che continuava a montare, avrebbe deciso di rendere pubblico altro materiale. Cosa che peraltro potrebbe ancora fare. Soprattutto nessuno può prevedere dove arriverà l’inchiesta che sarà aperta nei prossimi giorni dopo la presentazione di un esposto del verde Bonelli e di una denuncia che proprio Sangiuliano ha annunciato di voler depositare.
Adesso si volta pagina ma quanto è accaduto deve servire da monito per il futuro. Quando si creano situazioni che mettono in difficoltà le istituzioni, bisogna avere il coraggio di affrontarle in maniera decisa eliminando ciò che può creare un problema di credibilità. L’Italia si trova in un momento storico particolarmente delicato per le questioni da affrontare sia sul palcoscenico internazionale, sia sul versante interno. Ci sono due conflitti in corso e una situazione economica che deve essere gestita con il massimo impegno. I cittadini attendono risposte concrete. È su questo che bisogna concentrarsi.